Benevento – Il Lecce esce indenne dalla bolgia del “Ciro Vigorito” di Benevento e si giocherà tutto nel match di ritorno tra le mura amiche del “Via del Mare” tra sette giorni. L’1-1 maturato nel match di andata tra salentini e sanniti è frutto di un match vibrante, senza esclusione di colpi ma, oggettivamente, meglio giocato dai padroni di casa, costretti comunque ad inseguire dalla punizione di capitan Fabrizio Miccoli beffardamente deviata da Dicuonzo al 39’. Il Benevento ha macinato più gioco del Lecce, intento a giocare di rimessa soprattutto nei secondi 45’, e il migliore in campo dei salentini si è rivelato ancora Nicolas Caglioni, già decisivo nella prima frazione di gioco con le parate sulla deviazione di Lopez al 27’ e su Campagnacci lanciato a rete al 46’. Il portiere di Seriate, incolpevole sul gol del pari realizzato da Mancosu al 64’, ha letteralmente chiuso i battenti della porta leccese su Evacuo al 51’ con un intervento d’istinto ed è stato fortunato nell’ammirare le traiettorie delle conclusioni di Melara al 67’ e di Campagnacci in rovesciata al 78’. La maggiore quantità di occasioni prodotta dagli Stregoni non deve comunque far suonare nessun allarme rosso in casa Lecce: Lerda aveva già preventivato una partita accorta in quel di Benevento ed il pareggio in terra sannita non fa altro che rinviare tutto alla partita di domenica prossima, da giocare in un “Via del Mare” che si preannuncerà caldo.
Caglioni 7,5: Mantiene ancora a galla il Lecce con una serie di parate decisive: concentratissimo sul “liscio” di Lopez al 27’, fulmineo nel tuffarsi alla sua sinistra sulla battuta a botta sicura di Campagnacci alla fine del primo tempo. Basta cosi? Per niente. Nella ripresa, dopo una leggera incertezza in fase di disimpegno dove rinvia un pallone su Di Deo, risponde d’istinto con i piedi a Evacuo, ancora lasciato solo nel cuore dell’area.
Diniz 5,5: La velocità di manovra dell’asse sinistro beneventano lo intimidisce leggermente e lo induce a tenere maggiormente la propria posizione. Nel primo tempo, soprattutto nel periodo di maggior dominio territoriale salentino, tiene troppo la palla tra i piedi e ritarda lo scarico sulla trequarti. Dalle sue parti parte il cross per il pari di Mancosu, ma comunque svolge abbastanza bene il compitino di marcatura.
Martinez 7: E’ tornato il sontuoso “Tuma” che comanda quasi da solo la retroguardia giallorossa; se Caglioni merita la palma di migliore in campo per l’importanza delle sue parate, una serie di sue chiusure perfette per tempismo e per furia agonistica hanno assicurato tanti respiri ad una difesa in apnea, soprattutto per due terzi della ripresa. Si divide nella marcatura, su Mancosu in prima battuta e poi su Evacuo specialmente con il pallone per terra. Il suo salvataggio su Campagnacci al 90’ è l’icona della voglia e della grinta che deve mostrare il Lecce per dominare gli Stregoni nella gara di ritorno.
Abruzzese 5: Quanta sofferenza oggi. Il Lecce soffre tantissimo sulle palle alte e sulle palle inattive calciate dalla trequarti in su. Quasi tutte le occasioni di marca sannita viste oggi nascono da incertezze nel conquistare la prima palla nel cuore dell’area o al limite. Il difensore andriese patisce tantissimo la mobilità ed il peso in area di Evacuo, punta completa ed abile non solo negli ultimi 16 metri. In occasione del gol del pareggio non recupera in tempo sull’accorrente Mancosu. Tenta di riscattarsi con una sortita offensiva, ma nel finale di match non riesce a impattare bene uno spiovente tagliato di Miccoli.
W. Lopez 6: Un’altra partita in cui l’uruguagio ha dovuto assicurare ai suoi più quantità che qualità. Ingaggia un interessante duello, fatto anche di colpi proibiti, con Campagnacci e fisiologicamente non riesce a raggiungere il fondo, probabilmente e giustamente per ordine di scuderia vista la natura del match, neanche nel periodo di maggior lucidità dei suoi. Al 27’ rischia la frittata, sventata da Caglioni, e passa il resto della partita a far legna in difesa serrando le fila della retroguardia.
Papini 5,5: Il peso del suo rientro si sente nell’economia della mediana giallorossa. La partita di oggi è stata un match dove i mediani salentini, già dediti all’infinita quantità nel cercare di costruire il giusto schermo per la difesa, sono stati costretti ad un surplus di corsa e di operazioni di taglio e cucito sulle reti di passaggi costruite da Mancosu, Davì e Di Deo. Quando ha la palla tra i piedi non lesina tante buone idee per i compagni dell’attacco, tanto che Brini (che lo conosce bene) cerca di limitarlo con il pressing effettuato da Di Deo. Alla lunga, come tutta la squadra, arretra il baricentro e si occupa maggiormente del contenimento, collezionando anche uno scomodo cartellino giallo.
