Porto Cesareo (Le) – Ιl 15 Maggio alle ore 21 presso la Pro Loco di Porto Cesareo sarà presentato lo spettacolo teatrale “IN GINOCCHIO”, a cura di Ultimo Teatro. L’evento nasce dalla collaborazione dell’ Associazione “MANOINO” con la PRO LOCO di Porto Cesareo.
Lo spettacolo è scritto ed interpretato da Luca Privitera e Elena Ferretti, con la regia di Sergio Lo Verde.
“In Ginocchio” è una sorta di diario dove sono stati appuntati tutti quei comportamenti e quelle caratteristiche della mafiosità, per questo è dedicato a tutte le vittime della cultura mafiosa, in particolar modo a due donne: Emanuela Sansone, uccisa per mano mafiosa nel 27 dicembre 1896 a soli 17 anni ed a sua madre Giuseppa Di Sano -la prima collaboratrice di giustizi ed uno dei primi esempi del ruolo positivo delle donne, troppo spesso ignorato e dimenticato-. I mafiosi sospettavano che la madre li avesse denunciati per fabbricazione di banconote false. L’episodio è analizzato nei rapporti del questore di Palermo Ermanno Sangiorgi.
Sinossi dell’opera: “Le credenze! La morte! La povertà! Il rancore! La santità! La ricchezza! La crudeltà! Il sangue! La quotidianità! L’abbandono! Un uomo ed una donna, la loro storia. Lui sconta il 41 bis, è un killer di mafiosi perché ha deciso di farsi giustizia da solo. Dialoga con la sua rabbia deridendo le follie e le assurdità che portano molte persone a diventare mafiose, a sfruttare il proprio potere e la propria posizione di privilegio per ingannare il prossimo. Oramai stanco di quello che succedeva intorno a lui, nella sua terra, tra la sua gente, invece di migrare come in molti decide di fare piazza pulita intorno a se. Fa parte del popolo, probabilmente un mafioso inconsapevole. Lei sconta il 416 bis ed è una delle tante mogli della mafia, parla della mafiosità, del sistema mafioso, della famiglia, dei codici d’onore. Interroga il mondo ma soprattutto se stessa sulla perdita di ogni senso e di umanità. Non è una pentita, anche se potrebbe sembrare. E’ un’illusa, una fragilità ingenua catturata dal concetto dei Robin Hood, dagli eroi, del sud malfamato ed ignorante dove si ruba ad i ricchi e si pensa alla salvazione dei poveri. Una donna semplice, in un certo senso ricca. Entrambe chiusi in una cella, dialogano con un ipotetico giudice. Un intreccio di due storie che vanno di pari passo sino a diventare un’unica storia. La storia di due dimenticati a cui è stato rubato tutto, anche la dignità. Dove la vita ha insegnato loro cos’è la vendetta.”
L’interprete Luca Privitera afferma: “Abbiamo deciso di portare in scena questo progetto, non solo perché io, Luca Privitera (attore e co-autore), sono uno dei tanti figli di coloro che sono scappati dalla propria terra a causa di questo grosso tumore chiamato “Mafia”, ma soprattutto perché è sempre più evidente che il malaffare e la delinquenza organizzata di stampo mafioso non sono più un problema esclusivo della bassa Italia, ma un problema dilagante e nazionalizzato, in tutti i fronti ed in tutte le sue sfumature. Un problema difficile da debellare e che negli ultimi cinquanta anni ha messo radici anche nell’estremo nord della penisola, attraverso: l’edilizia, la sanità, l’istruzione, la speculazione, lo sfruttamento, la droga, gli appalti, il mercato, i rifiuti, le istituzioni, la politica. Abbiamo iniziato a scrivere questo testo nella nostra città di residenza Montecatini Terme (Pt), luogo storico del benessere, ma purtroppo oggi, luogo di mafia e corruzione, dove le tre capofila della delinquenza organizzata (Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra) unite alla Mafia Russa hanno colonizzato la città, disseminando ciò che di peggio l’uomo possa concepire. Sono circa 12 le confische nelle varie frazioni, e molti di più i sequestri. Solo nella via dove abitiamo ci sono quattro alberghi tolti a svariati clan.”
La serata continuerà con buona musica e divertimento.