Lecce – Ventiquattro ore dopo il sapore della vittoria è ancora più dolce. La vittoria con la quale il Lecce ha sbancato Salerno, maturata grazie a una ripresa totalmente diversa dall’opaco primo tempo, rappresenta una totale inversione di rotta, specialmente per la tanto agognata prima vittoria in trasferta. I giallorossi hanno domato la Salernitana con un 1-3 che non lascia assolutamente recriminazioni ai ragazzi di Menichini, autori sì di un primo tempo più lucido rispetto al Lecce, ma totalmente incapaci di colpire la difesa giallorossa dopo il gol iniziale di Caetano Calil. Il vantaggio dell’ex Frosinone, arrivato di testa al 5’, è stato comunque frutto di una disattenzione del pacchetto arretrato: Nalini ha trovato via libera sulla sinistra a causa del “buco” di Lopez e della marcatura troppo molle di Donida.
Le due facce del Lecce – Il gol subito, con Caglioni incolpevole, ha contratto un po’ i giallorossi, inizialmente con poche idee offensive e con il trio offensivo Moscardelli-Doumbia-Carrozza troppo isolato al di là della linea mediana del campo, reparto a sua volta schiacciato dalle iniziative granata di Nalini, vera sorpresa della rosa salernitana, e Negro, intento a partire dall’out di competenza per poi accentrarsi grazie alla sua abilità nel tener palla. L’uscita di Nalini, infortunatosi alla caviglia al 28’, per far posto a Mendicino ha indotto Menichini al passaggio al 4-4-2, con conseguente arretramento di Negro, unico a rivelarsi pericoloso con un tiro da fuori. In 40’ il Lecce ha prodotto zero occasioni, ma la Salernitana non ha punto di più dalle parti del portierone di Seriate. A fine primo tempo la sfuriata di Moscardelli, bravo ad agganciare e addomesticare un pallone in mezzo a tre difensori, con un tiro a lato ha scosso un po’ i giallorossi prima del debordante secondo tempo, iniziato con il cambio tattico Donida-Della Rocca che ha indotto Lerda ad optare per l’offensivo 4-2-4.
Nel segno del Mosca – Il cambiamento di modulo con i quattro giocatori offensivi davanti ha partorito una nuova partita: Lecce padrone del campo, manovre giallorosse fluide e risultato subito corretto dopo soli 5 minuti. Della Rocca, bravo con il suo lavoro a tenere schiacciato lo schieramento campano, becca il braccio largo di Trevisan e il conseguente (e pesantissimo) calcio di rigore è trasformato da Alessandro Carrozza, al primo gol con la maglia del Lecce. L’1-1 è però frutto di un avvio diverso di un Lecce con un leader in campo: Davide Moscardelli si è dimostrato il motore della squadra e, negli iniziali momenti di difficoltà, le sue ripartenze hanno dato brio al gioco del Lecce, impaurendo e imballando una difesa salernitana spesso in difficoltà nel contrasto con la tecnica del barbuto bomber ex Bologna. Moscardelli avrebbe meritato il gol personale, sarebbe stato il quarto, ma la sua azione solitaria può essere interpretata come un assist poiché l’1-2 di Sacilotto (anche lui al primo gol con il Lecce) è scaturito dalla respinta di Gori alla sgusciante conclusione del Mosca. La partita da condottiero, non solamente in attacco dati i suoi ormai frequenti rientri sulla trequarti, arretramenti che quasi sempre sono stati preludi ad aperture illuminanti per i compagni delle corsie laterali.
A ritmo di pizzica – Ed è proprio sulle fasce che il Lecce ha messo la parola fine alla contesa dello stadio “Arechi”. Moscardelli, uscito a metà ripresa, ha lasciato il posto a Lepore. Con l’ex Varese il Lecce è tornato ad un 4-4-2 più bilanciato e proprio sulla corsia destra, con il brio del ragazzo di San Pio, la vittoria ha assunto dimensioni più rotonde. Lepore e Carrozza, insieme sull’out destro, hanno ammattito Pezzella che si è spesso ritrovato inerme in mezzo ai due palleggiatori giallorossi salentini doc. Il leccese ed il gallipolino hanno spaccato la Salernitana in due tronconi, vanificando l’apporto del centrocampo granata, a sua volta costretto alla ricerca della contro-rimonta con i tiri da fuori di Volpe e con le palle inattive. Dall’ennesima azione corale dei due è arrivato il gol del tris, firmato da Abdou Doumbia dopo l’assist di Gigi Della Rocca nel cuore dell’area salernitana. La partita dello stadio “Arechi” ha quindi sancito la forte candidatura dei due: Checco Lepore e Alessandro Carrozza sono le frecce laterali che parlano dialetto salentino. D’ora in poi sarà difficile tenere fuori uno dei due in un centrocampo che riabbraccerà i mastini centrali Salvi e Papini e attende con ansia i piedi buoni di Bogliacino.
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