Lecce – Il Lecce conquista la finale, e lo fa con un 2-0 che, seppur con qualche estemporaneo pericolo occorso, scaccia i fantasmi visti nella partita d’andata del “Vigorito”. La squadra di Lerda, oggi sostituito in panchina dal vice Giacomo Chini, ha vinto il match a centrocampo: la mediana giallorossa ha spadroneggiato sul terreno di gioco e, rispetto a sette giorni fa, non ha dato respiro ai palleggiatori beneventani Davì, Agyei e soprattutto Mancosu, i cui effetti negativi sono stati limitati da una partita sontuosa di Salvi e Papini. Il centrocampista romano ha giganteggiato nella sua zona di competenza, recuperando palloni e costruendo gioco per tutti i 90′ e l’ex Treviso, seppur frenetico palla al piede, ha chiuso tante falle ed ha aiutato la copertura dei compagni sulle fasce deputati alla marcatura di Negro (molto insidioso) e Melara. In più, un’altra scelta vincente per la formazione salentina è stata Kevin Vinetot: il difensore icona di quel Lecce claudicante della gestione Moriero da brutto anatroccolo si è trasformato in un leggiadro cigno che in un battito d’ali ha annullato il pericolosissimo bomber Felice Evacuo. La partita, decisa dai gol di Ferreira Pinto al 20′ e dall’autorete di Mengoni all’87’, ha però visto un Benevento sfortunato a tratti: il palo colto da Padella al e il gol annullato a Guerra al , rappresentano le maggiori occasioni per la squadra di Brini.
Il Lecce, nei secondi 45 minuti, salvo un leggero arretramento tra il 60’ e il 70’, ha contenuto abbastanza bene le idee dei ragazzi di Brini e, purtroppo, ha sprecato un buon contropiede in superiorità numerica per chiudere la partita, messa poi in ghiaccio dal tocco fortunoso di Gianmarco Zigoni. Ora lo scontro totale contro il Frosinone, 180 minuti tutti da vivere con intensità per coronare nel migliore dei modi una rincorsa con pochi eguali nella storia.
Caglioni 6 : Il Lecce conquista la finale senza ricorrere agli, ormai frequenti, straordinari del suo portiere. La partita dell’estremo difensore bergamasco, inguaiata da dei fastidi muscolari che lo costringono a lasciare il campo a otto minuti dalla fine, è fatta solamente di qualche uscita a terra puntuale.
(82’ Perucchini SV: Rileva l’infortunato Caglioni e tira un sospiro di sollievo quando il guardalinee annulla per giusto fuorigioco il gol a Guerra.)
Diniz 6,5: Puntuale negli interventi, calmo nella gestione della sfera e sufficientemente propositivo in fase di possesso: il bel primo tempo del difensore brasiliano, seguito da un secondo tempo fatto di copertura sfrenata sull’insidiosissimo Negro, disegna un’altra partita positiva di una stagione esaltante per il difensore brasiliano, divenuto ormai una colonna del pacchetto arretrato giallorosso.
Vinetot 7: Lerda lo preferisce al “Tuma” Martinez e lui ripaga con gli interessi la scelta vincente del tecnico: s’incolla ad Evacuo e non gli concede nessuna occasione nel cuore dell’area, habitat naturale del bomber degli Stregoni. Gestisce bene i tempi di intervento sugli avanti sanniti e non spreca nessun pallone privilegiando sempre quella soluzione facile che dà linfa al gioco.
Abruzzese 6: Si riscatta parzialmente dopo la difficile partita del “Vigorito” e svolge il suo compito senza demeritare. Una sua gestione di palla lenta rischia di favorire Evacuo, potenzialmente solo davanti a Caglioni, ma il difensore andriese rattoppa da solo la sua scucitura.
W. Lopez 6,5: Recuperato completamente dall’infortunio, è tornato quel giocatore ad alta e continua intensità che sa sbattere le porte in faccia agli avversari di giornata. Melara lo conosce bene, ma ciò non gli basta ad evitare la sconfitta nel duello a sinistra. Comincia bene anche in fase propositiva, mettendo al centro due palle interessanti, ma poi la mutata inerzia della partita lo costringe alla “corrida” difensiva contro Melara prima e contro Celjak e Campagnacci poi.
Ferreira Pinto 7: L’ago della bilancia del centrocampo leccese, elemento capace di dare quella tanto importante equilibratura alla mediana, imprime la svolta del match con il gol del vantaggio al 20’, siglato con un destro secco dal lato destro dell’area di rigore. La rete non è il solo aspetto positivo del match: l’ex Atalanta, nonostante il considerevole gap di età, brucia più volte Som, sfiora la doppietta con una bellissima soluzione al 33’, ed è il solito ed affidabile punto di riferimento dell’out destro per tutti i 95 minuti.
