Aversa (Ce) – Tranquilli, ci pensa il Mosca. Il Lecce espugna il “Bisceglia” di Aversa con il minimo sforzo, senza correre grossissimi rischi a parte il fisiologico e disordinato forcing finale dei padroni di casa. Lo 0-1 finale con il quale i giallorossi mettono in saccoccia altri tre punti è deciso da una rovesciata degna del miglior Carlo Parola (icona storica della copertina dell’album “Calciatori Panini”) al minuto 52 su cross di Lopez.
Il guizzo dell’ex Bologna ha rotto la mediocrità di una partita contratta e ben giocata da un’Aversa Normanna chiusa a riccio in difesa ma con i propri volenterosi terminali Cicerelli e De Vena lasciati a battagliare contro la retroguardia salentina. Il primo tempo è stato molto tattico e poco spettacolare. Il Lecce non è stato capace di penetrare tra le fitte maglie difensive del reparto arretrato aversano, schieratosi con almeno 6 uomini sempre dietro la linea della palla. I pericoli sono quindi maturati soltanto dai calci piazzati ben indirizzati in area da Checco Lepore.
La quantità industriale di calci d’angolo raccolta dal Lecce è stata condotta con il solito schema offensivo sulle palle inattive: blocchi in area a beneficio delle inzuccate di Abruzzese e Della Rocca che però non hanno centrato la porta di Forte, estremo difensore bravo ad opporsi anche al primo guizzo di Lepore al 27’ e al tiro di Moscardelli al 37’. Il Lecce non riesce a produrre altro ma la ripresa chiusasi sullo 0-0 è solo il preludio al raggio di sole che investe il nuvoloso pomeriggio aversano. Doumbia spreca ma il vantaggio è lì dietro l’angolo. È il minuto 52 quando Moscardelli s’inventa una rovesciata da urlo, pronta a entrare nelle hit di Youtube, portando meritatamente avanti il Lecce. Sempre il Mosca, rinvigorito dal gol, cerca il raddoppio insieme a Lepore e Della Rocca, ma all’occasione doppia dei due al minuto 60’ Forte risponde da campione. L’Aversa Normanna tenta di raccogliere qualcosa con l’inserimento dell’ultimo arrivato Fabio De Luca, ma la verve dell’ex Lucchese porta soltanto qualche palla ballonzolante in area ovviata dalla difesa. Un tiro di Catinali, seguito ad una mischia in area leccese, all’85’ sibila a lato. Quella dell’ex Ancona è l’unica occasione granata. Il Lecce passa con il minimo sforzo ad Aversa grazie al “suo” bomber.
Caglioni 6: Il forcing finale dell’Aversa Normanna lo costringe a gonfiare il petto per due volte con uscite fondamentali a pulire l’area, evitando l’insorgere di pericoli per la sua porta negli ultimi minuti della partita.
Mannini 6,5: La sua presenza in zona cross è inferiore a quella di sei giorni fa contro il Cosenza, ma il temperamento difensivo è sempre più da “terzinaccio” sempre pronto a sbarrare la strada a chiunque cerchi di agire nella sua zona. Non preme il piede sull’acceleratore e nel finale mette il pilota automatico, non andando comunque mai in debito e dimostrandosi abile nel posizionamento con le opposizioni alle conclusioni aversane.
Martinez 6: Cicerelli, seconda punta dell’Aversa, cerca di mettere brio alla sterile manovra offensiva granata, riuscendoci in parte nei primi 30 minuti. Il “Tuma”, fiutata la situazione di potenziale pericolo, fa sentire il suo vigore all’ex Barletta con dei contrasti aspri ma corretti. Nella ripresa le sue chiusure calmano gli spiriti battaglieri di De Vena e compagni.
Abruzzese 6,5: La squadra di Salvatore Marra cerca, le poche volte che ci riesce, di costruire azioni con delle ripartenze palla a terra che, complice anche l’indegno terreno del “Bisceglia” non arrivano mai a buon fine. Questa situazione permette la ricerca del primo gol stagionale, da perseguire sui calci piazzati offensivi. I compagni rompono bene le marcature per due volte, liberandolo all’inzuccata decisiva, ma l’impatto con la palla non è felice. Appuntamento rinviato.
