Il razzismo continua a mietere le sue vittime, in questo caso la tristezza è doppia. Un uomo, un campione anche nella vita, perde il lavoro, solo perché ha deciso di difendere un ragazzo della Berretti che piangeva deluso.
Era il 19 gennaio 2013 e si giocava la gara del campionato Berretti, Casale – Pro Patria. I nero stellati, con Ciccio Latartara in panchina, su indicazione dello stesso, abbandonarono il campo per i presunti insulti razzisti nei confronti di Fabiano Ribeiro, giovane calciatore del Casale. La società non ha gradito e con qualche settimana di ritardo ha esonerato il mister, con un freddo e distaccato comunicato, senza aggiungere ringraziamenti:
«L’A.S. Casale Calcio comunica che il sig. Francesco Latartara è stato sollevato dall’incarico di allenatore della squadra Berretti. Al suo posto è stato nominato il sig. Andrea De Martini, in precedenza allenatore in seconda della prima squadra».
Abbiamo incontrato Francesco Latartara a cui abbiamo chiesto di raccontarci l’accaduto:
Mister, che cosa è successo?
In una partita di campionato Berretti tra Casale e Pro Patria, durante una fase di gioco, un nostro calciatore di colore è stato offeso con un insulto razzista da un avversario. Il nostro ragazzo ha reagito e l’arbitro l’ha espulso. I ragazzi hanno contestato mentre il loro compagno, dispiaciuto e offeso, piangeva per aver subito, oltre il danno, anche la beffa. A quel punto, io e il nostro dirigente accompagnatore, siamo entrati in campo per calmare gli animi ma l’arbitro ha espulso anche noi. Dispiaciuti, tutti insieme, abbiamo deciso di abbandonare il campo per solidarietà nei confronti del nostro ragazzo.
Si aspettava simile trattamento e un comunicato stampa senza nemmeno ringraziamenti?
Il mio pensiero è per il settore giovanile in generale perché noi allenatori di giovani dobbiamo insegnare prima il rispetto e l’educazione e poi la tecnica e la tattica. Sono rimasto deluso dalla decisione che ha preso la società senza nemmeno chiedere ai ragazzi cosa fosse successo.
Nel 2013 esiste il problema del razzismo negli stadi e qualcuno vuol fare finta di nulla, oppure sono solo degli stupidi che occasionalmente colpiscono?
Purtroppo il razzismo c’è e bisogna lottarci contro, sempre. Bisogna impartire i giusti valori già dalle scuole elementari, scuola calcio e tutte le attività sportive perché solo facendo crescere i bambini sotto l’aspetto del comportamento e il rispetto nei confronti di compagni, avversari e pubblico si può sconfiggere il razzismo nel mondo dello sport.
Contro Ribeiro il suo ragazzo, cosa effettivamente hanno gridato, per indurla a quella decisione?
Gli hanno gridato una frase bruttissima sul suo colore della pelle che preferisco non ripetere. Mi preme sottolineare, sempre, che il dover insegnare ai giovani i valori umani, è più importante che insegnare calcio con i suoi valori tecnici.
Ringraziamo Ciccio Latartara incoraggiandolo a continuare a essere sempre così, leale, come lo era in campo, e com’è ogni giorno.
Il razzismo continua a mietere le sue vittime, in questo caso la tristezza è doppia. Un uomo, un campione anche nella vita, perde il lavoro, solo perché ha deciso di difendere un ragazzo della Berretti che piangeva deluso e dispiaciuto perché qualche “stupido bianco”, quel giorno, non aveva collegato il cervello alla lingua.
Al mister il nostro più grande in bocca al lupo, sperando che ritorni presto in panchina a insegnare i veri valori dello sport.
Fonte: Puglia Calcio24
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