Lecce– Una vittoria non per esteti. Si doveva dare continuità all’exploit di Salerno e l’1-0 di oggi permette al Lecce di incamerare altri tre punti utili a non perdere contatto con il vertice della classifica. La vittoria di misura della truppa di Franco Lerda porta la firma di Luis Sacilotto, icona di questo Lecce capace di adattarsi ad ogni situazione di gioco con fare camaleontico e vincente.
Il primo tempo si muove sulla direttrice immaginata alla vigilia: Lecce tutto proteso all’assalto dell’area ospite e Cosenza intento a cercare di far male con i contropiedi. Il risultato, prevedibile, dei primi 45 minuti porta il computo dei calci d’angolo con un inequivocabile 6-1 per il Lecce. I ragazzi di Lerda, optando esclusivamente per gli spioventi dalle fasce laterali, espongono il cuore del campo alle ripartenze dei Lupi della Sila, pericolosi con le folate di Alessandro orchestrate da Cori. L’occasione più solare della prima frazione è proprio una “4×100” calabrese: Filipe buca un pallone a metà campo, Alessandro mette il turbo, servizio per Calderini che prima trova la parata salva-risultato di Caglioni e poi centra il palo. Il Lecce scuote il Cosenza con il pieno dominio territoriale e di possesso palla: le occasioni di Lepore (16’) e Della Rocca (23’) sono il preludio alla bordata di Moscardelli che, su una punizione dai 18 metri, per poco non piega le mani a Ravaglia che respinge sul palo. Nella ripresa il Lecce si sistema meglio in campo, chiudendo meglio la via ai centrocampisti cosentini, e con l’ingresso in campo del suo capitano Miccoli trova il gol: cross perfetto del “Romario del Salento” ed inzuccata decisiva di Sacilotto, al secondo gol stagionale. Roselli gioca tutte le sue carte offensive mandando in campo prima Fornito e poi Mosciaro e confeziona una bella prestazione dove però manca il sussulto. Martinez e Abruzzese abbassano la serranda della porta di Caglioni e il costaricense al 31’ nega prima il gol a Cori e poi al 41’ dice no a Mosciaro. Una cattiva gestione delle fasi finali dell’ultimo giro di lancette regala l’ultima emozione del match al 49’ ma il tiro di Calderini, forse il migliore in campo nonostante la sconfitta, su sponda di Cori ribattuta dalla difesa, genera solo un brivido sibilando alla sinistra del palo.
Caglioni 6,5: La parata su Calderini al 29′ minuto è da urlo. Il portierone di Seriate va giù nel modo migliore e sbatte la porta in faccia all’attaccante scuola Perugia. Disbriga bene l’ordinaria amministrazione ed alla fine la sua uscita, un po’ vanificata dalla gestione di palla troppo veloce all’ultimo minuto, rischia di regalare il pari al Cosenza con il tiro, sempre del solito Calderini, che sibila pericoloso al lato del palo destro.
Mannini 7: Il “Via del Mare” ha un nuovo idolo dalle sembianze di un guerriero silenzioso. Il pisano inizia in sordina la partita, alimenta infiniti carichi di cross insieme a Lepore e tiene bassissima la fascia sinistra della retroguardia cosentina. Nella ripresa poi il delirio: una sua azione fatta tutta di tackle perfetti fa spellare le mani ai presenti. La fascia destra ha un padrone.
Martinez 6,5: Meno appariscente di Abruzzese per impatto degli interventi difensivi, ma egualmente efficace. Quando l’andriese buca la chiusura o non può arrivarci c’è lui, con tempismo precisissimo, a vanificare le occasioni rossoblù. Per info chiedere a Cori e Mosciaro.
Abruzzese 7: Inizia benissimo, a tratti sembra imperioso lì dietro quando sportella con Cori e sbroglia tutti i patemi difensivi con calma olimpica, inducendo anche l’attacco rossoblù ad una velocità più lenta nei contropiedi. In proiezione offensiva è il saltatore principe del Lecce ma la contraerea cosentina lo controlla. La difesa con il suo barone andriese gira bene.
Lopez 6: La strategia offensiva del Lecce basata sui cross e sulle sovrapposizioni laterali lo rende giocoforza motore dell’impianto giallorosso. I suoi cross, troppo spesso scagliati dalla trequarti, non partoriscono occasioni nitide. Dalle sue parti, in zona difensiva, non nascono sortite cosentine grazie alla sua intensità.
