Lecce – Sabato 24 Settembre 2022, presso il Convitto Palmieri, AMA, Accademia Mediterranea dell’Attore, all’interno di Tempora con Tempora, ha presentato MY CHOICE MY BODY della Compagnia Suichu-Megane con Ayane Nakagawa e Nemoto Shipei.
Lo Spettacolo di Danza Teatro è stato preceduto dal Talk “What follows Butoh” con lo scrittore e critico di danza Takao Norikoshi, direttore di Japan Dance Plug, Ltd e consulente di danza contemporanea in diversi festival internazionali.
Il Butoh, dice Norikoshi, non è uno stile di danza ma un viaggio intorno al corpo. Il suo fine è liberarsi dalla tecnica e trovare una danza adatta ad ogni corpo, esplorando e celebrando la bellezza o la bruttezza dell’essere umano. Il butoh balla con la gravità e non cerca di liberarsene.
Questa danza, proprio per la filosofia di cui si fa portatrice ha dato l’avvio a molti festival. Nel 2002 l’Università di Bologna ha fondato il “Kazuo Ohno Archive”, e tra le sue materie è previsto anche lo studio di quest’arte.
Il Butoh nasce in Giappone sul finire degli anni’50, con Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno (considerato uno dei danzatori più importanti e longevi), che si lasciarono ispirare da scrittori come Mishima, Artaud, de Sade. Oggi, molti artisti internazionali attingono da quest’arte, che mette al centro l’unicità del corpo, non necessariamente bello, offrendo coreografie innovative e non stereotipate. Tra i coreografi più importanti Teshigawara Saburo, che alla Biennale Danza di Venezia ’22 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera. Il nome della compagnia “Suichu -Megane” seguito dal segno d’infinito, ha come significato “occhiali sott’acqua” e il segno dell’infinito rappresenta gli occhiali. Ma il senso di queste parole va al di là della sua banale traduzione, infatti, guardare attraverso l’acqua, altera anche le scene più familiari, che appaiono differenti semplicemente perché il punto di osservazione è cambiato. Ayane Nakagawa, leader del gruppo, è anche regista, danzatrice e coreografa. Ha studiato danza classica e Nihon Buyo, l’arte tradizionale giapponese insieme alla danza contemporanea, una formazione davvero rara per una danzatrice. Il titolo dello spettacolo ricalca lo slogan usato in molti paesi dalle donne per rivendicare il diritto delle proprie scelte sessuali, matrimoniali e riproduttive. Ma il significato che la coreografa ha voluto dare a questa frase è ben più specifico: “indipendentemente dalle preoccupazioni e le insoddisfazioni che potrei aver provato riguardo al corpo con cui sono nato, ora sono ciò che ho scelto di essere”.
Lo spettacolo nel Yokohama Dance Collection 2021 ha vinto il Premio della Giuria, il French Embassy Prize for Young Choreographer e the studio ARCHITANZ Artist Support. I ballerini indossano le Ko-omote, le maschere del teatro Noh, che sono modellate su giovani volti e che sulla scena vengono indistintamente utilizzate da donne e da uomini. Le maschere, bianche, evidenziano gli occhi con un taglio sottile, la loro espressione è statica e le labbra sono dipinte di rosso eppure, grazie alle luci ed ai particolari movimenti dei corpi pare cambino espressione. Lo spettacolo inizia con il lento ingresso dei danzatori nello spazio scenico, che scivolano i piedi scalzi sul pavimento e li ruotano all’esterno, poi, continuano ad avanzare. Sono vestiti di nero e hanno assunto una particolare posizione con le ginocchia flesse e le braccia a ciondoloni. I suoni che accompagnano la performance rievocano voci di bambini presto sostituite da particolari vibrazioni elettroniche. Difficile descrivere i loro movimenti nello spazio o le facce grottesche assunte dalla danzatrice nel momento in cui toglie la sua maschera, il passaggio col solo appoggio sul dorso dei piedi e la gestualità del quadrato disegnato intorno all’ombelico. Facile invece raccontare la sensazione di felicità ed al tempo stesso di incredulità diffusa tra le numerose persone presenti in sala, che sperando in un bis, hanno a lungo applaudito, consapevoli di aver assistito ad uno spettacolo straordinario.