Benevento– Lecce formato grandi successi. Dopo lo stadio “Arechi” di Salerno, anche il “Vigorito” di Benevento fa da cornice alla prima sconfitta stagionale di una delle concorrenti più accreditate per la promozione diretta per mano della squadra di Franco Lerda. L’1-2 con il quale il Lecce vince in terra sannita è frutto di un uno-due implacabile nel primo tempo, seguito da una ripresa dove i salentini hanno controllato il pallone, soffrendo solo nel finale dopo il gol di Padella all’80’, e comunque senza particolari palle-gol per l’eventuale pari degli Stregoni.
Dopo un’iniziale fase di studio, intervallata squilli di Papini e Moscardelli, il Lecce piazza il doppio colpo che in sei minuti annichilisce la resistenza sannita: al 11’ una punizione da centrocampo di Filipe, con il Benevento tutto raccolto nei propri 20 metri, propizia Salvi che bagna nel migliore dei modi il rientro in campo con un missile terra-aria sul quale pero Pane ha qualche colpa. Carrozza prova a imitare il centrocampista romano, trovando i guanti di Pane, ma al 17’ c’è il raddoppio: il gallipolino svaria sulla sinistra e mette al centro un pallone al veleno, dove prima Moscardelli centra il montante da posizione impossibile e poi Abruzzese deposita in rete anticipando Lucioni.
Il Benevento tenta la reazione furiosa, mette in difficoltà il Lecce sulle corsie laterali, ma Eusepi, attaccante completo d’altra categoria, viene contenuto dalla coppia Abruzzese-Martinez. Brini fiuta il pericolo e cambia lo schieramento ai suoi: Alfageme, inizialmente schierato a sinistra, passa a destra e Campagnacci torna a sinistra. Il cambio porta maggiore fluidità agli Stregoni che al 34’ mettono a referto una doppia occasione: prima una folata di Marotta viene chiusa da Papini e poi un cross di Pezzi trova la testa di Scognamiglio che però conclude alto. Il cambio di fisionomia del Benevento, con l’ingresso di Mazzeo a sinistra per Vitiello con Campagnacci a far coppia in mediana con il mastino Agiey, confuta le idee iniziali di Brini, alla ricerca di una rimonta. Il nuovo schieramento dell’allenatore ex Carpi frutta tante occasioni ai suoi che cercano di mettere alle corde il Lecce: al 51’ Marotta non controlla clamorosamente un pallone nel cuore dell’area, al 63’ Martinez salva su Scognamiglio e Abruzzese anticipa come può il sempre debordante Eusepi. Il Lecce tenta di chiuderla con i contropiedi ma Moscardelli si fa anticipare da Pane e Papini e Della Rocca non inquadrano lo specchio della porta. All’80’ Padella raccoglie un delizioso invito di Campagnacci e realizza, infuocando il finale di match dove però il Benevento si fa pericoloso solo con delle mischie in area grazie alla maestria della retroguardia leccese. Il Lecce espugna Benevento, spezza l’incantesimo-imbattibilità degli Stregoni e sgomita prorompente nei quartieri altissimi della classifica.
Caglioni 6: La gestione del finale di match è da cuori palpitanti, anche a causa del giallo rimediato già al 62’ per perdita di tempo in fase di rinvio. Non può far niente sull’inzuccata di Padella che dimezza lo svantaggio, e la sua difesa, quasi perfetta oggi, non lo costringe a grandi interventi.
Mannini 6: Senso della posizione e tempi perfetti d’intervento sono le sue qualità nella posizione di terzino destro, ruolo ormai assodato in questa prima annata salentina. Inizialmente ha vita facile, con Alfageme a sinistra, ma quando Brini rimette Campagnacci sulla corsia mancina l’intensità dello scontro sale e lui ne esce sempre a testa alta, anche se il Benevento spinge e colleziona interessanti cross dalla sua fascia. Nella ripresa cala un po’, c’è qualche difficoltà in più, ma il risultato finale è positivo.
Martinez 7: L’ultimo ad alzare bandiera bianca su ogni attacco avversario. Comincia in sordina (anche sbagliando qualche appoggio di troppo), ma poi imbraccia le armi del guerriero e affronta a muso duro Eusepi e Marotta. Il suo prodigio del match, seppur a gioco fermo, è il salvataggio in scivolata sulla linea di porta al 22’ proprio su un diagonale dell’ex Bari con Caglioni battuto. Al 60’ tiene troppo la palla e rischia di fare la frittata agevolando Eusepi, ma gli interventi nel traffico dell’area durante il nervoso finale valgono molto nell’economia del successo.
Abruzzese 7,5: Una partita da leader, perfetta in difesa, e con la soddisfazione del primo gol stagionale, il secondo in questa sua seconda esperienza giallorossa. La sua esperienza lo porta a leggere bene l’azione del raddoppio, dimostrandosi più lesto di tutti dopo il palo di Moscardelli. Al di là del gol, il suo match è da ricordare per le sportellate con Eusepi, quasi mai presente nel tabellino delle occasioni da gol soprattutto grazie al trattamento attento riservatogli dal difensore di Andria, durato per tutto l’arco del match.
