Lecce – Nel pomeriggio di domenica scorsa, attraverso le pagine del social network Facebook, l’Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Lecce, Andrea Guido, ha postato un simpatico aneddoto riguardante un episodio capitato a lui stesso in riferimento all’imbarazzante domanda di una donna che, utilizzando una certa quantità di profilattici ogni giorno, si poneva il problema del conferimento e dell’eventuale riciclo degli stessi, alla luce del nuovo sistema di raccolta differenziata avviato in città. Il post ha ottenuto centinaia di like, condivisioni e commenti. Un successo inaspettato per un argomento tabù.
“Vorrei aggiungere qualche mia altra considerazione a quanto già espresso attraverso la piattaforma web di Facebook appena ieri sera – dichiara oggi Andrea Guido – In realtà la donna che mi ha fatto la domanda imbarazzante sul conferimento dei profilattici, penso che tutti lo abbiate capito, esercita la professione più antica del mondo. Mi ha fatto piacere, in primis, che anche lei, persona purtroppo, in un paese come il nostro, relegata ai margini della nostra società, si sia posta un problema del genere. Vuol dire che la città intera, in tutte le sue espressioni, si sta avviando verso la consapevolezza che differenziare i rifiuti è una responsabilità morale volta a garantire un futuro sostenibile al pianeta intero.
Il preservativo usato, secondo quanto previsto dalla Regione Puglia in materia di differenziazione dei rifiuti, soprattutto in riferimento alle piattaforme disponibili oggi, deve andare nell’indifferenziato. Questo sia chiaro per tutti. Anche se bisogna ammettere che talune case produttrici hanno già messo in commercio dei prodotti completamente biodegradabili e realizzati in puro latrice naturale i quali potrebbero essere avviati al compostaggio alla stessa stregua dell’organico. Questo però. oggi, in Puglia, non è ancora possibile, perché le piattaforme di compostaggio disponibili possono ricevere solo 2 codici C.E.R.: uno è quello che si riferisce ai rifiuti biodegradabili prodotti dalle cucine e dalle mense e l’altro ai rifiuti prodotti da giardini e parchi.
L’incontro di ieri con la signora, però, mi ha dato lo spunto per una piccola e simpatica ricerca sull’amore e il sesso ecocompatibili. Oggi l’ambientalista doc, infatti, può scegliere di seguire semplici regole e selezionare accessori e sistemi di prevenzione tra molti articoli a impatto ambientale zero.
Si può rispettare l’ambiente, quindi, con tanti piccoli gesti quotidiani: mangiare cibi biologici, usare la bicicletta invece dell’auto, riciclare e fare la raccolta differenziata. Ma si può rispettare l’ambiente anche quando si fa l’amore. Noi ne siamo convinti! Si può sedurre ed essere sedotti consumando la propria passione secondo la filosofia più green.
Esiste quindi il sesso ecosostenibile.
Spegnere la luce per consumare meno elettricità è un’idea, ma togliere la vista al maschio significa togliergli uno stimolo fondamentale. Invece del buio si può puntare sulle classiche candele o scegliere una location suggestiva e alla luce del sole come una spiaggia solitaria; scelta che però richiede un viaggio e quindi non è molto ecologica. Ma non è necessario andare in posti esotici e lontani per staccare, concedersi la passione, un’esperienza diversa o anche solo un’avventura: più ecosostenibile sarebbe riuscire a inserire queste cose nel proprio quotidiano.
Per quanto riguarda gli afrodisiaci, quelli naturali, ovviamente, sembra che non sia il caso di mangiare ostriche e frutti di mare perché la loro raccolta danneggia gli oceani… Si sa, infatti, ormai, che in realtà non esistono cibi afrodisiaci, a parte il peperoncino che ha un reale effetto vasodilatatore che può favorire il sesso. Senza esagerare con le dosi. Bisogna invece evitare di utilizzare sostanze che naturali non sono, come per esempio il Viagra, come fossero afrodisiaci chimici, propedeutici a una mega prestazione. È un uso sbagliato e pericoloso: si tratta di farmaci e come tali vanno usati solo in caso di patologie; e comunque non hanno alcun effetto sul desiderio. Greanpeace, per quanto riguarda i lubrificanti, consiglia quelli naturali perché l’amore deve essere libero dalla dipendenza da petrolio e risorse fossili. La vaselina non va usata, ma non solo perché è ricavata dal petrolio e quindi non è ecologica. La motivazione più importante, e meno conosciuta, è che risulta dannosa se usata con il preservativo: il lattice subisce delle alterazioni al contatto e aumentano i rischi di rottura. Per questo vanno usati solo lubrificanti naturali a base acquosa.
Non dimentichiamo poi, e mi riferisco alle giovani coppie che usano appartarsi in auto, che non è bello buttare dal finestrino il preservativo dopo averlo usato.
Di sesso ecologico se ne parla da un po’. Era allora solo questione di tempo perché ci facessimo coraggio e vincessimo l’imbarazzo per parlare dell’argomento. Tutto questo grazie all’episodio raccontato attraverso il posti di ieri”.