L’analisi mondiale: big tra rimonte e paure, conferma Colombia, leggendario Costa Rica

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 Mondiali 2014Paure, altre rimonte e matricole pronte a scrivere la storia del proprio paese: l’eliminazione dell’Italia non fa fermare la giostra delle emozioni del grande calcio. La sofferenza del Brasile, vittorioso sul Cile soltanto dopo i calci di rigore, fa coppia con la rimonta, l’ennesima in questo Mondiale, dell’Olanda sul Messico: la truppa di van Gaal riesce ad avere ragione del Tricolòr con una rimonta negli ultimi due minuti. Il Mondiale delle americane continua poi con le affermazioni di Colombia (in scioltezza sull’Uruguay) e Costa Rica (passata con la Grecia dopo i rigori).

Che paura Brasile! Gli ottavi di finale si aprono con il botto: il Brasile intero soffre per 120 minuti e tira il fiato per una sequenza di calci di rigore contro il tenace Cile. A far tirare un sospiro di sollievo ci pensano Julio Cesar e il palo sinistro della porta del Mineirao di Belo Horizonte: l’ex portierone dell’Inter fa l’eroe neutralizzando i rigori di Pinilla e Sanchez e il montante interno respinge il penalty decisivo di Jara, difensore della Roja che lascia il mondiale tra gli applausi. La partita inizialmente si era messa benissimo per il Brasile, con il vantaggio al 18’ di David Luiz. Un errore in fase di disimpegno della difesa verdeoro regala poi l’occasione del pari, ben sfruttata dal “Nino Maravilla” Alexis Sanchez che infila la giusta traiettoria sul secondo palo. L’1-1 non sblocca la classe del Brasile, ancora imperniato sulle folate solitarie di Neymar nonostante l’inserimento dei piedi buoni di Fernandinho a metà campo. La Selecao soffre davanti l’incapacità di Fred (e poi del subentrato Jo) di cantare all’unisono con i compagni della trequarti. Il Cile sfrutta i problemi del Brasile e cerca di pungere la retroguardia verdeoro con Aranguiz che trova i guantoni di Julio Cesar; dall’altro lato Hulk trova anche il gol, ma l’arbitro Webb annulla per un tocco di braccio dell’attaccante dello Zenit. Le occasioni diminuiscono, la paura aumenta e raggiunge picchi esagerati al 120’ per il Brasile: un tiro da fuori di Pinilla colpisce la traversa di quella porta poi ancora fatale alla Roja cilena.

Cuadrado-Rodriguez: Cueca colombiana – La squalifica di Suarez indebolisce l’Uruguay, giustiziere dell’Italia nella fase a gironi, che cede il passo all’arrembante Colombia. Il 2-0 con il quale i Cafeteros battono la Celeste è la partita che, qualora ce ne fosse stato bisogno, celebra la stella di James Rodriguez. Il centrocampista 22enne trascina la Colombia ai quarti di finale con un gol, quello del vantaggio al 28’, mozzafiato: stop con leggero rimbalzo e missile terra-aria che non lascia speranze a Muslera. Il gol del trequartista del Monaco, rete che ricorda il bellissimo gol dell’argentino Maxi Rodriguez negli ottavi di finale di Germania’06 contro il Messico, apre la via del trionfo ai ragazzi di Pekerman. Il raddoppio, firmato ancora dall’eclettico James, è un prodigio della nostra Serie A: azione prolungata di Armero, cross per Cuadrado che, da campione quale sta dimostrando di essere, serve perfettamente di testa la sfera al centro sfoderando una visione di gioco fuori dal comune per James Rodriguez che scarica la sfera in fondo al sacco. L’Uruguay, innervosito dalla lucidità colombiana con Cavani che falcia James Rodriguez, cerca di rimediare al doppio vantaggio dei Cafeteros con Pereira, Forlan, Cavani e Rodriguez, ma la Colombia beneficia di un’altra bella scoperta: il portiere Ospina, con interventi sempre più difficili, abbassa la saracinesca e lascia a bocca asciutta la Celeste, con buona pace dei tifosi uruguagi intenti sempre a inneggiare al Pistolero Luis Suarez.

