Lecce– Si deciderà tutto negli ultimi 90’. Il Lecce pareggia l’andata della finale playoff per 1-1, ma quanto visto al “Via del Mare” non deve scoraggiare i tifosi, perché è mancato solamente il risultato dopo una prestazione maiuscola della squadra di Franco Lerda, più propositiva rispetto ad un Frosinone sceso nel Salento per raffreddare i bollenti spiriti salentini con una partita tosta e soggetta anche a qualche mezzuccio provocatorio che, si sa e specialmente nei match così, nel calcio è sempre esistito. Il vantaggio di Papini, giunto al 15’ con un’azione sontuosa dell’ex Carpi, è stato ovviato dal tiro deviato di Gori al 31’, azione partita anche da qualche leggerezza in fase di disimpegno e copertura e convertita in gol da una deviazione beffarda di Abruzzese. Il Lecce ha giocato bene, ha messo sotto per lunghi tratti il Frosinone, ma non è riuscito a capitalizzare il dominio territoriale, arrivando dalle parti di Zappino nella ripresa solamente all’85’ con la traversa colta da Mariano Bogliacino; nei secondi 45’ i salentini hanno causato rischi al Frosinone esclusivamente da palle inattive. Dall’altra parte i ciociari, al di là del mezzo tiro in porta dal quale è scaturito il pari, non hanno prodotto del buon calcio e hanno beneficiato di una decisione a dir poco discutibile dell’arbitro Sacchi al 44’: sul contatto in area tra Blanchard e Beretta, con il difensore ciociaro intento a spostare l’attaccante giallorosso pregiudicandone l’equilibrio, il rigore sembrava quantomeno assegnabile. L’episodio del difensore ex Feralpisalò su Beretta, aggiunto al fuorigioco dello stesso scuola Milan e all’ammonizione di Salvi scaturita dopo un intervento vigoroso ma corretto, ha fatto andare su tutte le furie Franco Lerda: il tecnico piemontese, accorso in sala stampa dopo il match, ha puntato il dito contro la direzione arbitrale del “fischietto” Juan Luca Sacchi, reo di errate valutazioni in almeno due occasioni.
Perucchini 6: La deviazione sfortunata di Abruzzese sulla conclusione di Gori lo mette fuori causa senza nessuna colpa attribuibile. La pochezza offensiva, un po’ scelta tecnica un po’ bravura difensiva del Lecce, non gli regala alcun sussulto, fatta salva qualche buona uscita e la risposta positiva alla “telefonata” di Frara all’87’.
Sales 5,5: La defezione di Vinetot e il conseguente spostamento di Diniz al centro della difesa gli riconsegnano la fascia destra. Il terzino di Sanarica comincia leggermente contratto, ma svolge il “compitino”, seppur con qualche sbavatura che però non porta pericoli alla porta di Perucchini.
Diniz 6,5: Il jolly della difesa leccese ritorna al centro della retroguardia nel suo ruolo naturale e colleziona una partita fatta d’interventi puntualissimi e sempre corretti, sia su Daniel Ciofani sia su Curiale. Al 48’ un suo recupero puntualissimo mette in moto Doumbia che poi spreca.
Abruzzese 6: Ha l’arduo ruolo di essere il principale avversario di Daniel Ciofani, il più temuto del Frosinone, ma supera in scioltezza l’esame. Gestisce molto più velocemente il pallone rispetto ad altre partite ed è imperioso nel gioco aereo, punto debole del Lecce nella doppia sfida con il Benevento. È bravo a ricorrere al sano vecchio metodo della “palla in tribuna” quando serve. Al 23’ con una girata volante in area tenta il gol della vita.
W. Lopez 6,5: La finale playoff regala al pubblico del “Via del Mare” il ritorno del miglior Walter Lopez. I suoi interventi ben calibrati su Paganini, spesso provocatore, fungono da volano per le ripartenze giallorosse. Sbatte quasi sempre la porta in faccia all’esterno frusinate ed in fase offensiva riesce a mettere bene almeno sette cross. Nella “corrida” del “Matusa” l’ex West Ham potrebbe avere un ruolo importante.
Ferreira Pinto 6: Il gol della semifinale di ritorno gli ha consegnato definitivamente lo scettro di prima scelta per la fascia destra offensiva. Il duello tra il brasiliano e Crivello si elabora quasi solamente con il terzino ciociaro intento a contenere Ferreira Pinto, sempre pronto a mettere al centro la palla giusta ed a recuperare la posizione dando manforte alla difesa quando serve.