Salvi 7: Il ricordo della partita d’andata, con Di Deo, Davì e Mancosu bravi a costruire una rete di passaggi per sfiancare il centrocampo leccese, è cancellato da una partita dove, assieme a Papini, riesce ad annullare le velleità offensive del centrocampista sardo, costretto a dispensare i suoi bei palloni molti metri più dietro rispetto al match del “Vigorito”. La sua volontà e il suo spessore tattico mostrato in ogni raddoppio sull’esterno sono state essenziali per ridurre al minimo le sofferenze.
Papini 7,5: Quanto sei mancato “Papo”. Il centrocampista romano, “monarca” della metà campo leccese, è il migliore in campo di giornata. Il suo moto perpetuo, intelligente e fruttuoso è un incubo per la mediana beneventana, costretta col passare dei minuti ad essere saltata dai compagni visto il maggiore spessore che Papini riesce a dare al centrocampo giallorosso. I suoi interventi, splendidi per tempismo e vigore, salvano anche gli errori altrui e fanno salire i decibel del “Via del Mare” come le prodezze balistiche di un trequartista. Tenta di rendere perfetta la sua partita con una soluzione da fuori, ma la mira non è quella giusta.
Doumbia 6,5: I suoi dialoghi di prima con Papini e Beretta regalano sprazzi di bel gioco in una partita dove la pressione degli obiettivi è pesantissima. Chiude troppo il tiro allo scadere del primo tempo, ma nella ripresa riesce a fare ciò che non è riuscito a compiere al “Vigorito” di Benevento: il francese è il direttore d’orchestra di due contropiedi che, se capitalizzati, avrebbero potuto chiudere anzitempo la contesa.
Miccoli 5: Quell’ammonizione per proteste rimediata al 50’ per un presunto mani in area di Mengoni su una sua girata è la macchia della giornata: il capitano, diffidato, salterà il match casalingo della finale. Al 43’ una sua intuizione da campione aveva aperto la via per il contropiede salentino, ma l’assist smarcante per l’ex Pavia è troppo poco per uno come lui, capace di cambiare le partite da solo. Conoscendolo, starà già proiettato alla finale di ritorno del 7 giugno al “Matusa” di Frosinone, appuntamento importantissimo che lo potrebbe far entrare anche nella storia della squadra del suo cuore.
(61’ Bogliacino 6: Rileva Miccoli dando al Lecce un baricentro più basso. Sbaglia ancora qualche passaggio di troppo in fase di costruzione, ma si guadagna la pagnotta prima con tanta densità data in mezzo al campo in ausilio a Salvi e Papini e poi con il lancio illuminante che porta al 2-0 di Zigoni.)
Beretta 5,5: E’ il solito cobra sempre pericoloso e velenosissimo per le difese avversarie, poiché riesce a ricavare buoni spunti anche da palle morte e in mezzo a più avversari. Nella partita di oggi però non riesce a fare quel passo avanti che gli consentirebbe di essere decisivo per la partita, forse per l’eccessivo leziosismo mostrato con qualche giocata di fino di troppo, forse per un po’ di affaticamento patito soprattutto nella ripresa.
(75’ Zigoni 6,5: Non importa il come, ma conta la sostanza. Il nono gol del “pennellone” lombardo è un “gollonzo” partito da uno stop sbagliato della punta giallorossa seguito da una deviazione vincente sul salvataggio alla disperata di Mengoni. Il gol rende i minuti finali più tranquilli ma, si sa, la segnatura più importante è sempre la prossima.)
All. Chini 6: Sostituisce lo squalificato Lerda nel migliore dei modi e ne applica i dettami. Giusta la sostituzione di Fabrizio Miccoli con Mariano Bogliacino, soprattutto per dare più densità a un centrocampo che viaggia a mille e spinosa, ma governata nel complesso bene, la gestione dei guai occorsi a Nicolas Caglioni, costretto ad essere l’ultimo cambio di una partita che poteva protrarsi al di là dei 90’ regolamentari.
Gli avversari: Benevento
Baiocco 5
Celjak 6
Mengoni 5
Padella 5,5
Som 5
Davì 5,5
(88’ Doninelli SV)
Agyei 6
Melara 5
Mancosu 6,5
(67’ Campagnacci 6)
Negro 6,5
(72’ Guerra 6)
Evacuo 5,5
All. Brini 6
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