Mentre gli italiani anelano, oramai “agonizzanti”, all’epifania del 4 maggio, (data in cui le restrizioni dovrebbero allentare la presa che tiene “ostaggi” in casa milioni di persone già dai primi del mese di marzo), il Governo è impegnato a programmare e pianificare le prossime mosse, soprattutto la cosiddetta “Fase 2”, quando muoveremo i primi passi verso il ritorno alla “normalità”.
I dati su contagi, decessi e guarigioni sono incoraggianti per quanto il richiamo alla prudenza ed alla gradualità siano ancora all’ordine del giorno, metronomo delle nostre lunghe giornate trascorse in casa per timore di essere contagiati ma, anche e soprattutto, per evitare il rischio di ammalarsi e intasare i reparti di terapia intensiva.
Gli esperti non smettono di ripetercelo: “Non abbiate fretta, non è il momento”. Certamente bisognerà ripartire, ma occorrerà farlo nei tempi e nei modi appropriati; anche perché il rischio di ripiombare nel baratro è sempre dietro l’angolo, almeno fino a quando la scienza non avrà “licenziato” un vaccino capace di mettere la parola fine a questo incubo. Un errore qualsiasi potrebbe vanificare giorni e mesi di estenuanti sacrifici compiuti in prima linea, negli ospedali, ma anche restando chiusi in casa.
Ora bisogna prepararsi al “dopo”, a come cioè vivremo appena sarà possibile ripartire. Proprio di questo si sta occupando la task force insediata dal Governo: esperti in materia economica, sociale e giuridica, 17 in tutto le persone chiamate a farne parte per disegnare il “come” comportasi una volta cessato il lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus.
Nei propositi di chi è chiamato a questo delicato compito vi è l’intenzione di scaglionare le uscite, magari a seconda della fascia d’età. Toccherà prima ai soggetti giovani e sani, quelli sui quali il virus ha meno conseguenze devastanti.
Gli over 70 o comunque quanti sono affetti da patologie più gravi, dovranno pazientare ancora. A dichiararlo, la sottosegretaria alla salute, Sandra Zampa: “Per loro dobbiamo prevedere un programma particolare. Percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio, quando i più giovani ricominceranno a circolare”.
Nulla sarà lasciato al caso e anche la tecnologia giocherà un ruolo preminente in questa fase di ripartenza. Si pensa infatti all’utilizzo di un’APP in grado di gestire sia le uscite in base alla fascia d’età sia il monitoraggio degli spostamenti; una sorta di archivio telematico che sostituirà, in un certo qual modo, l’attuale modello cartaceo di autocertificazione.
All’interno dell’applicazione ognuno di noi dovrà inserire i propri dati e la propria situazione sanitaria, aggiungendo anche eventuali tamponi o test. Così facendo si potrà capire meglio l’esposizione al rischio provocato dal virus e come scaglionare le uscite e la ripartenza.