Lecce – Speranze non ancora finite o rimpianti che si accumulano? La domenica di campionato successiva alla débâcle del Lecce al “Dei Pini” di Viareggio è dal sapore agrodolce, visto il ritorno alla vittoria della capolista Perugia ed il, prevedibile visto il rendimento casalingo del Benevento, pareggio del Frosinone al “Vigorito”. Il quadro della classifica sancisce il ritorno, impetuoso, delle ambizioni promozione del Grifo, distanziato di sole 4 lunghezze dalla squadra ciociara e con una partita in meno, visto il turno di riposo da scontare per i gialloblù e per lo stesso Lecce.
Brutto scherzo – Il passo falso in terra versiliese rappresenta un brusco stop alle ambizioni da primo posto del Lecce, precedentemente cinico e tosto anche nelle fasi di gioco più difficili. Al “Dei Pini” il ritorno al 3-5-2 operato da Franco Lerda non ha donato meccanismi ben funzionanti al Lecce, imballato facilmente da un Viareggio scolastico e semplice nello stile di gioco, leitmotiv imperniato sulla chiusura degli evanescenti Lopez e Bogliacino: il primo bloccato dal buon Celiento, l’elemento più interessante della formazione viareggina, ed il secondo ancora perso in un tunnel di una stagione dove forse i compiti di lavoro sporco si fanno sentire sempre più, quasi ad offuscare la sua lucidità offensiva, bene imprescindibile che latita nell’attacco del Lecce da fin troppo tempo. Le Zebrette hanno costruito il loro successo, più che meritato, su questa solidità e sulla luce emanata dal campione “senza tempo” Ighli Vannucchi, 36 primavere sulle spalle e tanta classe al servizio della causa viareggina. Il “pescatore”, schierato da mister Lucarelli nel ruolo di “falso nove” con tanta libertà di movimento, ha stravinto il duello a distanza con Mariano Bogliacino e si è rivelato il grimaldello del successo versiliese grazie alla prodezza di pallonetto dell’1-0 ed alla perfetta conclusione di una ripartenza letale per il 2-0, con Caglioni non totalmente esente da colpe. La fiammata del Lecce si è avuta ad inizio ripresa, ma i sogni di rimonta della compagine giallorossa sono sbattuti sul palo colpito dal sempre presente capitan Miccoli, occasione che forse, come è consuetudine nel mondo del calcio, avrebbe potuto cambiare le carte in tavola sul tappeto verde del “Dei Pini”. Alla truppa di Franco Lerda rimane l’amaro in bocca per l’aver gettato al vento un’occasione sulla carta agevole, ma gli sviluppi del girone B di Prima Divisione costringono tutte le compagini in lizza per la promozione alla lotta fino all’ultimo minuto dell’ultima partita.
Campionato sempre incerto – La domenica di campionato, come già detto in precedenza, è caratterizzata dal ritorno alla vittoria del Perugia, senza vittoria per più di un mese: al “Curi” la compagine di mister Camplone riprende la scia del Frosinone grazie ad un perentorio 3-0 rifilato al Barletta: il Grifo ha raggiunto i tre punti grazie all’autorete iniziale di Camilleri ed alla doppietta di Eusepi (bellissimo il primo gol con un destro potentissimo dalla fascia destra). Il Frosinone riesce ad uscire indenne dalla bolgia di Benevento raccogliendo un pareggio che fa comodo alla banda di Stellone: ciociari in vantaggio al 45’ con Curiale e pareggio degli Stregoni di Brini firmato dal difensore Padella al 72’. Il maggiori dominio territoriale ed il maggior quantitativo di occasioni da rete non sono bastati ai campani per avere ragione della capolista, salvata in più occasioni dalle prodezze del proprio portiere Zappino. Al 4° posto s’instaura lo strano trio di insidiose squadre a quota 42: Pisa, L’Aquila e Catanzaro condividono la quarta piazza con sensazioni diverse. Gli abruzzesi espugnano Pagani con il minimo sforzo grazie ad un acuto di Frediani e raggiungono il Pisa, caduto sulla proverbiale “buccia di banana” al “Del Duca” di Ascoli: vantaggio neroazzurro di Arma e clamorosa rimonta del Picchio guidata dal proprio capocannoniere Tripoli, autore di entrambi i gol ascolani. Il Catanzaro fallisce la fuga e rimane a braccetto con Pisa e L’Aquila a seguito del pareggio a reti bianche al “Mannucci” di Pontedera. I granata toscani chiudono ancora la zona playoff assieme alla Salernitana di Gregucci che, interrompendo il proprio magic moment, perde a Grosseto e permette il mantenersi di qualche speranza playoff proprio alla squadra maremmana, undicesima dietro al Prato e cinica nel battere i campani grazie ai gol di Ferretti e Giovio, realizzazioni solamente smorzate dal gol della bandiera salernitano dell’ex Lanciano Volpe.
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