Lecce – Al termine della campagna trasferimenti, l’area tecnica ha tenuto una conferenza stampa per fare il resoconto delle operazioni di mercato. Prende la parola il Direttore Corvino raccontando l’esperienza di due anni nel Lecce e degli step compiuti: “Parto facendo un passo indietro per raccontare da dove siamo partiti. Due anni fa eravamo la prima squadra in Serie B. Oggi siamo in Serie A. Siamo partiti con la primavera che era in A2 e ora è in A1. In questa stagione, dopo tre giornate la primavera è protagonista. È necessario sottolineare i percorsi. Puoi raggiungere gli obiettivi non tenendo conto della sostenibilità oppure farlo con senso. Il patrimonio ereditato due anni fa deve essere confrontato con quello attuale. Quando sono arrivato, mi dicevano che poca gente andava a vedere la Primavera. Nella prima vera partita in casa, c’erano 500 spettatori. Significa che questa primavera tira. In questi due anni tra prima squadra e settore giovanile abbiamo fatto 135 operazioni. In 700 giorni circa, ogni tre giorni, l’area tecnica ha definito un’operazione. Non so quale club al mondo possa vantare questo primato. Ovviamente, questo lavoro andava fatto. Dietro ogni operazione si nascondono tante altre operazioni per arrivare a quella che vuoi. Le 135 operazioni sono suddivise tra entrate e uscite. La prima squadra ha fatto 49 operazioni in entrata. In uscita, invece, 38. 48 operazioni nel settore giovanile, 31 in entrata e 17 in uscita. Questi sono i numeri di questi due anni”
Il calciomercato è concluso ed è stato costruito secondo le idee: “In ogni mercato, abbiamo fatto sempre i virtuosi e i creativi. Il tutto è figlio delle idee. Il nostro partafoglio lo teniamo, certo più piccolo degli altri. Abbiamo fatto un lavoro immane, con ogni sforzo possibile e inimmaginabile. Abbiamo anche commesso degli errori, certo vanno analizzati e bisogna avere tempo per arrivare a fare delle considerazioni. Solo chi non lavora non fa errori. Sicuramente, però, i risultati ci hanno dato ragione sia per la prima squadra che per la primavera. Durante questo mercato abbiamo fatto tante operazioni e lo abbiamo detto sin dall’inizio. Abbiamo detto subito il nostro pensiero ai ragazzi che dovevano partire. Siamo riusciti a fare le operazioni in uscita. Il tempo ci dirà se abbiamo fatto bene o male”
Il Direttore analizza le operazioni in uscita e le situazioni di calciatori in partenza, ancora in giallorosso: “Due operazioni in uscita, Coda e Lucioni, nessuno li ha detto che dovevano andare via. Sono, però, persone intelligenti e forse hanno fatto valutazioni personali e hanno colto delle opportunità. Anche noi, abbiamo fatto le nostre considerazioni e abbiamo portato a termine le operazioni. Due operazioni, invece, cioè Bjorkengren, a cui abbiamo detto subito le nostre intenzioni. Ci sono state delle opportunità e degli interessi. Con Bjorkengren, a differenza di quanto accaduto per Coda, non c’è stato l’interesse del Lecce. Il ragazzo è ancora sul mercato e tanti sono i mercati aperti. Ad oggi, gli unici interessi sono quelli del ragazzo e della società che ha dimostrato interesse. Nessuno è fuori rosa, questa è la legge di Corvino. Poi ci sono le scelte tecniche ma nessuno verrà mai messo fuori rosa. Questa è la verità. L’altra operazione è quella di Rodriguez. Qualcuno mi chiese dove collocarlo nel 433. Per un giovane, in via di sviluppo tecnico e tattico, dovrebbe fare l’esterno. Ho visto tante seconde punte fare l’esterno. Tutti si devono sforzare a fare qualcos’altro. Dopo un anno, abbiamo capito che non c’è stata la disponibilità ad una visione non solo mia ma anche dell’allenatore. All’agente abbiamo detto che il calciatore doveva andare a maturare da qualche parte per giocare secondo le sue caratteristiche. Non tolleriamo molto quello che viene fatto fuori dal terreno di gioco. A noi piace l’arte del fare e non quella del parlare. Riferimmo le nostre intenzioni all’agente subito dopo la fine del campionato. Ci è stato riferito che il ragazzo voleva rimanere solo a Lecce in Serie A. Dalla Serie A non è arrivato alcun interesse. Quindi ci venne detto che sarebbe rimasto a Lecce per giocarsi le sue chance. Questa è la verità”
Il percorso delle operazioni in entrata: “Il mercato è terminato e non è stato facile. È stato un mercato in cui bisognava fare moltissimo. Abbiamo avuto il coraggio di dirlo, cercando di rimanere con il meglio dell’anno passato. Ci sono 10/11 giocatori dello scorso campionato. Quel meglio state vedendo che è titolare e stanno dimostrando di poter fare bene anche in Serie A. Abbiamo tenuto quello che era giusto tenere. Il nostro mercato doveva essere sostenibile, con equilibrio e dare un senso ad ogni operazione. Poi qualcuno potrebbe dire che si poteva fare meglio qui o meglio là. Noi abbiamo fatto il meglio lavorando giorno e notte. Speriamo di aver fatto il meglio per i nostri tifosi. Forse tra due mesi qualcuno potrebbe rilevare qualche errore. Ci può stare. Le operazioni sono state tante. Abbiamo utilizzato dei principi, tenendo conto che si gioca ogni tre giorni e ogni reparto deve essere affollato. 