Lecce– La vittoria in casa tarda ancora ad arrivare, ma non si può dire di aver assistito ad un brutto Lecce nel big-match contro il quotatissimo e lanciatissimo Catania. Parte del buon lavoro messo in campo da mister Asta si evidenzia nel cambio di atteggiamento degli ospiti, partiti a spron battuto alla ricerca della vittoria con un gioco larghissimo sulle fasce e poi arretrati con un 4-1-4-1 utile a dare copertura a centrocampo e aiuto costante in fase di non possesso.
A riprova di ciò si è vista la partita nulla del temutissimo attaccante Calil, poco pungente in fase realizzativa non del tutto per demeriti personali. Le occasioni etnee, in una partita dai continui ribaltamenti giocata comunque a viso aperto a dispetto del punteggio, sono arrivate più che altro con tiri da fuori e palloni velenosi mezzi in mezzo. Ma Perucchini, guardiano della porta giallorossa, ha disinnescato con attenzione la traiettoria arcuata di Calderini, evitando il peggio.
Un’eventuale sconfitta sarebbe stata una punizione esagerata per una squadra propositiva e compatta nelle sue prime due linee. La nota stonata del sabato pomeriggio di campionato è stata ancora una volta l’attacco. Come a Martina Franca, e senza apparire una scusante, il tanto sacrificio di Diop a supporto della trequarti non ha permesso una sufficiente lucidità per far male negli ultimi sedici metri. L’ex Matera è riuscito anche a liberarsi per il tiro per due volte, ma le conclusioni sono state deboli.
Parte del merito va anche data al pacchetto arretrato catanese, programmato puntualmente per ridurre al minimo gli effetti dannosi della manovra centrale dei ragazzi di Asta. Il geniale Surraco è stato chiuso da una marcatura a uomo dal mediano basso catanese e sulle fasce, unica potenziale fonte di palle-gol per il Lecce, Doumbia ha steccato un po’. Di certo non si può dire lo stesso per Checco Lepore, trottolino costante nella sua prima partita da capitano del Lecce. I progressi continuano, i risultati tardano ad arrivare. La prova del nove di questo Lecce sarà il ritorno delle due bocche da fuoco Moscardelli e Curiale.