Sacilotto 6,5: La densità del centrocampo di Roselli lo mette in difficoltà soprattutto quando i rossoblù partono, a tratti in picchiata, in contropiede. Le assenze dei suoi compagni di reparto lo fanno diventare incontrista di giornata con licenza di offendere. Due suoi colpi di testa caratterizzano il tabellino giallorosso: il primo, al minuto 13 della ripresa, viene lisciato ma il secondo è quello vincente. L’ex Latina sfrutta nel migliore dei modi l’arcobaleno disegnato da Miccoli e, proprio da incontrista rude, rompe la marcatura di Magli prima di depositare in gol, il secondo in due partite dopo un anno a digiuno.
(44’st Carini SV)
Filipe 5,5: Una voce non ancora conciliata all’unisono con il coro diretto da Franco Lerda. Il brasiliano, anche a causa dello schieramento ultraoffensivo, deve spesso fare filtro e legna in mediana e, a causa della densità cosentina, non trova lo spazio vitale per i suoi passaggi in verticale. Si riduce ad attore non protagonista della manovra giallorossa.
Lepore 6: Corsa, sacrificio, assist e recriminazioni. La partita di Checco, lanciato all’ultimo sulla destra, è un’altalena di emozioni con un’infinità di palloni toccati. Oltre a essere catalizzatore degli attacchi a spron battuto, attacchi che al 16’ hanno registrato la sua sassata da 25 metri, è il primo marcatore di Calderini. Il 10 cosentino ha tenuto da solo in scacco la retroguardia. Nel finale, su assist di Miccoli, sfiora il gol nel suo stadio a causa della parata di piede di Ravaglia.
Moscardelli 6,5: Trascinatore e uomo squadra sempre alla ricerca della giocata più bella. Fa sentire la sua importante presenza con un bolide da calcio piazzato che Ravaglia devia a fatica sul palo. Sprona i compagni, vuole la palla a sé e cerca di aprire una breccia tra le strette maglie del terzetto cosentino. Nel secondo tempo si sposta sulla fascia sinistra e, dopo aver cercato il palo lontano con un sinistro a giro da posizione decentratissima, semina il panico a Ciancio, deriso con un tunnel secco, prima di essere fermato per un fallo discutibile seguito al secondo dribbling. L’unico neo? L’aver cercato fin troppe volte il fallo, forse indisponendo anche il direttore di gara.
(44’st D’Ambrosio SV)
Della Rocca 5,5: Soffre nel mare di maglie bianche nei 16 metri cosentini. Cerca di “portarsi via” il marcatore arretrando il suo raggio d’azione alla zona antistante la lunetta dell’area di rigore, ma la retroguardia riesce sempre in qualche modo a vanificare le sortite offensive.
Doumbia 5: L’allargamento sulla linea a quattro, con conseguenti maggiori compiti difensivi, lo porta ad una partita incolore dove le sue uniche sortite sono ricordate per una lentezza decisionale nel cercare il varco giusto al centro del campo. L’asse Lopez-Doumbia dello scorso anno sembra un ricordo lontano.
(20’st Miccoli 6,5: Una partita così farraginosa poteva essere risolta solo con la giocata propria del grande campione. Il suo ingresso in campo, nel ruolo sperimentato mercoledì d’insolito attaccante sinistro, permette a Sacilotto di realizzare il vantaggio. Dopo il gol, gioca da fulcro del gioco, prendendosi le attenzioni difensive dei ragazzi di Roselli e giocoforza apre spazi in più.)
All. Lerda 6,5: La defezione di Carrozza, bloccato nell’immediata vigilia della partita, è un’assenza importante ma lui non cambia credo tattico con l’inserimento di Lepore sull’out destro. Espone un po’ troppo il duo di centrocampo Sacilotto-Filipe alle ripartenze cosentine, naturale conseguenza degli assalti laterali coordinati dalle corsie laterali e nella ripresa corregge bene l’assetto accentrando Lepore insieme ai due brasiliani, passando al 4-3-3.
Gli avversari: Cosenza
Ravaglia 5,5
Blondett 6,5
Magli 6
Tedeschi 6,5
Ciancio 6
(38’st Mosciaro SV)
Corsi 6,5
Caccetta 6
(26’st Fornito 6)
Zanini 5,5
Alessandro 5,5
(17’st Criaco 6,5)
Calderini 7
Cori 6
All. Roselli 7
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