“Il fuoco di Prometeo” infiamma Novoli

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Il fuoco di PrometeoNovoli (Le) – In qualunque modo venga raccontato, il mito di Prometeo, ha da sempre catturato l’interesse e stimolato la fantasia degli uomini. 

Fin dalle origini della diffusione del mito, nell’antica Grecia, la storia del titano si è da subito ritagliata uno spazio importante nella cultura occidentale.

A prova di ciò, le numerose declinazioni che la storia di Prometeo, ha avuto nel corso dei secoli, tante quante sono le arti, si hanno infatti opere musicali, teatrali, letterarie e poetiche ispirate alla storia di colui che osò sfidare gli dei stessi. E sarà stata proprio la figura del ribelle ad accendere l’entusiasmo di quanti hanno voluto approcciarsi, ognuno secondo le proprie capacità, al famoso mito, al mito di colui il quale, per il bene dell’umanità, rubò il fuoco agli dei per farne dono agli uomini, ancora privi di questa scoperta. Tanto da patirne poi le conseguenze subendo la punizione di Zeus per quest’oltraggio, ed essere relegato al centro della terra, incatenato ad una rupe.

Diventato, dunque, il simbolo della lotta al potere, i più grandi hanno saputo sapientemente reinterpretare questo mito, basti pensare alle musiche di Beethoven, passando poi per Leopardi, Eschilo, Dante e tanti altri. Un percorso, dal titolo “Il fuoco di Prometeo”, che con classe e maestria è stato presentato ieri al Teatro Comunale di Novoli, in una storica collaborazione tra la Fondazione Paolo Grassi, Festival della Valle D’Itria e Fondazione Fòcara di Novoli, nell’ambito della rassegna “Un mese di fuoco”, ideata in occasione dei festeggiamenti per Sant’Antonio Abate.

Sotto la guida del regista Edoardo Zucchetti, già assistente di Zeffirelli, che ha debuttato con plauso di pubblico e critica nell’ultima edizione del Festival della Valle d’Itria firmando la regia del dittico contemporaneo “Giochi di Eros”, è andato in scena uno spettacolo che ha saputo coniugare le vari arti che con un linguaggio diverso, ma con la stessa anima, si sono ispirate alla storia del ribelle greco.

L’accoglienza, così come il saluto finale, è stato riservato ai numerosi partecipanti con le sinfonie di Beethoven, da “Le creature di Prometeo, op. 43, e da “Eroica”, op.55, eseguite da Silvia Grasso, violino, Gaetano Simone, violoncello, Liubov Gromoglasova, pianoforte e Valeria Zaurino, flauto, immergendo gli spettatori in un’atmosfera d’altri tempi, come solo i grandi musicisti riescono a fare.

Subito dopo in scena Marco S. Bellocchio, la semplicità di un libro, un faro e il racconto de “La scommessa di Prometeo”, tratto dalle “Operette Morali” di Giacomo Leopardi, hanno saputo catturare l’attenzione dell’intero teatro, pronto a cogliere ogni minima espressione della coinvolgente interpretazione del brano, ad opera dell’attore e performer, protagonista della scena teatrale milanese. Poi nuovamente sul palco, per altre due volte, Bellocchio si è cimentato nel racconto della leggenda ripresa dall’autore Roberto Piumini in una storia per bambini all’interno della raccolta Il Circo di Zeus dal titolo “Prometeo” e successivamente per il “Prometeo Incatenato” di Eschilo, unica tragedia della triade Zeus e Prometeo a noi giunta.

Il fuoco di Prometeo 2Il basso Nicolò Donini, accompagnato dal piano della Gromoglasova, ha deliziato i presenti con la sua possente voce, nell’esecuzione dei lieder di Schubert e Wolf “Prometheus” su testi di Goethe e arie dal “Prometeo incatenato” di Halévy su testi di Eschilo.

“Quella con la Fondazione Paolo Grassi è una collaborazione storica, per la Fondazione Focara e il Comune di Novoli – ha sottolineato, in apertura, il Sindaco di Novoli, Gianmaria Grecouna rete di sinergie messa in atto per offrire al pubblico novolese uno spettacolo di altissimo livello e che si inserisce a pieno titolo nell’ambito dei festeggiamenti per Sant’Antonio Abate, avviati negli scorsi giorni e che culmineranno con l’accensione del falò, il giorno 16. Lo spettacolo di questa sera è stato particolarmente interessante, poiché realizzato e voluto appositamente per Novoli”.

In un teatro gremito (segno da non sottovalutare in una paese che troppo spesso ha sprecato occasioni preziose per vivere importanti momenti di cultura, offerti come in quest’occasione a titolo gratuito) gli applausi mai lesinati, che hanno scandito il susseguirsi delle varie esibizioni, hanno testimoniato, meglio di qualsiasi altra analisi, il successo di quello che è stato un racconto della stessa storia, attraverso i secoli, rivisto dalla rielaborazione che i grandi, con la loro arte, hanno regalato all’umanità, rendendo immortale questo mito.