Lecce – Il passo falso di Cosenza ridimensiona ancora una volta le ambizioni di questo Lecce, apparso sterile in attacco senza la vena realizzativa del suo bomber principe Davide Moscardelli, ormai a secco da quattro match, dal 2-1 contro il Messina.
L’incapacità di creare seri pericoli in serie alla porta dei rossoblù non è stata però l’unica criticità vista ieri; gli infiniti cambi d’interpreti in campo operati da mister Bollini hanno mischiato sin troppo le carte del mazzo a disposizione e, in ultima istanza, forse nei secondi 45’ ieri sarebbe servito irrobustire il centro dell’attacco, abbandonando il canonico 4-3-3.
La classifica ora parla chiaro: Il Lecce è quinto, fuori dalla corsa per i playoff, e il distacco dal duo Casertana-Juve Stabia è di tre punti. Il quadro non è certamente dei migliori, ma la lotta per un posto con affaccio alla porta di servizio per la Serie B deve proseguire fino all’ultimo minuto dell’ultima partita.
Perché sperare – Lo 0-1 finale di ieri è stato il risultato di una partita comunque giocata ampiamente dal Lecce, dominatore territoriale del rettangolo verde colpito a freddo dal gol di Elio Calderini, giocatore che quest’anno sta contribuendo in modo esponenziale alla salvezza del sodalizio calabrese. Incassata la rete, il Lecce ha provato a costruire gioco, mancando l’appuntamento con il gol spesso nel momento clou (iniziative di Embalo finite fuori o anticipate sulla battuta a rete dalla difesa) o a pochi passi dal traguardo. Nella ripresa poi, l’inserimento di Gustavo ha dato un’altra vivacità offensiva al Lecce. Il brasiliano sta crescendo pian piano e le iniziative di ieri, occasioni da rete confezionate in proprio o servizi illuminanti per i compagni, confermano il dato. Nell’ipotetica volata finale per i play-off il Lecce conterà sicuramente sulla forza dei suoi senatori: Papini e Abruzzese, condottieri in campo, stanno affrontando un buon periodo di forma e, già a partire dalla gara contro l’Aversa Normanna, trascineranno i giallorossi verso la vittoria.
Perché preoccuparsi – La gestione Bollini, al netto del problema squalificati, ha in dote il problema della mancata identità di squadra. L’allenatore di Poggio Rusco non sembra dare continuità alle proprie mosse da una partita all’altra. Seppur non si discutono le migliorie apportate dal suo arrivo, delle scelte non paiono aver avuto un destino felice. Lo schieramento di Diniz sulla fascia destra, nonostante chiuda la porta alle iniziative di esterni avversari dal credo offensivo, fa perdere di “stantuffo” all’azione offensiva, data la poca propensione dell’ex Livorno a offendere. In avanti, il fisiologico momento di appannamento per Davide Moscardelli richiede una soluzione adeguata. Marzo non è di certo il momento per gli esperimenti, ma potrebbe essere utile, magari in corsa quando le compagini avversarie riescono a bloccare le fasce del Lecce, il passaggio temporaneo al 4-4-2 con una probabile staffetta Miccoli-Gustavo a supporto del Mosca, colpevolmente non dotato di un sostituto naturale nel ruolo di centrattacco.
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