Lopez 6: Dei tanti cross di sinistro scodellati in area in questo campionato, quello che propizia la rovesciata di Moscardelli nasce dal piede destro, quello non naturale per l’uruguagio. L’assist per il Mosca premia la solita partita da torero della fascia sinistra, dove in verità non trova molte difficoltà a “matare” il dirimpettaio Balzano, timido e poco propositivo.
Lepore 6,5: E’ caparbio nella ricerca del gol con ogni soluzione, soprattutto da fuori. Fosse arrivata anche la segnatura, oggi sarebbe stata per lui una partita da incorniciare, partita che ormai gli consegna l’abilità nel ruolo di mezzala destra, come se il leccese occupasse già pochi ruoli sul rettangolo verde. Cuore e motore.
(45’st Vinetot SV: Un colpo di testa a liberare l’area nei minuti di recupero sancisce il suo ritorno.)
Filipe 5: Il “manto erboso” dello stadio di Aversa non aiuta di certo gli elementi dai piedi educati come lui ma la partita di oggi, con il ritorno al 4-3-3 tanto caro al play scuola Roma, non coincide con la prima sua prestazione maiuscola. Qualche errore di misura avvia le ripartenze granata; in più, non riesce quasi mai a trovare la verticalizzazione apri-difesa. Meglio nella gestione del vantaggio della ripresa, ma da lui ci si aspetta di più.
Sacilotto 5,5: Le sue azioni palla al piede, seguite spesso da una sorta di sfondamento cestistico, non portano benefici alla causa leccese. Dopo i due gol consecutivi contro Salernitana e Cosenza si concede una partita incolore, caratterizzata dalla poca velocità di decisione in fase di costruzione ma comunque efficiente quando si tratta di contenere.
Moscardelli 8: A tentare una rovesciata così su una palla che sta per perdersi sul fondo devi essere un pazzo, un temerario del football o un artista. Il Mosca cerca di unire queste tre qualità e mette dentro un altro gol bellissimo, stavolta decisivo per i tre punti, a differenza della staffilata di Messina. La rovesciata perfetta per tempismo ed esecuzione è però il migliore coronamento ad un’altra partita da campione, “in barba” a tutte le voci che lo contestano. Sugli inviti di Della Rocca per due volte prova ad offrire il bis con dei tiri da fuori e, sempre con l’assistenza del brindisino, scuote il muro di gomma della difesa aversana. Un bomber e molto più.
(42’st D’Ambrosio SV)
Della Rocca 5,5: Il lavoro sporco è il suo mestiere, lo sappiamo tutti, ma una dose di cattiveria in più nelle due occasioni capitategli avrebbe permesso di chiudere la partita prima, senza ricorrere agli affanni finali. Vanno resi comunque i meriti a un ragazzo che è sempre lucido, serve assist, e, proprio nei famosi finali, dà il meglio di sé facendo respirare tutta la squadra
Doumbia 5,5: Il ritorno al 4-3-3 non ci riporta il Doumbia apri-difese. Il francese soffre quando di fronte ci sono dispositivi difensivi ben chiusi, non riuscendo ad attivare il suo turbo negli spazi aperti. Ha una buona occasione al 49’, ma un tiro sul primo palo sparato su Forte fa andare su tutte le furie Lerda che lo rimprovera per non aver servito i compagni meglio piazzati al centro.
All. Lerda 6,5: Le assenze degli altri “tenori” Carrozza e Miccoli, non al meglio a causa della febbre, lo costringono al solito dubbio amletico tra 4-4-2 e 4-3-3 risolto con la scelta per il secondo, con Moscardelli pronto a svariare dall’out destro. Il suo Lecce gira bene e solo la bella partita della difesa Normanna impedisce un vantaggio che sarebbe potuto arrivare anche nella prima frazione di gioco per palle prodotte in quantità esponenziale. La prodezza del Mosca lo libera dalle soluzioni offensive d’emergenza e l’arretramento del baricentro dei suoi contiene le sfuriate granata. Ora testa al Catanzaro, in una partita dove probabilmente potrà beneficiare di qualche recupero importante.
Gli avversari: Aversa Normanna
Forte 7
Esposito 6,5
Cardinale 6
Giovannini 6
(10’st De Luca 6,5)
Balzano 5,5
Castellano 5,5
(18’st Catinali 6)
Giannusa 6,5
(26’st Forino 6 )
Papa 6
Pippa 5,5
De Vena 5,5
Cicerelli 6
All. Marra 6,5
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