LECCE- Senza né capo né coda, è questa la frase che potrebbe sintetizzare la partita odierna del Lecce. L’Aquila di mister Pagliari riesce a costruire la partita perfetta, immaginata in settimana a tavolino, ed ha ragione di un Lecce apparso rinunciatario, incerto e timido nella ricerca della soluzione dalla tre quarti in poi. Vanno dati i giusti meriti agli abruzzesi, bravi a sovvertire ogni pronostico, ma il Lecce è apparso senza idee affidando la buona riuscita delle proprie azioni a sortite personali e rare fiammate. Il canovaccio deve cambiare ed in fretta, perché il campionato va avanti ed il Lecce rimane ancora inchiodato a quota zero punti.
Perucchini 5,5: viene fulminato dalla freccia scoccata da De Sousa al 38’ ma poteva farci ben poco vista l’assenza di marcatura sul tiro del brasiliano ex Toro. Accusa leggermente il colpo e non riesce a dare a tratti quella sicurezza che ci si aspetta sulle palle alte da un portiere di stazza come lui: al 5’ della ripresa una respinta di pugno a seguito di un pallone morbido rischia di portare gli abruzzesi sul 2-0, fortuna per lui che l’accorrente Corapi non riesca ad inquadrare la porta. È l’ultimo dei colpevoli.
Bencivenga 6: è instancabile, un motorino sempre acceso che produce sostanza sulla fascia destra. L’inizio è promettente e Dallamano è costretto agli straordinari per contenerlo. Spinge di più del suo dirimpettaio Sales e salta spesso l’uomo. Al 33’ è suo il cross che imbecca Miccoli di testa. Nella ripresa è meno presente nel gioco e più confuso come tutta la squadra, ma dalla sua fascia non provengono pericoli.
Martinez 4,5: pollice verso anche per il “Tuma” che si macchia di una serie di errori da matita blu pesantissimi nell’economia del match. È lui, difensore abituato ad affrontare in prima battuta le punte che si dirigono verso l’area, a lasciar solo De Sousa che, liberissimo, ha il tempo di palleggiare e girarsi per la battuta dello 0-1. Col passare del tempo cerca di scuotere la squadra comandando la difesa e fungendo da starter delle (non) azioni offensive del Lecce ma al 28’ della ripresa il secondo scivolone: dopo un contrasto vinto con Ciotola opta per un improbabile colpo di tacco a servire Vinetot all’interno dell’area, il passaggio è fiacco e l’esterno ex Pisa intercetta il pallone e si guadagna il rigore dello 0-2 di Infantino. Una serata da dimenticare subito.
Vinetot 5: prende in consegna De Sousa, e per lui saranno dolori. La punta brasiliana mette spesso in affanno il difensore francese che spesso deve ricorrere alla fisicità per tamponare le formidabili incursioni dell’ex Toro. Sui calci piazzati tenta di creare scompiglio nell’area aquilana ma il risultato è che lo scompiglio pesa anche per le azioni offensive del Lecce, infatti il francese manca più volte l’impatto con il pallone al centro dell’area. I suoi appoggi in fase di costruzione sono poi elementari e quando si cerca il passo in più con il lancio il francese incappa spesso in errori.
Rullo SV: pochi minuti per il terzino di Casoria, impegnato a seguire l’ex Triarico nei primi 24 minuti, fase di gioco in cui il Lecce sembrava dare l’impressione di avere la partita in mano.
(dal 24’ Sales 5,5: impiegato a sinistra, ruolo a lui conosciuto ma diverso dal suo ruolo naturale di terzino destro, soffre un bel po’ le folate offensive di Triarico ma in linea di massima riesce a reggere. Nella ripresa l’avversario è Ciotola ed il terzino ex Cremonese è messo molto più in affanno. Solo qualche raddoppio riuscirà ad evitare glorie personali per l’esterno alto ex Pisa).
Ferreira Pinto 5: lento, statico, a tratti irritante. Da lui ci si aspettava il salto di qualità ma anche l’ex Atalanta partecipa al coro di mediocrità che è stato il Lecce oggi. Corre poco nell’asse con Bencivenga. Dopo un quarto d’ora di gioco viene spostato sulla fascia sinistra dove riesce a regalare qualche spunto o poco più. Il suo apporto nella ripresa è poi nullo e Moriero lo sostituisce con Doumbia all’11’.
