Novoli (Le) – Il secondo gruppo tra quelli che si esibiranno domenica 15 febbraio all’Area 51 di Novoli (Le), nell’ambito della terza serata di selezioni del New Sounds Music Contest, è un trio rap che viene da Nardò (Le), e si chiama Nomea e Ventuno Dodici.
Come di consueto, Paisemiu.com ha incontrato Nomea, all’anagrafe Giulio Falconieri, per fargli qualche domanda prima del loro esordio sul palcoscenico del concorso.
Come e quando nasce il vostro gruppo? Tracciate una breve storia del vostro percorso musicale.
La composizione dei primi brani risale al 2008, quando, per vie totalmente fortuite, Nomea (Giulio Falconieri) si ritrova in casa di Marco Viola e i due, partendo da un’improvvisazione, decidono di avviare un progetto comune. Presto, nel vortice dei musicisti che, come sempre, vanno e vengono, si aggiunge al duo Giorgio Piccione (il Drugo) e assieme, passando da una prima formazione, il Centro d’Igiene Musicale (un cross-over fra Hard-Rock, Rap e cantautorato italiano), continuano, fra alti e bassi, a collaborare sino ad oggi. A seguito di un periodo d’allontanamento artistico, Nomea continua con i suoi progetti in ambito Hip-Hop, e Il Drugo, assieme a Marco Viola, fondano i Ventuno Dodici, spaziando dall’Hard Rock al Grunge, il tutto scrivendo e componendo in italiano, Grazie al brano “Non Chiamarmi più amò”, scritto da Marco Viola, Nomea e Ventuno Dodici decidono di ritornare a collaborare, riarrangiando in acustico i loro vecchi brani e componendone di nuovi. Nel progetto Nomea & Ventuno Dodici, la maggior parte dei testi sono composti da Nomea, la musica e gli arrangiamenti sono a cura di Marco Viola e del Drugo.
Da dove deriva il nome del gruppo?
Il nome Ventuno Dodici deriva, molto semplicemente, dal fatto che i primi brani della band furono composti nel periodo immediatamente precedente la presunta fine del mondo, preannunciata dai Maya e dai perditempo complottisti. Nomea è il nome d’arte di Giulio Falconieri e mira ad esprimere la sua idea di evoluzione e diffusione dei significati e delle interpretazioni date a qualsiasi opera d’arte, che si evolvono più o meno con i meccanismi con cui si sviluppa una “nomea”, una reputazione e, per fortuna, non rimangono fedeli alle illuminazioni e ai momenti dell’artista.
Quali brani presenterete sul palco dell’Area 51?
– Le pennellate di settembre (Testo: Nomea, musica Marco Viola)
– Cerco un’identità (Testo: Nomea, Musica: Marco Viola, Giorgio Drugo Piccione)
– Rugiada (Testo Nomea, Musica Giorgio Drugo Piccione e Marco Viola)
– Sguardi palindromi ( Testo: Nomea, Musica: Marco Viola)
– Le voci della gente (Testo: Nomea, Musica: Marco Viola)
– Non chiamarmi più amò (Testo: Marco Viola, Musica:Marco Viola e Giorgio Drugo Piccione)
– Certe Volte guardo il cielo (Testo: Marco Viola, Musica Giorgio Drugo Piccione e Marco Viola)
– Aria (Testo: Marco Viola, Musica Giorgio Drugo Piccione e Marco Viola)
Qual è il palcoscenico più bello dove avete suonato finora? Qual è quello su cui sperate di suonare prima o poi?
Il nostro luogo del cuore fu una jam session, in un qualche luogo del cosmo, an cui, alla nostra performance, si aggiunse un sassofonista virtuosissimo e soprattutto mai visto. Resta ancora un mistero. Dati i presupposti, anche il palcoscenico sul quale speriamo di esibirci, è meglio rimanga, per il momento, un mistero.
Quali sono i vostri gusti musicali? Cosa vi piace ascoltare?
Ci avvaliamo della facoltà di non ascoltare.
Come vi vedete da qui a dieci anni?
Rispondiamo nuovamente: è un mistero!
Salutateci con un vostro motto, una frase che vi caratterizza!
Nomea & Ventuno Dodici: musiche d’autore “spaccapalle”.
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