Lecce – Il calcio d’estate è sperimentale. Quello visto ieri contro il Catanzaro è, ovviamente, un Lecce sperimentale. L’undici che ha conquistato il pass per il secondo turno di Coppa Italia da giocarsi contro il Cesena, da giocarsi domenica 9 agosto al “Manuzzi”, però porta già interessanti spunti tattici che potrebbero caratterizzare la prossima stagione.
I primi segnali profittevoli sono arrivati da Giuseppe De Feudis, nuovo motore del centrocampo. L’ex capitano del Cesena si è mosso sin da subito con maestria, applicando al meglio i dettami tattici impartiti da mister Antonino Asta nel ritiro di Castel Di Sangro.
De Feudis ha incarnato al meglio le esigenze del duo centrale di centrocampo, disbrigando bene le due fasi. Sulla difensiva, ha subito chiarito la sua natura battagliera ai tifosi del “Via del Mare” chiudendo e braccando letteralmente i costruttori della manovra offensiva catanzarese. Il segnale più interessante è sembrato però la perfetta integrazione quando si tratta di imbastire trame offensive. De Feudis ha servito col tempismo giusto gli esterni pronti ad attaccare la profondità, collezionando ottimi assist. Nel cantiere giallorosso era quasi totalmente sperimentale il pacchetto difensivo, zona di campo dove Gigli ha esordito nel migliore dei modi con una tranquillità olimpica nonostante la giovane età e la prima partita ufficiale tra i Pro dopo i tanti successi con le giovanili della Fiorentina.
C’è ancora tanto da lavorare invece su altri versanti. L’attacco, forse a causa dei litri di sudore propiziati dal caldo afoso, è rimasto con le polveri bagnate. Eric Herrera, pupillo di mister Asta in queste prime settimane leccesi, ha sofferto tra le linee, non aprendo la scatola difensiva avversaria con le sue sortite offensive. Stesso discorso per Abdou Doumbia, sempre ai margini della manovra e mai pungente come spesso si è potuto ammirare nella scorsa stagione. Le sirene di mercato (Salernitana e Livorno) forse distraggono l’esterno francese, ieri leggermente sotto la sufficienza anche per una partita non perfetta dell’intero reparto offensivo comandato da Davide Moscardelli. Il Mosca visto ieri è la rappresentazione del cartello “lavori in corso” affisso sul cantiere giallorosso comandato da mister Asta. L’ampio sacrificio nell’arretrare per poi aprire autostrade sulle corsie non è stato premiato in fase realizzativa, nonostante tante palle al centro messe in area, anche a causa di qualche errore di troppo al momento della battuta.
Il tecnico comunque lavorerà intensamente per migliorare ciò che ieri non è sembrato ben rodato, anche perché il mercato porterà nuove pedine allo scacchiere tattico. I richiami più frequenti dell’allenatore di Alcamo hanno avuto come destinatari Lepore, rimproverato per le troppe (a dire di Asta) iniziative personali e lo strano duo offensivo Herrera-Moscardelli, bloccato nel fango della difesa calabrese.
Un capitolo a parte merita la partita di Massimiliano Benassi. Il ritorno al “Via del Mare” dell’ultimo guardiano del Lecce in Serie A dopo l’ultima stagione passata ad Arezzo in prestito è stato ampiamente positivo. Se il sostanziale equilibrio visto sul campo ha retto fino alla fine, parte del merito va al brevilineo estremo difensore. Benassi ha chiuso la porta giallorossa respingendo nella ripresa una velenosissima punizione di Agnello ed un tiro a giro di Mancuso destinato all’angolo sinistro. Per suggellare poi il match che potrebbe essere il primo di un’altra stagione tra i pali del Lecce è arrivato poi il salvataggio nella serie dei rigori. L’intervento con la mano di richiamo a sventare il tentativo di Orchi, nonostante l’esecuzione non perfetta del difensore, è stato magistrale per esecuzione.