Il calcio è tutto il contrario di tutto. Il calcio non è una scienza e se lo fosse, sarebbe non esatta. Il calcio è cuore per i tifosi, un giocattolo a cui appassionarsi per i proprietari delle squadre, un lavoro per tutto l’indotto creato intorno: calciatori, allenatori, massaggiatori, medici, preparatori atletici, giornalisti etc.
Per le Tv, il calcio, è un prodotto.
Una premessa doverosa che doveva essere fatta, una postilla importante intorno ad un colore rosa, troppo rosa e di cuore che sta tinteggiando Lecce e i suoi tifosi in queste ore.
Anche se nell’aria da giorni, è ufficiale da qualche ora la notizia che Francesco Moriero è il nuovo allenatore della società di Via Templari.
Il “Checco” leccese, l’ex golden boy dei tempi che furono, non ha mai smesso di vestire la maglia giallorossa, l’ha sempre tenuta con sé, tatuata sulla pelle, e non l’ha mai nascosta, né a Cagliari, né a Roma e nemmeno quando lustrava in modo figurato la scarpa di Ronaldo a Milano; lui è sempre stato tifoso del Lecce. Ed è ritornato nel momento più difficile, lo ha fatto di petto, di pancia senza pensare alle conseguenze. Acclamato da tutti i tifosi che lo vedono come uno di loro a guidare la propria macchina, uno di loro, cui affidare i propri sogni, i Tesoro dopo qualche tentennamento iniziale, dovuto esclusivamente al troppo attaccamento alla maglia, hanno desistito dal guardarsi intorno e lo hanno contrattualizzato.
Ed eccolo qui, acclamato, voluto, cercato, desiderato.
Ieri calciatore amato, poi avversario ma sempre amato, oggi allenatore proclamato all’unisono “core te Lecce”, e la domanda spontanea è: “E domani?”
Cosa succederà se la squadra non dovesse convincere? Cosa succederà se la squadra dovesse navigare nei bassifondi o nel mezzo di una Lega Pro difficile?
Sarà chiesta la sua testa? Si dirà che è troppo tifoso? Oppure per amore di quella maglia qualcuno capirà che nessun allenatore vuole il male della squadra per cui lavora?
Chi vivrà vedrà. Il sogno di tutti, anche di chi scrive, è che il calcio moderno possa vivere una pagina di storia antica, magari sognando un Moriero alla Ferguson; il sir che solo dopo 27 anni di regno nella stessa squadra, ha deciso di farsi da parte per limiti d’età.
I presidenti futuri e tifosi di sempre capiranno che nel calcio non bisogna mai farsi prendere dai facili entusiasmi e dagli immediati pentimenti?
Quello che auguriamo a Moriero è una lunga permanenza sulla panchina del Lecce; che la sua avventura inizi con un programma preciso e lungimirante, con la valorizzazione dei giovani e con la determinazione giusta per scindere il cuore dal reale. La realtà a volte, anzi quasi sempre, è diversa dai pensieri. Il calcio non è una scienza e se lo fosse, ripetiamo ancora, non sarebbe esatta, ma senza dei programmi ben studiati rimane solo uno sport da giocare nel fine settimana su un campo di periferia.
Ora, è tempo che nasca il nuovo Lecce e che non sia la squadra di un anno, ma sia “ricostruita” e fatta durare nel tempo.
A Moriero con il sorriso sulle labbra diciamo di non preoccuparsi quando inizieranno a dire che “non capisce di calcio”, a Lecce lo hanno detto di De Canio, di Rossi, di Cavasin, di Di Francesco e anche di Toma. E già, il mister di Maglie che sicuramente firmerà con la Juventus per guidare la “Primavera”.
Sorrida “lu core te Lecce”, anche quando arriveranno le critiche; il calcio a volte è goliardico, altre volte invece si supera e diventa ridicolo.
Buon lavoro Mister.
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