Salvi 6: Corre, corre e ancora corre. A differenza di Papini però vede ben poco la sfera, poiché opta sempre per lo scarico veloce verso il compagno meglio piazzato. In un recupero su Negro, fermato con un contrasto rude ma pulito e senza neanche buttar via la palla, racchiude la sua essenza di gioco. L’ammonizione rimediata al 36’, dopo un fallo su Mancosu nella trequarti beneventana, lo frena leggermente nell’impeto da calibrare in marcatura.
Ferreira Pinto 5,5: Parte a sorpresa dal 1’ nella bolgia del “Vigorito” per rafforzare il centrocampo e dare le giuste geometrie in fase di costruzione. È sempre guardingo, disponibile al dialogo facile con il compagno vicino e pronto alla giocata decisiva. Al 47’ testa i riflessi di Baiocco con una staffilata da fuori. Tiene quasi sempre basso Som, nonostante il terzino camerunense abbia un passo diverso da lui.
(70’ Bellazzini SV: Lerda lo inserisce per scuotere la fase di manovra del Lecce, con un occhio a qualche remota occasione da rete potenzialmente pronta ad uscire dai suoi piedi. L’applicazione in campo è però diversa e l’ex Cittadella dà manforte ai suoi compagni nel contenimento delle sfuriate beneventane.)
Bogliacino 4,5: Talento e capacità di incidere perduta cercasi. L’uruguagio, riproposto nel suo ruolo naturale di regista avanzato dietro la punta, è molle e raramente si dimostra parte attiva dell’attacco leccese. La sua intesa con Fabrizio Miccoli non si dimostra ancora idilliaca: l’ex Napoli e il “Romario del Salento”, specialmente nel primo tempo, sembrano avere idee diverse ed a pagarne è la pericolosità offensiva del Lecce. Nella ripresa arretra anche lui sulla mediana e si mette a far legna come i compagni. Il Lecce ha un disperato bisogno delle sue intuizioni spacca-partita, ridotte al lumicino quest’anno per quantità.
(83’ De Rose SV: Entra nelle battute finali del match e dà al centrocampo del Lecce quella sostanza necessaria per reggere l’eventuale forcing finale beneventano.)
Beretta 6,5: Sulla fascia sinistra è una spina nel fianco costante per la retroguardia beneventana. Il gol del vantaggio nasce da uno dei tantissimi falli intelligentemente procurati da lui, calciatore maturo e debordante tecnicamente nonostante la giovane età. Tenta la soluzione personale a giro alla fine del primo tempo e lascia il terreno di gioco al 60’ per far posto a Doumbia.
(Doumbia 6,5: Rileva Beretta per sfruttare le sue abilità a campo aperto negli spazi eventualmente lasciati liberi dallo sbilanciamento in avanti del Benevento, ma il gol del pareggio di Mancosu sposta leggermente i suoi piani. Ha comunque un paio di occasioni per partire in velocità puntando Celjak ed il risultato è sempre lo stesso: partenze furiose concluse poi da quel tocco in più che ritarda leggermente il concludersi dell’azione offensiva.)
Miccoli 6,5: Ritorna al gol da calcio di punizione (con deviazione di Dicuonzo) proprio nello stadio che ha visto la sua ultima realizzazione da calcio da fermo (il gol della bandiera nel match di campionato finito 4-1 per il Benevento) e corona un bel match fatto della solita infinita generosità da capitano. Miccoli è ormai solito a prendersi il pallone (e le attenzioni non propriamente dolci delle difese avversarie) per poi cercare di aprire varchi per i compagni meglio piazzati e meno marcati. Non è sempre ben servito dai compagni e, soprattutto alla lunga, si abbassa il suo tasso di pericolosità, in modo direttamente proporzionale alla propensione a difendere del Lecce della ripresa.
All. Lerda 6: Stupisce un po’ la scelta iniziale di Ferreira Pinto sulla fascia destra dal 1’, ma alla lunga la mossa dell’allenatore di Fossano si rivela giusta in quanto l’ex Atalanta riesce a dare quella mano al centrocampo che permette la perenne parità numerica delle mediane in campo. Toglie Beretta per coprirsi un po’ di più già al 60’, cercando di contrattaccare con le accelerazioni di Doumbia, ma la solitudine di Miccoli nella ripresa, mista alla maggiore qualità beneventana nel possesso palla e nella tenuta del campo, lo costringe ad un secondo tempo prettamente difensivo.
Gli avversari: Benevento
Baiocco 6
Dicuonzo 4
(46’ Celjak 6)
Padella 5,5
Mengoni 6,5
Som 6
Di Deo 6,5
(79’ Agiey SV)
Davì 6
Campagnacci 6,5
Mancosu 7
Negro 6,5
(64’ Melara 5)
Evacuo 6,5
All. Brini 6
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