5 marcatori, abbiamo preso Cetin, Umtiti e Pongracic e abbiamo tenuto Tuia e Dermaku. Vedendo chi c’era e chi c’è, possiamo dire che la rosa è stata migliorata. A centrocampo abbiamo due ragazzi Berisha e Samek che si stanno misurando in primavera, ma possono essere utilizzati in prima squadra. Per tre posti abbiamo sei giocatori. Bistrović, Askildsen, abbiamo tenuto Hjulmand, Gonzalez, Blin e Helgason. Abbiamo fatto il possibile per arricchire il centrocampo. A gennaio, capiremo se si potrà migliorare. Oggi dobbiamo avere fiducia in questi ragazzi. Gonzalez gioca titolare. A Napoli siamo scesi con Helgason e Hjulmand titolare e sapete come è finita. Rodriguez, per noi, è un esterno offensivo. Abbiamo aggiunto Di Francesco, Banda e Oudin”. Una sottolineatura su Baschirotto: “Lo denigravano e oggi? Glielo dissi quando arrivò, sarai denigrato. Poi quando andrai via mi diranno perché. Questi sono ricorsi, mi ricordo quando portai i primi svizzeri in Italia. Attenzione nel dare giudizi. Non siamo nati ieri. Se abbiamo preso Baschirotto, vuol dire che abbiamo avuto coraggio. Queste sono le idee. Frabotta ha capito che non poteva giocare titolare. Il ragazzo voleva giocare ed è andato via. Abbiamo preso Pezzella, ha giocato in Champions. Oudin ha giocato sempre titolare in Ligue 1. Abbiamo preso Ceesay, il capocannoniere di un campionato di una nazione che sta andando ai mondiali. Lo abbiamo preso gratis, non ci possiamo lamentare. Colombo, ha giocato trenta minuti, “nu mbale”. Poi gioca titolare a Napoli e segna. Abbiamo preso il miglior attaccante della primavera dello scorso anno. Persson ha giocato nella Roma a grandi livelli”.
Capitolo Primavera con acquisti e cessioni: “La primavera è partita con l’ossatura dello scorso anno. Stiamo dando continuità al lavoro e abbiamo inserito altri cinque ragazzi. L’’Atalanta è ultima e l’Inter ha un punto. Possiamo vincere e perdere con tutti. Oggi questi siamo e tutti devono avere paura di noi. Noi abbiamo voluto seguire la nostra strada. Abbiamo le idee di venti anni fa, la seguiamo ancora adesso, certo migliorata. Ho migliorato la mia strada ma non la cambio perché credo che sia quella giusta. Abbiamo valorizzato tanti ragazzi sia italiani che stranieri. Ora stiamo facendo la stessa cosa, vogliamo valorizzare i ragazzi del territorio ma ci vuole tempo. In primavera ci sono tanti italiani così come tanti stranieri. Non è cambiato nulla rispetto al lavoro fatto venti anni fa”.
Sul centrocampo e sul costo del mercato: “Abbiamo preso calciatori duttili, lo avete detto anche voi giornalisti. Blin è sempre un mediano così come Bistrović. Il vice Hjulmand possono farlo questi ragazzi così come Berisha. Un 2003 non può essere tacciato di non poter giocare in Serie A. Il tifoso da bar, giustamente, vorrebbe un nome, una garanzia. Però noi crediamo sulle qualità. Il costo della campagna acquisti non posso ancora dirlo. Il costo monte ingaggi della prima squadra ammonta a circa 15 milioni di euro lordi. Il settore giovanile ammonta a circa 350 mila euro netti. La campagna acquisti, in uscita abbiamo incassato tre milioni, abbiamo speso tre milioni e mezzo”.
Sul centrocampo e su Oudin: “Abbiamo tanti centrocampisti. Tra due mesi, si riparlerà nuovamente di mercato. Avere sei giocatori per tre posti, non rappresentava un’esigenza prenderne un altro. Siamo qui a cogliere delle opportunità come quella di Normann. Oudin, come le altre, rappresentava un’opportunità. Il ragazzo è un profilo che volevo portare nel 2019 nella Fiorentina. Partivamo da una richiesta del Rennes per 15 milioni. Alla fine, arrivò il Bordeaux che offri 12 milioni a fronte dei 7 offerti da me. A Giugno, chiamai il suo agente, dopo che il Bordeaux era sceso nella seconda Lega con una squadra con i fiocchi. L’agente mi disse quanto poteva dare il Lecce. Io feci la proposta e l’agente mi disse di lasciar perdere. Gli ultimi giorni di mercato, mi richiese quanto volessi offrire. Io gli dissi sempre lo stesso. Dissi all’agente di parlare con il Bordeaux. Il fine è quello di valorizzare questo ragazzo. L’anno prossimo, forse, oltre alle idee avremo anche un certo portafoglio e vedremo se da fidanzamento diventerà matrimonio”.
Infine, considerazioni sui voti del mercato: “I voti devono darli gli altri. Saranno i tifosi e gli addetti ai lavori a dare giudizi. Abbiamo cercato con Stefano di fare il meglio. Ovviamente abbiamo tenuto conto del monte ingaggi ma anche delle spese che il Club deve sostenere per mantenere il tutto. Abbiamo lavorato tenendo in considerazione le esigenze della società, dei tifosi e della squadra. Con queste risorse, il nostro allenatore deve fare il meglio possibile valorizzando chi è arrivato e chi c’era. Tra due mesi, parleremo di quello che faremo in virtù di quello che abbiamo fatto in campo”.