(dall’11 s.t. Doumbia 5: non entra mai in partita ricevendo una quantità irrisoria di palloni giocabili, il vantaggio dell’Aquila e lo scacchiere tutto in difesa schierato da Pagliari non lo aiuta nel suo stile di gioco molto incentrato sulle ripartenze e sugli uno contro uno in velocità. Quando ha la palla al piede rallenta la manovra e non riesce a creare grossi grattacapi a Pomante e compagni.)
Bogliacino 5: un navigatore che ha perso la bussola. La nuova collocazione che gli riserva mister Moriero lo mette in cattiva luce di fronte ad avversari molto meno dotati tecnicamente. Ha il compito di smistare il gioco verso le frecce laterali ma incappa in errori di passaggio che pesano emotivamente nell’economia del match. Al 19’ un suo intervento veniale su Corapi gli costa il giallo ed il freno a mano tirato per tutta la partita. Nella ripresa, complice il vantaggio aquilano, cerca di avanzare il suo raggio d’azione ma non riesce neanche lui a scuotere la squadra. Dove sei Mariano?
Salvi 6,5: l’ultimo guerriero. Disputa un primo tempo magistrale, fatto di intensità fisica, presenza in ogni azione e precisione palla al piede. Non sarebbe un azzardo tattico affermare che Salvi ha fatto “il Bogliacino” nella partita di oggi. Il vantaggio aquilano ed il diverso ritmo della partita dopo il gol lo innervosiscono ma non gli fanno perdere quella voglia e quella generosità che lo contraddistingue. Purtroppo non è da lui che ci si aspetta la zampata risolutiva in fase offensiva.
Bellazzini 5: fantasma a destra, fantasma a sinistra. Partita nulla dell’esterno alto ex Cittadella che cade subito nelle maglie dell’asse Gizzi – Corapi che lo doma senza molti patemi e senza neanche ricorrere sovente al fallo. Bellazzini si intestardisce cercando sempre la giocata personale, il prezzo dei suoi errori tecnici e di intelligenza tattica vengono pagati però dalla prestazione della squadra.
Miccoli 5,5: cerca di prendere per mano la squadra ma ogni volta che ha la palla tra i piedi scatta la gabbia formata da Pomante e Carcione. La partita è spigolosa, difficile ma Fabrizio ci mette anche del suo calciando male molte palle inattive che avrebbero potuto spaccare il match. Ha l’occasione buona al 30’ ma trova sulla sua strada Gizzi che si immola sul destro dell’attaccante di San Donato. Nella ripresa cala leggermente e si allinea alla mediocrità della squadra ed all’incapacità di trovare il varco giusto per impegnare Testa. Magra consolazione la staffilata al volo che al 50’s.t. fissa il risultato finale sull’1-2.
Zigoni 5: fa salire la squadra, regge bene le sportellate con Zaffagnini e Pomante, cerca di creare spazi. Tanta roba ma il mestiere della punta è far gol ed anche oggi Gianmarco Zigoni manca l’appuntamento anche con l’occasione da rete. Gioca troppo lontano dall’area e spesso riceve la palla con le spalle alla porta. Piovono già le prime critiche su di lui ma deve riuscire a lavorare con serenità e consapevole dell’apporto che potrà dare nel corso dell’intera stagione. esce al 18’ della ripresa per Parfait.
(dal 18’ s.t. Parfait 6: ha un buon approccio alla partita, rompe spesso il lungo possesso palla degli abruzzesi ma a centrocampo tra lui e Salvi servirebbe un direttore d’orchestra dai piedi educati pronto a mettere in moto i giocatori d’attacco. Non cerca la giocata offensiva e viene travolto dal nervosismo specialmente dopo lo 0-2 del bomber Infantino).
Moriero 5: si autodefinisce il primo responsabile di questa dèbacle interna. Bogliacino davanti alla difesa sembra ancora spaesato e gli interpreti sulle fasce non sembrano incarnare il suo credo tattico incartandosi spesso in soluzioni personali. Basterà uno scossone emotivo a cambiare rotta? In ogni caso in questa settimana, che porterà alla difficile trasferta di Benevento, non si escludono colpi di scena consistenti in variazioni di assetti e di interpreti.
Gli avversari:
Testa 6
Gizzi 6,5(dal 18’s.t. Scrugli 6)
Zaffagnini 7
Pomante 6,5
Dallamano 6
Corapi 7
Carcione 6
Del Pinto 6,5
Triarico 6 (dal 18’s.t. Ciotola 7 )
De Sousa 7 (dal 32’ s.t. Infantino 6,5)
Frediani 6,5
All.Pagliari 7,5.
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