Brignani…? No, Brignano. Deve sempre correggere il suo cognome, con imbarazzo e umiltà Un racconto sul filo del tempo per il nuovo one-man-show del cabarettista, attore, comico Enrico Brignano. Il tema è il Tempo. Il Tempo che non esiste, il Tempo che non è mai abbastanza, il Tempo che non passa mai.
Lecce, Piazza Libertini, una Domenica sera di fine estate in un teatro all’aperto. Il Castello cinquecentesco e l’elegante palazzo delle poste fanno da pregiatissime quinte. Il tutto esaurito con migliaia di persone che fuori formano un serpentone per accedere allo spettacolo. Ecco che vedendo quell’enorme fila hai una idea del tempo: non finirà mai l’attesa…
Poi ti rendi conto che in pochi minuti ci sei, sei dentro, seduto sulla tua poltrona, si fa per dire.
Il Tempo è passato velocissimo! Lo spettacolo inizia con in scena degli attori travestiti da scimmie, in un era in cui non esisteva il Tempo come lo conosciamo noi, ma esisteva solo il Sole, la Luce, le Stelle e il Buio. L’unico impegno per i primati era, vivendo sugli alberi, allungare le zampe e prendere il cibo a disposizione. Poi una scimmia ebbe il primo pensiero e pensò che avendo fatto una “spanciata”, perché si, anche il primo pensiero fu formulato con uno slang romano, forse quattro passi sarebbero stati salutari, due ad andare e due a tornare.
E fu lì che cominciò la storia dell’evoluzione, una storia che ci ha portati a lottare col Tempo, nelle nostre piccole quotidianità così ben raccontate dal nostro bravissimo attore.
Il teatro è una sola continua risata. Brignano riesce a ironizzare con grande sarcasmo sui tanti piccoli apparentemente normali momenti della vita di ognuno di noi. Non teme di coinvolgere il pubblico, come accade con l’autoambulanza che passa più volte, quasi al limite del dovuto rispetto per questo disturbo sonoro. Sbeffeggia, cantando e recitando senza sosta le umane tribolazioni facendoci divertire di noi stessi, per ben due ore. Incalza per molto più di una sola ora come il titolo dello spettacolo prometteva, proprio per sdrammatizzare l’idea angosciosa ed ansiogena che abbiamo del Tempo.
Nel suo excursus sul Tempo non manca il riferimento alla Storia, che dal tempo delle umane gesta parla. Si sofferma su un personaggio, anche controverso, che è emblema dell’unità del nostro paese. Ed in un momento politico così difficile e sofferto, parlando appunto di Garibaldi, esalta il pubblico con una bellissima sbandierata del nostro Tricolore! Nessun accenno neanche minimo ai fatti politici quotidiani, solo un memento a tutto il pubblico, la nostra Bandiera come metafora e rappresentazione di un paese che ha bisogno di ritrovare nelle sue antiche radici, quindi ancora il tema del tempo, la sua Identità. Identità forte e chiara, bianca, rossa e verde, per un futuro, e ancora il tempo, un futuro migliore.
Così, tra un Ruit hora dei latini ed un Panta rei dei greci, anche lo spettacolo saggio, divertente, intelligente, ma anche colto e scientifico date le numerose citazioni Darwiniane, finisce in una standing ovation da consumarsi le mani. Grazie grande Enrico!