Lopez 6: Fa il compitino in fase difensiva sventando molti palloni alti diretti alle corsie laterali beneventane. Difende con le unghie e con i denti su ogni azione, ma da lui ci si aspetta qualche squillo in più in fase offensiva. Da ricordare solo il perfetto cross per il piatto di Gigi Della Rocca finito poi alto. Naviga col pilota automatico.
Salvi 7,5: E’ l’anno dei siluri per lui. Dopo la prima rete stagionale contro la Lupa Roma con un tiro da fuori, bissa la sua presenza in zona gol con una sassata da quasi 30 metri nel big-match di giornata, celebrando al meglio il suo rientro in campo dopo l’infortunio. Oltre al gol, tiro che annichilisce Pane, conduce una partita sontuosa dove costringe prima il duo di mediana sannita a stare basso, e poi cerca di aiutare al meglio Mannini nei frequenti attacchi sanniti sull’out di competenza del pisano. Lerda avrà di che pensare per le prossime partite: questo Salvi non può rimanere in panchina.
(42’st Lepore SV)
Filipe 6,5: Si è rivisto finalmente il Filipe Gomes di Perugia: tranquillo, attento e preciso su ogni appoggio e su ogni apertura. È finalmente parte integrante del giocattolo di Franco Lerda, i suoi movimenti sono cadenzati con i tempi di gioco della squadra. Quando Brini cambia fisionomia del suo centrocampo, sguaina anche la spada, oltre all’abituale fioretto, per marcare in prima battuta il mobile Marotta. I critici possono tacere per un po’.
Papini 6,5: Quanto sei mancato Papo. Ritorna dal 1’ dopo i 25’ giocati nel pari casalingo contro il Catanzaro e dà un altro tocco alla mediana leccese, più tosta e battagliera con in campo i suoi gladiatori. Dialoga bene con Moscardelli e non disdegna la soluzione personale, non trovando però fortuna. Quando i ritmi della partita si alzano, lui è sempre sul pezzo e il Lecce non può che beneficiarne.
(38’st Vinetot SV)
Carrozza 6,5: Il cross tagliato che porta al gol Abruzzese dopo il palo di Moscardelli è l’acuto di un match più che positivo. Svaria su tutti i fronti dell’attacco non dando riferimenti ai suoi marcatori, infatti, il guizzo decisivo arriva dall’out sinistro. Batte bene i calci piazzati e, nella ripresa, fallisce il secondo acuto personale un po’ per un tempismo non perfetto, un po’ per dei servizi non ottimali.
Moscardelli 6: Gioca al centro dell’attacco, tra le grinfie di Scognamiglio e Massoni, e decide di operare da fulcro del gioco, aprendo spazi per i compagni delle fasce. Alla prima palla buona centra il palo da posizione quasi impossibile. Sacrificio, tanto sacrificio anche sui calci piazzati difensivi, nel secondo tempo prima del cambio con Della Rocca.
(67’ Della Rocca 6: Entra per giocare da “pivot cestistico”, gestendo anche il cronometro, sfiora il gol alla prima palla utile e aiuta la squadra. Prestazione che, insieme al vitale successo su un campo difficile come quello di Benevento, aiuta anche l’ex Carpi, meno lucido rispetto all’avvio di stagione. )
Doumbia 5,5: Il migliore del pari di Catanzaro è il neo di questa importante vittoria che rilancia le quotazioni del Lecce. Non riesce ad entrare appieno del match e in conclusione di primo tempo tenta una soluzione personale, parata da Pane, in occasione di una ripartenza salentina. Lerda lo tiene giustamente in campo per la gestione di eventuali contropiedi negli ultimi 20’ ma non arriva mai la fiammata giusta. Ha il demerito di perdersi Padella in occasione del gol: è vero che l’ex Entella parte con il turbo verso l’area, ma è altresì evidente il rallentamento del franco-maliano. Giornata incolore per la freccia nera del Lecce
All. Lerda 5,5: Aver ritrovato quasi tutti gli effettivi lo aiuta molto, ha il merito di insistere con il 4-3-3 e le sue idee, beneficiando del miglior Filipe grazie alla copertura perfetta di Salvi e Papini che hanno quasi esonerato lo scuola Roma dai compiti di marcatura “nudi e crudi”. Il suo Lecce copre bene il campo, cerca di addormentare il match con un palleggio un po’ altalenante riuscendoci parzialmente. Nella ripresa, complice forse una condizione fisica non perfetta, è costretto a togliere i motori del centrocampo Salvi e Papini, mantenendo entrambi gli uomini da ripartenza Carrozza e Doumbia. Solita chiusura nel finale, qualche rischio (ci sta in casa dell’ex capolista) e meritata gioia sotto il settore occupato dai tifosi leccesi.
Gli avversari: Benevento
Pane 5
Padella 6,5
Scognamiglio 6
Lucioni 6
Pezzi 5,5
Campagnacci 6,5
Vitiello 5
(38’pt Mazzeo 5,5)
Agiey 5,5
(32’st Kanoutè 6,5)
Alfageme 6
Eusepi 6,5
Marotta 6
All. Brini 5
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