L’Analisi : Lecce, bello ma poco cinico

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LecceLecce – La partita di ieri ha consegnato l’ennesimo risultato accolto con disappunto dalla tifoseria giallorossa: il pareggio a reti bianche contro il Barletta, se esaminato superficialmente, può significare un’ennesima battuta di arresto di una stagione iniziata male che vede un Lecce claudicante che stenta a decollare. Gli (ancora pochi) 3779 spettatori accorsi ieri al “Via del Mare” hanno potuto ammirare, al di là del risultato, un Lecce finalmente tonico, padrone del campo ed in palla in molti movimenti dalla cintola in giù.

Ai giallorossi è però mancato l’appuntamento con il gol, non giunto per una serie di ragioni che vanno dalla bravura del portiere Liverani, bravo a sventare un paio di occasioni a Miccoli e Beretta, alla sfortuna abbattutasi sulla sassata di Abdou Doumbia al 37’ della ripresa. Per di più i ragazzi di Lerda hanno da recriminare in almeno due occasioni: due degli innumerevoli contatti proibiti in area tra il capitano Fabrizio Miccoli ed i centrali del Barletta Romeo e Camilleri sono parsi aventi degli estremi per il calcio di rigore, non concesso però dall’arbitro Juan Luca Sacchi di Macerata.

Una difesa ritrovata? – La buona partita del Lecce è scaturita soprattutto da una maggiore solidità del pacchetto arretrato, apparso molto più sicuro rispetto al match del “Curi” di Perugia ed in genere alle precedenti esibizioni. Il ritorno alla linea a 4, dettato dalla squalifica degli uomini “a tutta fascia” Melara e D’Ambrosio, ha visto il buon assortimento della coppia di centrali composta dal “Tuma” Martinez e da Marcus Diniz. Il costaricano, apparso pulito e sicuro in ogni intervento, ha contribuito all’acquisizione di sicurezza del brasiliano ex Livorno e Como, bravo a controllare gli attaccanti biancorossi Picci e le folate di D’Errico nella ripresa, con il passaggio sull’out destro della difesa. L’efficienza difensiva è stata stimolata anche dall’apporto assicurato da Walter Lopez, autentico treno sulla fascia sinistra, di ben altra categoria rispetto alla Lega Pro. È in miglioramento anche Leonardo Nunzella, subentrato nella ripresa ed autore di una serie di spunti interessanti. A metà campo la regia così così di Amodìo, che ha ancora poca benzina nelle gambe per rendere sui 90’, è stata compensata dalla sostanza di Stefano Salvi, il migliore dell’avvio di stagione. Ora questa solidità difensiva dovrà superare dei crash test superiori a partire dal prossimo impegno in quel di Pagani, vista anche la debolezza offensiva del Barletta di ieri.

I dubbi che permangono Se il Lecce di ieri è sembrato più solido rispetto a ieri è vero anche che rimangono una serie di dubbi che vedono come argomenti caldi il cinismo in attacco e la tenuta fisica della squadra in toto. Franco Lerda ed il suo staff stanno cercando di lavorare soprattutto per mettere a posto ed al cento percento tutti gli elementi, anche chi, come Sacilotto, Papini, Amodìo e Miccoli, è sofferente di infortuni e ritardi di preparazione. Il Lecce di ieri, togliendo i frangenti in cui la sfortuna e l’arbitro Sacchi sono stati decisivi, ha peccato di scarso cinismo: occasioni come quelle capitate sui piedi di Fabrizio Miccoli (sia nella prima frazione che nella ripresa) vanno sfruttate, soprattutto da giocatori di indubbio valore come il capitano. L’altra punta schierata ieri, Jack Beretta, è stato anch’esso autore di una bella prestazione, partita che però lo ha visto poco presente negli ultimi 10 metri a ridosso della porta giallorossa, sia per la sua non proprio riconducibile al modello di leone d’area e sia per il buon lavoro di Romeo e compagni. L’ex Pavia ha indubbiamente scavalcato Zigoni nel ranking dell’attacco giallorosso. Il reparto avanzato del Lecce, a detta di molti addetti ai lavori, latiterebbe di una punta esperta di categoria capace di trasformare in oro anche palloni sporchi, alla Salvatore Foti della scorsa prima parte di stagione. Il mercato degli svincolati al momento offre poco ma in queste ore è da valutare la situazione di Felice Evacuo, nuovo nome che potrebbe entrare sul taccuino di Antonio Tesoro, in odor di rescissione con il Benevento. 

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