Squinzano (Le) – Nella porzione di territorio della marina di Casalabate, acquisita dal comune di Squinzano a partire dal 2012 e destinata a diventare la porta del Salento e fiore all’occhiello del comune, il fantastico lungomare “improvvisamente” ha iniziato a collassare come era facilmente prevedibile visto che da tempo erano presenti tutti i sintomi degli smottamenti dovuti all’erosione.
L’ambiente non è un tema ciclico da tirare fuori nelle occasioni come questa; la salvaguardia della costa, a volte, sembra essere ostaggio del brevissimo tempo in cui si accendono i riflettori all’approssimarsi della stagione balneare.
Il Piano di assetto idrogeologico, approvato nel 2005, prevedeva che gli enti locali avrebbero dovuto predisporre l’aggiornamento e la verifica delle situazioni di rischio e pericolo individuate e a procedere con analisi dettagliate alla revisione dei perimetri, oppure adoperarsi per avviare, insieme ad altri enti, le misure necessarie all’eliminazione o alla mitigazione dei fenomeni di pericolo e rischio. Dal 2006, invece, è in vigore la Legge Regionale 17 “Disciplina della tutela e dell’ uso della costa”, strumento legislativo che prevede, mediante la pianificazione regionale e comunale, l’individuazione di regole e azioni per una corretta fruizione sostenibile e sicura della costa. La Regione ha approvato nel 2011 il Piano regionale delle coste che imponeva ai comuni di redigere i piani delle coste comunali entro 4 mesi dall’approvazione di quello regionale. Ad oggi quasi nulla è stato fatto, la maggior parte degli enti locali non ha provveduto a rivedere le aree soggette a pericolo potenziale, disattendendo il principio per cui gli enti locali sono il primo presidio per la sicurezza e la qualità dell’ambiente.
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Bisogna focalizzare l’attenzione su un punto basilare e cioè: il comune di Squinzano, unitamente a quello di Trepuzzi, ha acquisito, a seguito della legge regionale approvata ad hoc, il territorio di Casalabate solo nel 2012, e per quello che riguarda Squinzano, l’amministrazione, guidata da Mino Miccoli, è in carica da giugno del 2013. Nell’estate dello stesso anno, sulle ali dell’entusiasmo e con il breve tempo a disposizione, gli amministratori, appena eletti, hanno solo rifatto il maquillage della marina, cercando di rimanere all’interno del recinto del patto di stabilità; poi, durante l’inverno, il problema non più primario è stato affrontato dal punto di vista della riorganizzazione e pianificazione della gestione del territorio che ha visto degli interventi mirati e, senza voler essere polemici, di sicuro effetto ma di scarsa incisività dal punto di vista della tutela ambientale. Lo sforzo, che gli amministratori hanno profuso, è stato quello di rendere fruibile a breve termine e nel migliore dei modi Casalabate; ciò però è stato vanificato dall’azione della natura. Una volta che vengono alterati gli equilibri, non a caso si parla di ecosistema, le conseguenze possono essere abbastanza prevedibili.
Intervenendo adesso sul lungomare, è probabile che la prossima estate questo risulterà essere scarsamente fruibile, ma sarebbe un disagio accettabile perché propedeutico alla sua salvaguardia, anche se, per goderne la bellezza, si dovranno impiegare tempi più lunghi.
Il piano delle coste, previsto dalla legge regionale, la cui redazione da parte dei progettisti incaricati e solertemente sollecitata dall’assessore all’urbanistica Andrea Pulli, sembra sia ormai in dirittura d’arrivo; in teoria sarebbe solo una questione di tempo che, appunto, oltre alla cronica penuria di fondi, è proprio quello che comincia a scarseggiare.
I contribuenti di Casalabate sono pronti a pagare i balzelli necessari a sostenere la rinascita della marina, ma si aspettano a breve, o al massimo entro medio termine, dei risultati concreti che ad onor del vero in parte ci sono stati, ma ciò che viene chiesto a gran voce è di passare dalla fase del divertimento alla fase del lavoro, quello serio.
Chi scrive non intende indicare metodi e modi di intervento atto a sanare la situazione del lungomare ormai incancrenita, ciò verrà sicuramente fatto da tecnici altamente specializzati che sapranno individuare la strada giusta da percorrere… si spera!.
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