Ricompare in Salento l’alga tossica che pur non essendo pericolosa per la salute, produce una tossina, la Palitossina, che, se inalata, può provocare malesseri transitori come riniti, laringiti, bronchiti, congiuntivi e febbre che passano nel giro di 24/48ore, senza ulteriori complicazioni.
In effetti eventuali problemi non sorgerebbero facendo il bagno, ma essendo nebulizzata nell’aria, la tossina potrebbe essere inalata, soprattutto in caso di mare mosso o forte vento.
L’Arpa Puglia ha pubblicato sul suo sito la mappa interattiva che segnala tutti i punti contaminati, indicati con il simbolo di una bandierina con cui si segnala la presenza scarsa, media o abbondante della Ostreopsis.
L’Alga Tossica Ostreopsis ovata è arrivata sulle coste pugliesi probabilmente introdotta accidentalmente in Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi e si sono avute le prime segnalazioni nel 2000/2001. Chiaramente si sviluppa abbondantemente nel periodo estivo a seguito delle alte temperature alta pressione atmosferica, condizioni di irraggiamento favorevoli, mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni.
Per evitare eventuali effetti dannosi è sconsigliabile lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate, limitare il consumo a scopo alimentare di organismi quali, ad esempio, i ricci di mare i quali potrebbero accumulare la tossina.
L’Arpa Puglia ha inoltre pubblicato le tabelle contenenti le località in cui ci sarebbe maggiore rischio di incontrare l’alga tossica. I siti riportati sono San Cataldo-vicino al Faro (LE) porto Badisco-scalo di Enea (LE) scarico Ittica Ugento a Punta Macolone (LE).