Novoli (Le) – Il cerchio si stringe sempre più: Road Flowers, Elektrojezus e Quasar, questi i nomi delle band che finora hanno superato le selezioni del New Sounds Music Contest, ospitato ogni domenica sera dallo storico locale Area 51 di Novoli (Le). Domenica 22 febbraio la quarta tappa si preannuncia già durissima, saranno sempre tre i gruppi a contendersi un posto per la fase successiva, e tra questi i Progetto Radio Kabul,quattro brindisini con un sound e un’energia dilaganti, e un occhio ai passati anni ’90. Entrati tra i finalisti del contest dopo la squalifica dei Natura, noi di Paisemiu.com li abbiamo intervistati per conoscere meglio le origini del loro percorso e i loro progetti.
Come e quando nasce il vostro gruppo? Tracciate una breve storia del vostro percorso musicale
I Progetto Radio Kabul, con la formazione odierna, nascono circa un anno fa, da un idea di Francesco “Sophia” Maglio (voce) e Francesco De Totaro (chitarra), entrambi ex Timisoara, sodalizio datato 1993. L’idea di rivisitare nostri vecchi brani e di inserirli in un nuovo progetto, per certi versi più maturo, ha messo in moto un meccanismo che si autoalimenta di energia pura, che è quella sprigionata dal nostro nuovo sound. Si sono uniti a noi Emiliano Perago (basso), amico di De Totaro, e Andrea Romanelli (batteria), ultimo ad aderire al progetto. Tutto è nato per caso, dopo aver superato le selezioni di Arezzo Wave 2014. Abbiamo messo in piedi una band che si è rivelata da subito estrosa ed apprezzata, con una fantastica esibizione tenutasi al Dopolavoro di Brindisi. Da lì, come si dice, l’appetito è venuto mangiando, fino alla quasi pubblicazione di un EP tutto nostro.
Da dove deriva il nome del gruppo?
Il nome deriva da un vecchio pezzo degli CCCP, Radio Kabul appunto, al quale abbiamo aggiunto la parola chiave “Progetto”; il tutto crea l’acronimo PRK, che sa tanto di gruppo di nicchia. Noi in sostanza ci sentiamo “reduci” degli infausti anni 90, anni di straordinari stravolgimenti geo-politici, reduci anche di un’ideologia che ci avrebbe potuto dare un mondo più equo e solidale, da qui il richiamo ad abbigliamenti pseudo-militari.
Quali brani presenterete sul palco dell’Area 51?
Ad Est”, “Sto bene così”, “Tzuika Rumena”, “K”, “Finestre cerebrali”,”Dal vinile”, “Scivolo a spirale”, tutti concepiti De Totaro e Maglio. Noi vogliamo trasmettere al pubblico tutta la nostra energia, e la voglia di ballare i nostri pezzi.
Qual é il palcoscenico più bello dove avete suonato finora? Qual è quello su cui sperate di suonare prima o poi?
Sicuramente il Dopolavoro di Brindisi, un posto troppo bello per suonare, per il resto esibirsi è sempre elettrizzante quindi va bene così.”
Quali sono i vostri gusti musicali? Cosa vi piace ascoltare?
Nel nostro DNA c’è sicuramente il punk classico, ma non quello anglosassone, bensì quello italiano (CCCP-CSI) e quello americano (Ramones). Carino il periodo grunge di Seattle.
Come vi vedete da qui a dieci anni?
A fare decine di esibizioni dal vivo, quindi continuare a divertirci.
Salutateci con un vostro motto, una frase che vi caratterizza
Ne abbiamo diverse, ma quella più significativa è “L’idea non è morta…”
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