(59’ Bogliacino 5,5: La traversa su punizione, con Zappino battuto, grida vendetta; il bellissimo arcobaleno disegnato dall’uruguagio a cinque minuti dalla fine avrebbe regalato una vittoria, non arrivata anche a causa di una direzione arbitrale quantomeno poco attenta nella gestione degli episodi. L’ex Napoli rileva Ferreira Pinto e si posiziona nel cuore della trequarti ma, come anche in altre occasioni quest’anno, il suo peso specifico in attacco è decisamente inferiore all’apporto dato in fase di contenimento.)
Salvi 6: La sua intensità e il suo spirito di sacrificio sono ormai qualità note ai più. Salvi inanella un’altra partita massiccia per sostanza e chilometri percorsi in tutte le zone del campo, ma incappa in una decisione a dir poco discutibile decretata dall’arbitro Sacchi: il suo intervento in scivolata su Gori viene punito ingiustamente con un cartellino giallo che gli vale l’assenza nella partita delle partite di sabato.
( 84’ Amodìo SV: Rileva Salvi, ormai sfinito, e gesisce la propria zona di competenza negli ultimi minuti.)
Papini 8: Centrocampista totale, “rubapalloni” dai piedi buoni, monarca del centrocampo giallorosso. Gli aggettivi per Romeo Papini, l’uomo più in forma del Lecce in queste ultime uscite, non sono mai sufficienti. Il gol realizzato al 15’ racchiude l’essenza di un calciatore che, per quanto mostrato in questa stagione, sembra sprecato per la Lega Pro: palla rubata a Gori con un intervento energico, sgroppata in solitaria e tiro perfetto dalla trequarti che s’insacca nell’angolo destro della porta di Zappino. La partita del “Papo” però non è solamente il gol: lunghissime sessioni di “taglio e cucito” sulla mediana insieme a Salvi tengono a bada le velleità ciociare.
Doumbia 6: Le sue folate offensive fanno salire sempre l’intensità del tifo giallorosso: peccato che ogniqualvolta il francese debba cercare la soluzione migliore per tradurre in gol le sue belle azioni ci sia sempre una frenata, scelta poco utile per la prosecuzione del gioco offensivo giallorosso. Nel primo tempo fa vedere i sorci verdi a Matteo Ciofani e nella ripresa, complice anche lo spostamento sulla destra decretato dal mister, punge di meno.
Beretta 6: L’assenza di Miccoli lo investe di maggiori compiti in fase offensiva. L’avvio sembra il migliore: l’attaccante scuola Milan è pimpante e arriva sempre primo su ogni pallone. Pecca di eccessiva frenesia quando tenta sempre la soluzione veloce per verticalizzare il gioco e quanto, al 71’ e al 90’ tira da troppo lontano cercando l’eurogol. A suo malgrado, è il protagonista del misfatto del 44’: Blanchard gli frana addosso in area, ma per Sacchi tutto è regolare.
Zigoni 5: La coabitazione con Beretta nel 4-4-2 odierno lo costringe a coprire una porzione più grande di campo, con conseguente difficoltà ad arrivare più spesso e più velocemente sottoporta. Non riesce a trovare il varco giusto tra Biasi, Blanchard e Bertoncini e viene sostituito dopo una prestazione incolore, dove gli unici elementi di positività sono giunti da qualche bella sponda offensiva utile a distendere bene le azioni offensive.
(75’ Barraco SV: Lerda lo getta nella mischia nel quarto d’ora finale per dare un’incisività diversa sull’out sinistro, ma non arriva la fiammata giusta.)
All. Lerda 5,5: L’assenza forzata di Vinetot sopperita con l’inserimento di Diniz, invece di Martinez, nello scontro frontale con il fisico attacco frusinate è una pescata vincente per l’allenatore di Fossano, rientrato in panca dopo la squalifica di domenica. Viceversa, non altrettanto vincente invece è sembrata la scelta di spostare Abdou Doumbia sulla fascia destra per far posto a Bogliacino: l’ex San Marino stava facendo sfracelli a sinistra, facendo soffrire un già ammonito Matteo Ciofani. Giusta la gestione finale, con Barraco e Amodìo in campo: la scelta per i due, elementi sì offensivi ma più equilibrati rispetto ad altri, è in linea con la natura della partita, da giocarsi sui 180’.
Gli avversari: Frosinone
Zappino 6
M. Ciofani 5
Blanchard 6
Biasi 6
(33’ Bertoncini 5,5 )
Crivello 5,5
Gori 6,5
(85’ Carrus SV)
Gucher 6
Frara 7
Paganini 6
D. Ciofani 6
Curiale 6,5
(82’ Gessa SV)
All. Stellone 6,5
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