Non so dire quante volte io negli anni abbia letto e scritto della malattia detta “pareggite” che il Lecce manifesta nel corso dei campionati, siano essi di A, di B o di questa benedetta Lega Pro. Inversamente proporzionale alla serie che la squadra giallorossa disputa è la gravità del morbo che comunque è sgradito al tifoso e, soprattutto da quando sono stati introdotti i 3 punti assegnati alla vittoria, quasi mai è indice di buone prospettive future.
Certo di gran lunga peggiore è la “perdìte” e, non per essere ottimista a tutti i costi, spesso i pareggi servono per superare senza molti danni periodi di “stanca” fisica e morale. Ieri il Lecce ha dimostrato nei riguardi del Cosenza una smaccata superiorità tecnica che però purtroppo non ha portato gli auspicabili tre punti; la squadra, orfana del suo attaccante più prolifico, non ha saputo concretizzare in rete il suo gioco. Tanto possesso palla ma poche le occasioni da gol create; nel primo tempo, regalato all’avversario, ne ricordo solo una, nel secondo, oltre al gol di Mancuso, solo un paio di veri tiri in porta. Il Lecce, che tanto aveva entusiasmato nelle prime gare disputate quest’anno i propri tifosi che ormai volavano di fantasia direttamente in A, sembra aver perso la voglia e la capacità di vincere; lento e prevedibile, ha giocato adottando uno sterile giro palla con un Torromino parso in difficoltà nel ruolo di attaccante centrale, a centrocampo un Fiordilino che fatto rimpiangere l’escluso Arrigoni e con la difesa ieri appena sufficiente. Nel secondo tempo il Lecce ha giocato meglio con il 442 e Lepore finalmente schierato da esterno di centrocampo. Ottime le prestazioni di Mancosu, autore del gol, e Pacilli incomprensibilmente sostituito forse perché già ammonito rischiava di saltare il prossimo importante turno di campionato che vedrà la squadra giallorossa impegnata in trasferta in un match di fuoco contro la capolista Juve Stabia. (Padalino, da accorta “formichina”, avrà pensato più al futuro che al presente?).
{gallery}Gallerie/Lecce_Cosenza_2016{/gallery}
Nulla di fatto dunque, questo turno di campionato non muove la classifica delle prime della classe. Muove invece in casa Salento le critiche dei tifosi che, tesi e preoccupati di dover rivivere un “déjà vue” doloroso, sono piuttosto confusi ed ognuno contraddice l’altro, quasi tutti con una diversa visione dei problemi della squadra e delle prestazioni dei singoli giocatori.
Si spera che gli addetti ai lavori, in primis il mister, siano al contrario più lucidi e fattivi e sappiano analizzare la situazione senza pregiudizi e sotto ogni aspetto.
“È la somma che fa il totale” (Antonio de Curtis, in arte Totó)