Dramma Messico, Passa l’Olanda – A Fortaleza, l’Olanda batte il Messico per 2-1 e accede ai quarti di finale. Fin qui nulla di strano, peccato che a due minuti dalla fine il Tricolor stesse già assaporando il sogno del quarto di finale con uno 0-1 maturato grazie alla rete di Giovani dos Santos. Gli oranje sono duri a morire, non si arrendono alle parate di Ochoa (prodigioso su Blind e Robben), ancora oggi eroe totale della difesa messicana, e raggiungono il pareggio con Wesley Sneijder: l’acuto dell’ex interista, con un tiro di giustezza dopo un batti e ribatti in area, fa tornare sulla terra il Messico. L’incubo della squadra di Herrera, già proiettata ai tempi supplementari dopo il pari di Sneijder, si materializza quattro minuti dopo: Robben vola sulla fascia, Marquez lo atterra e Huntelaar trasforma il penalty che regala i quarti all’Olanda. Louis van Gaal ha sofferto ancora una volta lo schieramento speculare del Messico rispetto al 5-3-2 iniziale degli oranje: i tulipani hanno sofferto l’assenza di Nigel De Jong a metà campo, nonostante il buon lavoro sulla mediana di Bruno Martins Indi, e hanno ribaltato il match grazie alle accelerazioni delle proprie stelle, beneficiando anche dei continui mutamenti tattici di van Gaal, generale intento a spostare sempre nel modo vincente le sue pedine. Per il Messico tantissimo amaro in bocca dopo la quarta uscita consecutiva agli ottavi di finale: la squadra di Herrera ha sorpreso la platea mondiale con un bel calcio improntato sul lavoro degli esterni Layun e Guardado e sulla cristallina classe dei propri uomini d’attacco.

Costa Rica nella storia – La partita meno attesa dell’intera batteria degli ottavi di finale regala comunque tantissimi spunti e molte emozioni in questo mondiale dove si è fa bene anche senza eccellenze tecniche: Costa Rica e Grecia non cambiano il loro leitmotiv tattico, basato su una difesa attenta e ben costruita, ma sono i centroamericani a conquistare l’ambito pass per i quarti di finale. Il primo tempo è avaro di emozioni, le due squadre hanno paura a scoprirsi e, sia Santos sia Pinto, s’affidano a lunghi lanci per le punte. A lungo andare la coperta si rivela corta e la partita sale di tono: al 52’ un colpo di biliardo di Bryan Ruiz dopo un’azione sulla sinistra di Bolanos lascia di sale Karnezis e porta in vantaggio i Ticos. La squadra centroamericana però poco dopo paga l’ingenuità del difensore centrale Duarte, uno dei migliori della spedizione costaricense: il doppio giallo del 25enne del Bruges lascia in 10 il Costa Rica ma la Grecia non riesce a pungere dalle parti di Keylor Navas. Giochi finiti al 90’ in tranquillità? Neanche per sogno. Quando c’è di mezzo la Grecia, gruppo di esponenziale carattere guidato dall’energia difensiva di Manolas al centro e Holebas a sinistra, le partite finiscono all’ultima azione, ne sa qualcosa la Costa d’Avorio e anche i Ticos subiscono il pari greco in Zona Cesarini: a far gridare di gioia gli ellenici è Sokratis Papasthatopulos, il primo ad avventarsi su di una respinta di Navas al 91’. Gli uomini di Santos premono, forti del vantaggio numerico, ma Mitroglou, subentrato a , trova per due volte le pronte risposte dell’estremo difensore Navas: al 91’ il portiere del Levante alza sopra la traversa una deviazione di testa e al 122’ si oppone con il corpo alle punta del Fulham, ben servita da un assist di Gekas. Theofanis Gekas, punta del Konyaspor, sbaglia il quarto rigore, respinto da Navas, e Umana segna il quinto rigore su cinque per l’altalena infinita delle emozioni della partita che porta per la prima volta il Costa Rica nei quarti di finale di un Mondiale. Per la Grecia, in vantaggio numerico per un ora di gioco, il rammarico è forte, ma anche gli ellenici registreranno un bel risultato con il passaggio del turno raggiunto a scapito di Costa d’Avorio e Giappone. 

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