Un bel Lecce, il pareggio di Pontedera e la polemica sugli arbitri.

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Immagine di repertorio

Pontedera (Pi) Il Lecce, al Mannucci di Pontedera, affronta la squadra che più di tutte ha sorpreso in questo inizio di stagione alla ricerca della conferma dopo le rotonde vittorie contro Ascoli e Viareggio. Mister Lerda conferma il 4-2-3-1 visto al via del mare contro i bianconeri di Lucarelli con l’unica eccezione in Perucchini tra i pali al posto di Bleve.

Le due squadre partono forte e il Lecce va vicino al vantaggio già al quarto minuto con una bella azione partita dalla destra con Ferreira Pinto che gioca il pallone verso Papini. Il numero quattro giallorosso prova il lancio lungo ma la conclusione di Zigoni trova la deviazione del portiere del Pontedera Lenzi che manda il pallone di un soffio fuori.

Il Lecce cerca di mantenere il possesso palla ma il Pontedera provoca qualche brivido soprattutto in occasione delle ripartenze veloci ma i giallorossi non rischiano più di tanto. Il Pontedera, comunque, al 15′ riesce a passare sfruttando una battuta corta da corner ma l’arbitro annulla giustamente per un fuorigioco di Arrighini.

Dopo la partenza sprint, il Lecce rallenta un po’ lasciando più spazio alle iniziative dei toscani che falliscono una clamorosa occasione da goal quando, alla mezz’ora, Arrighini serve al centro Grassi che, sulla deviazione, non centra da pochi metri lo specchio della porta. Al trentottesimo, stessa sorte tocca ad un tiro di Doumbia con il Lecce che chiede un calcio di rigore per una presunta spinta ai danni del francese.

Al quarantunesimo il Lecce conquista un calcio di punizione dal limite con Doumbia che, furbescabente, scaraventa il pallone sul braccio di un difensore toscano. Sul pallone si presentano Bogliacino e lo stesso francese che manda il pallone fuori. Tre minuti più tardi potrebbero ancora passare in vantaggio i giallorossi ma Zigoni, in scivolata, su cross di Lopez manca di pochissimo l’impatto col pallone.

Il primo tempo si conclude a reti inviolate.

Nel secondo tempo, il Lecce prova subito ad attaccare sotto la pioggia che, nel frattempo, si è fatta molto più intensa. Nella ripresa è il Lecce ad impensierire il Pontedera e, nel primo quarto d’ora, sfiora il goal prima con Zigoni e poi con un bel tiro da fuori di Doumbia. Sul capovolgimento di fronte, è Arrighini che, dopo aver rubato il tempo alla difesa giallorossa, si fa ipnotizzare da Perucchini e manda il pallone clamorosamente fuori.

Nel Pontedera, al sedicesimo, entra Regoli al posto di Di Noia e Lerda risponde inserendo Miccoli al posto di Zigoni.

Al ventesimo arriva il primo errore di Martinez che svirgola il pallone in area ma Papini risolve anticipanto un attaccante del Pontedera e spazzando via il pallone in fallo laterale. Pochi minuti più tardi, il tecnico toscano Indiani fa entrare Bartolomei al posto di Settembrini.

Il tempo di un’occasione per Miccoli (Lenzi blocca a terra in due tempi) e Lerda fa entrare Amodio al posto di Parfait. Al trentaseiesimo, subito dopo l’ingresso in campo del centrocampista uruguaiano, Miccoli serve Doumbia che, con una botta potentissima, colpisce il palo. I giallorossi pressano nel tentativo di sbloccare il risultato ma sono poco concreti complice la stanchezza fisiologica dopo una partita così intensa.

Allo scadere, l’ultima occasione è giallorossa con un calcio di punizione battuto da Miccoli che la difesa respinge bene. Dopo tre minuti la partita si conclude sullo 0-0.

Al di là del risultato, in campo si è visto un buon Lecce che ha imposto il proprio gioco per quasi tutto l’arco della partita. Su un terreno difficile, il Pontedera ha dimostrato di non essere per caso nelle zone alte della classifica e il Lecce ha fatto vedere ulteriori segnali di miglioramento.

Assolutamente da riportare, anche se (forse) non determinanti ai fini del risultato, sono gli atteggiamenti degli arbitri denunciati da Lerda in conferenza stampa. Se fosse vero quanto riferito dal tecnico di Fossano, la Lega dovrebbe intervenire duramente per condannare un guardalinee che dice all’allenatore di una squadra “ve la faccio pagare“. Altrettanto duramente, poi, andrebbe condannato un arbitro che dice ad un giocatore “stai zitto che è il primo anno che giochi in C“. Che male c’è se un allenatore vuole parlare con un suo giocatore prima di farlo entrare in campo? Che male c’è, poi, se un giocatore va a giocare in Lega Pro, nella propria squadra del cuore, dopo aver calcato terreni di gioco prestigiosi in competizioni che quell’arbitro ha visto e vedrà solo in televisione,  magari mangiando una pizza con gli amici?

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