Lecce– La delusione di una partita sfuggita di mano per una serie di episodi, anche evitabili, rimane, ma il Lecce di Franco Lerda esce positivamente anche dalla sconfitta contro la capolista Perugia. Il passo falso di ieri che forse cancella gli ultimi sogni di promozione diretta è stato seguito dalle pronte critiche di una frangia di tifoseria dal palato fine, fortunatamente in stretta minoranza rispetto agli scroscianti applausi del 94’, che ha contestato una serie di scelte tattiche a Franco Lerda, il mattatore della rimonta giallorossa. L’insoddisfazione per il mancato risultato positivo è comprensibile, si sa, ma sarebbe poco onesto intellettualmente puntare il dito contro chi ha preso per mano una squadra col morale sotto i tacchi e l’ha portata nella sala d’attesa del treno per la Serie B e contro un gruppo di calciatori, capitanati da Fabrizio Miccoli, dediti ad una mole enorme di sacrificio sul rettangolo verde di gioco.
Partita vibrante– Il match andato in scena ieri al “Via del Mare” ha dimostrato l’alto livello di questo campionato di Prima Divisone, stagione nella quale sono presenti una serie di squadre ben attrezzate che di certo non sfigurerebbero neanche in Serie B. Il Lecce di ieri ha fatto la partita contro la prima della classe e non ha subito il gioco della capolista Perugia, andata in rete subito grazie ad un regalo della difesa leccese scartato dal bomber Eusepi dopo il fallo di D’Ambrosio sull’incontenibile Fabinho. I giallorossi, andati anche sullo 0-2 a causa dell’eurogol di Moscati, non sono andati in tilt ed hanno costruito la loro reazione con tanta umiltà e tanta forza di volontà: Lopez, Doumbia e Ferreira Pinto hanno coordinato tantissime azioni offensive che hanno portato a un infinità di palloni al centro dove, purtroppo, capitan Miccoli ha potuto soltanto lottare da gran condottiero contro i teutonici centrali del Perugia Massoni e Scognamiglio. L’altalena di emozioni del big-match di ieri poteva girare anche dalle parti giallorosse quando, al 13’, Abdou Doumbia ha colto l’ennesimo palo dal centro dell’area dopo un contatto a dir poco dubbio tra Massoni e Bogliacino. Il grande cuore del Lecce ha portato i primi frutti in chiusura di primo tempo quando Miccoli ha trasformato il secondo penalty di giornata: l’atteggiamento del capitano giallorosso nel recuperare la sfera con infinita foga per riportarla a centrocampo è l’emblema di questa squadra che, nonostante lo scetticismo del suo pubblico alle prime difficoltà, non molla mai ed ha tenuto alle corde la capolista. I cambi dei secondi 45’ (Beretta e Barraco per Salvi e Ferreira Pinto) sono stati l’anticamera del pareggio, giunto con la bellissima soluzione inventata da Giacomo Beretta da una palla quasi morta in pasto alla difesa perugina. La squadra di Camplone è venuta a Lecce forte dei due risultati su tre favorevoli alla propria causa ed ha giocato bene, meritando il posto in classifica che vale mezzo piede in Serie B. Il 2-3 di Scognamiglio, giunto pochi minuti dopo il pari dell’ex Pavia, non è bastato a mettere la parola “fine” all’incontro poiché l’indomabile Lecce è riuscito a ripartire ancora una volta presentandosi dalle parti di Koprivec con Doumbia e D’Ambrosio, grazie alla fantasia di Barraco ed alle manovre orchestrate da un Bogliacino passato sulla mediana. L’andazzo della partita, senza un vero padrone e decisa solo dagli episodi, si è confermato, purtroppo per il Lecce, al 70’ quando il navigato Gianluca Comotto è riuscito a far ammonire per la seconda volta Dario D’Ambrosio. L’espulsione, seguita dal 2-4 di Sprocati sempre in contropiede, non è bastata ad ammansire l’atteggiamento del Lecce, ma ovviamente l’apporto offensivo in 10 contro 11 non ha potuto portare lo stesso quantitativo di occasioni. Con tutti gli impedimenti del caso, i giallorossi sono riusciti ad arrivare al 3-4 con Zigoni ed addirittura ad avere occasioni per il pari con Amodìo e Beretta. Il Perugia ha vinto, anche meritatamente, ma dalla partita di ieri esce ancor più forte che solo spiacevoli episodi possono fermare questa squadra, arricchita nella ripresa dalla riproposizione di Fabrizio Miccoli assieme ad una punta.
Occhio alla concorrenza– La giornata di ieri non ha visto l’impegno del Frosinone, vittorioso a tavolino sulla Nocerina ormai cancellata dalla Lega Pro e sempre distanziato di soli due punti dal Perugia, ma con il turno di riposo ancora da scontare. L’Aquila scavalca il Lecce di un punto e riconquista il terzo posto a quota 35 lunghezze: i rossoblù sbancano Viareggio con un 3-1 che lascia l’amaro in bocca alle Zebrette di Lucarelli dopo due rigori dubbi non concessi dal direttore di gara; di Libertazzi, Del Pinto e Gallozzi i gol degli abruzzesi che ovviano alla grande partita del “talentino” del Lecce (in forza al Viareggio) Rosafio, autore del temporaneo pari bianconero e di una serie di azioni importanti. Catanzaro e Pisa non si fanno male nello scontro playoff della giornata ed il match finisce con uno scialbo 0-0, nonostante il maggior quantitativo di gioco prodotto dai toscani. Recupera quota il Benevento, sempre formidabile tra mura del “Vigorito”: a farne le spese è il Pontedera, sconfitto con un secco 3-0 con la rete di Mengoni e la doppietta di Evacuo. Nella parte finale della zona playoff si rivede la Salernitana che non lascia scampo al Barletta, prossimo avversario del Lecce, e lo sconfigge per 3-0 grazie alle realizzazioni di Gustavo, Mancini e Mendicino. Continua la crisi del Prato, sconfitto dal fanalino di coda Paganese e fuori dalla zona playoff: il gol di Deli consegna la vittoria esterna agli azzurrostellati in quel del “Lungobisenzio” di Prato. All’undicesimo posto il Gubbio scavalca il Grosseto grazie alla vittoria per 2-1 giunta nello scontro diretto tra le due compagini; gli eugubini si avvicinano al treno playoff grazie ai gol di Luparini e Falconieri, necessari a ribaltare l’iniziale vantaggio maremmano di Ferretti.
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