Lecce– Fabrizio Miccoli si riprende il “suo” Lecce e lo fa nella settimana caratterizzata dal definitivo proscioglimento del capitano giallorosso per il caso-Falcone; il numero 10 sfoga la rabbia accumulata in questi mesi e sigla la decisiva doppietta con il quale il Lecce stende l’Ascoli in una gara dalla doppia faccia, molto più difficile del previsto, vista anche la precaria posizione in classifica dei bianconeri. La compagine di Flavio Destro ha messo in campo un buon calcio ed ha avuto lo stesso numero di occasioni, se non di più, del Lecce: i bianconeri, capaci di accorciare le distanze con Capece al 58’ nell’unico tiro in porta dei secondi 45’, hanno da rimproverarsi la mancata mira nel primo tempo, infatti, agli errori bianconeri è seguito il vitale 2-0 di Miccoli, scaturito da un contropiede orchestrato da Beretta e concluso, in prima battuta, da Ferreira Pinto sul palo.
Caglioni 5,5: La partita maestosa del “Barbetti” di Gubbio gli vale la riproposizione dal 1’ anche nella sfida contro l’Ascoli. La parata di piede al 37′, compiuta con uno stile dozzinale ma efficace che ricorda l’ex portiere del Napoli Claudio Garella, e l’errore di valutazione sul tiro dalla distanza di Capece segnano la sua partita dai due volti: purtroppo per il Lecce, più l’incertezza sulla sassata del centrocampista ascolano, autentica svolta del match che, fortunatamente, non è bastata per togliere i tre punti ai giallorossi.
D’Ambrosio 5,5: Nel finale di partita rischia di diventare l’anello debole della squadra a causa delle sue condizioni precarie, seguite allo stato febbrile degli scorsi giorni. Dalle sue parti imperversa Tripoli, l’elemento più pericoloso della formazione marchigiana, la serata diventa ancor più difficile, ma il terzino ex Lumezzane ci mette tanto cuore per non affondare.
Martinez 6,5: Il primo tempo scorre veloce soprattutto a causa della scarsa vena realizzativa del reparto offensivo ascolano, arrembante solo nello stretto intervallo di tempo intercorso tra l’occasione di Cipriani e lo slalom di Tripoli. Nei secondi 45′, quando il gioco si fa duro e delle grigie nubi di paura si cominciano ad addensare sul “Via del Mare”, il “Tuma” ritorna a giganteggiare e chiude tantissime iniziative marchigiane dando respiro alla difesa giallorossa.
Abruzzese 6: Il primo tempo del difensore andriese comincia con il freno a mano tirato: qualche sbavatura in fase di appoggio non lo rende pienamente caldo e sicuro sui lunghi lanci provenienti dalla difesa; col passare dei minuti prende le misure ai propri avversari e erige il muro della resistenza giallorossa.
W. Lopez 6: Partita “trotterellante”, senza picchi e senza cadute. Chiusure impetuose, progressioni efficaci e marcatura attenta sul binario opposto sono il pane quotidiano dell’uruguagio, rallentato forse dalla spada di Damocle della diffida.
Amodìo 6: Tutte le azioni manovrate della squadra di Franco Lerda passano dai suoi sapienti piedi, accompagnati sempre dallo giusto e consistente spessore in fase di interdizione e contenimento. I ritmi più alti della ripresa e il conseguente arretramento della retroguardia giallorossa lo costringono agli straordinari; giusta la sostituzione.
(84’ De Rose SV: Pochi minuti per concedere respiro alla stanca mediana leccese.)
Papini 5,5: Il Lecce ha preso gol nell’unica buona azione della ripresa ascolana e la reazione del centrocampo, più arretrato e meno intenso, sintetizza l’opaco secondo tempo del Lecce. Le manovre veloci del centrocampo marchigiano imballano l’ex Carpi, sempre in ritardo rispetto a Capece, Greco e Carpani. Si riscatta nel caldo finale arpionando palloni a più non posso.
Ferreira Pinto 6,5: L’atteggiamento offensivo scelto da Flavio Destro aiuta le azioni del brasiliano, spesso libero di agire in larghe porzioni di campo sulla fascia destra. Il risultato è positivo ed a tratti devastante: l’ex Atalanta è il catalizzatore delle azioni offensive giallorosse. Sfortunato sul palo colpito nell’azione del raddoppio.
(64’ Barraco 5,5: Entra per dare una scossa e per velocizzare gli spunti giallorossi sulla fascia destra, ma Giacomini gli prende le misure e, complice un po’ di eccessiva foga, gigioneggia troppo con la sfera tra i piedi. Dà un apporto più pesante alla fase difensiva rispetto a Ferreira Pinto.)
Bogliacino 5: La sua stagione si conferma in chiaroscuro. Ad un primo tempo di tanto lavoro sporco e di aiuto al duo di mediana alterna una ripresa abulica e poco consistente, contornata dalla partecipazione al misfatto che porta al 2-1 di Capece. Nel finale cerca, a tratti bene a tratti male, di tenere incollati ai propri scarpini quei palloni vitali delle ultime azioni di gioco.
Beretta 5,5: Comincia la partita con la solita voglia di spaccare tutto. Dà l’impressione di poter creare sfracelli ogniqualvolta decida di premere il piede sull’acceleratore, ma non riesce né pungere né a sfuggire al proprio marcatore, al di là di due folate iniziali. Dopo l’uscita di Miccoli si sposta in attacco, dove conosce la solitudine.
Miccoli 7: Il tunnel delle note vicende extracalcistiche, conclusosi con il proscioglimento di ieri pomeriggio, sembra finalmente superato: trascina la squadra dei suoi sogni con una doppietta travolgente e pesante ai fini della classifica. Bellissima la girata dell’1-0, copertina di una prestazione finalmente da cerchiare in rosso.
(71’ Salvi 6: Entra in campo per fare il frangiflutti davanti al quartetto difensivo e lo fa bene, poiché l’Ascoli non riesce a cogliere significanti occasioni da rete oltre alla realizzazione di Capece.)
All. Lerda 6: Le scelte obbligate sono dettate da una lunga serie di infortuni, defezioni ed assenze. Schiera bene i suoi uomini contro una formazione, l’Ascoli di Flavio Destro, venuta in Salento per cercare di proporre del gioco senza fare le barricate. Sapiente e fruttifera la scelta di irrobustire il centrocampo.
Gli avversari: Ascoli
Pazzagli 6
Di Gennaro 5,5
Scognamillo 5
Magliocchetti 5,5
Giacomini 6,5
Greco 6,5
Capece 7
Carpani 6,5
(86’ Ruzzier SV )
Colomba 6,5
(79’ De Iulis )
Cipriani 5,5
(69’ Minnozzi 6)
Tripoli 6,5
All. Destro 6,5
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