Sala Stampa “Sergio Vantaggiato” gremita di giornalisti; c’è il pienone dei grandi appuntamenti per la conferenza voluta dal Patron Savino Tesoro, che arriva puntualissimo con il figlio Antonio e il fidato amico commercialista.
Un fiume in piena il numero uno giallorosso, ne ha per tutti, e non nasconde i suoi intenti, vuole portare la squadra in serie B, ma con una politica meno dispendiosa. Negli occhi di padre e figlio tutta la delusione per la stagione fallimentare. Inizia così Savino:
«Il campionato è finito e l’epilogo amaro è sotto gli occhi di tutti. Ritengo però di aver compiuto il mio dovere, anzi di più. Abbiamo fatto degli investimenti importanti, tenendo in rosa elementi con stipendi onerosi che consideravamo di grande tecnica. Pensavamo che tutto questo bastasse a stravincere il campionato, e invece no, abbiamo fatto i nostri errori. Ora siamo qua, per ricominciare, nonostante tutti ci hanno sempre dato per spacciati, mettendo in giro voci che non pagavamo gli stipendi e altro. Purtroppo sulla gestione economica dell’anno scorso ha pesato l’eredità lasciata dalla vecchia proprietà, ma è inutile ormai parlare di queste cose. Ora ricominciamo carichi, vogliamo fare bene e abbiamo un anno di esperienza in più».
Parole forti e chiare quelle del Patron che subito dopo punta il dito sulle persone che più hanno deluso quest’anno:
«Indubbiamente ci sono calciatori che non hanno fatto ciò che ci aspettavamo. Avevamo Benassi cercato e acclamato da tutti, uno dei migliori portieri della serie A l’anno prima, Esposito calciatore di serie A entrato anche nel giro della nazionale, Tomi arrivato con grandi speranze e prospettive, Di Maio uno dei migliori centrali di categoria, eppure non hanno fatto bene. Su Diniz vi dico invece che non mi è dispiaciuto. Abbiamo scelto di tenere i senatori perché sapevamo di non poterli mandare via, i tifosi, la piazza li voleva. E poi molto sinceramente, cosa mi avreste detto l’anno scorso se avessi venduto Benassi e compagni? Tra di noi, tra di voi, penso che nessuno poteva sospettare ciò che è accaduto».
Ci tiene comunque a sottolineare che non è tutto da buttare e ad un certo punto della stagione la società ha tentato di arginare i problemi di spogliatoio:
«Però non è tutto da gettare, non dimentichiamo che siamo arrivati all’ultima partita dei play off con mezza squadra infortunata e per buona parte della stagione siamo stati primi in classifica. Per quanto riguarda i calciatori, i senatori come dite voi, vi ricordo che nel periodo in cui furono accantonati, iniziarono le fratture nello spogliatoio e il Lecce iniziò a perdere le partite. Abbiamo fatto i nostri errori, ne teniamo conto e ricominciamo motivati più che mai».
Poi alla domanda se un nuovo Direttore Sportivo sarebbe stato inserito nei quadri societari, il Presidente sbotta, il fiume in piena straripa:
«Il Direttore Sportivo c’è e si chiama Antonio Tesoro, non perché è mio figlio ma penso che abbia fatto un buon lavoro. E poi per come sono io, i miei soldi non li metto in mano a nessuno, se vi aspettate un Presidente che dia soldi ad un Direttore Sportivo che faccia di testa sua, avete sbagliato persona. Abbiamo riconosciuto i nostri errori, l’anno prossimo ci sarà un nuovo Team manager, anche se posso dirvi che io in prima persona con altri cinque, la sera siamo andati a prendere i calciatori dai locali per portarli a casa, voi non le sapete tutte le cose, perché per il bene del Lecce e per andare in B non abbiamo fatto sapere nulla, ma vi posso assicurare che abbiamo vigilato e non è servito a nulla. Ripeto, coscienti degli errori, sicuramente faremo meglio. Si va avanti con Antonio come D.S., tanto poi ho diversi amici in giro che mi segnalano i calciatori».
A chi gli chiede chi siano questi amici e se tra questi c’è anche Petrachi risponde così:
«Non vedo perché io debba dire tutto a tutti, comunque tra gli amici c’è Marotta, e Petrachi chi è? Il cantante?».
Subito dopo si passa all’argomento allenatore:
«Gautieri ormai è tramontato, ieri abbiamo visto Moriero, con cui abbiamo chiacchierato, oggi vedremo Giannini, e subito dopo Dionigi, tra questi ci sarà l’allenatore del Lecce, ancora non abbiamo deciso; lo faremo nelle prossime ore, al massimo in due giorni scioglieremo ogni nodo, in modo da pianificare il ritiro e tutta la campagna acquisti».
Campagna acquisti che sicuramente sarà condizionata dai contratti che verranno rescissi nelle prossime ore, e questo non è un mistero e Tesoro lo ribadisce fermamente:
«Molto dipenderà dalla coscienza che i calciatori, che sapete tutti, avranno; spero prendano esempio da Jeda e Tomi che sono andati via senza nulla pretendere, dopo penseremo al futuro».
La proprietà ha le idee chiare su tutto:
«Ripartiremo da tre o quattro giocatori. Bogliacino ci è stato richiesto in queste ore, ma abbiamo stoppato tutto, lui è un grande professionista dentro e fuori dal campo; indubbiamente vogliamo tenere Martinez, Memushaj è nostro, su Falco cercheremo di attuare una strategia per tenerlo anche se è richiesto. Il resto lo vedremo nei prossimi giorni. Sicuramente anche se conterremo i costi faremo una squadra competitiva per andare in B».
Sull’argomento “Miccoli” una sola battuta di Antonio Tesoro: «In questo momento ci sembra indelicato parlare di Miccoli, vi dico solo una cosa, se fossimo andati in B, lui sarebbe stato sicuramente un calciatore del Lecce».
La colonna sonora ideale di questa conferenza stampa, sarebbe potuta essere la canzone di Vasco Rossi: “ E già, io sono ancora qua”.
La famiglia Tesoro però non fa mistero che se qualche cordata di imprenditori volesse inoltrare proposte, accetterebbe di buon grado di intavolare una trattiva. È chiaro però che nessuno voglia investire nel calcio a Lecce, e se tutto non sarà programmato per il verso giusto, la piazza salentina dovrà prepararsi a vivere anni bui.
Questi signori, originari di Spinazzola, innamorati del mare Ionio e del barocco leccese, stanno facendo il massimo, errando certo, come tutti d’altronde, ma mantenendo la squadra nel calcio che conta, prima del loro arrivo non dobbiamo mai dimenticare che la vecchia proprietà ormai stanca, dopo mille battaglie, stava consegnando il titolo nelle mani del sindaco.
Tesoro ha parlato chiaro: «Bisogna andare in serie B programmando tutto meticolosamente, ma senza spendere in modo sconsiderato; nessuna società di C, può permettersi di pagare stipendi ai calciatori di 700 mila euro l’anno. Bisogna tagliare e contenere i costi, è l’unico modo per tentare di ritornare in B».
In chiusura, ci balena l’idea di come il contenimento dei costi, comunque, vada anche a toccare qualche tasto dolente, come quello della chiusura di qualche settore del campo come già successo quest’anno: certamente la chiusura della Sud sarà il primo taglio che la società affronterà.
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