Squinzano (Le) – La crisi economica ha reali e serie ripercussioni anche a livello ambientale. Il nostro territorio è stato colpito duramente soprattutto nel comparto edile, molte imprese non smaltiscono i rifiuti prodotti nelle discariche autorizzate, per il disperato bisogno di far quadrare i conti. Tale situazione rende aleatorio il senso civico degli addetti ai lavori; il rispetto dell’ambiente diventa solo un’opinione e, di conseguenza, si alimentano le discariche abusive.
Così accade che, se per caso, ci si trovi a passare in alcune zone interne della marina di Casalabate, si corre il rischio d’imbattersi in qualche discarica di materiali edili di media entità composta da: inerti, plastica, ceramiche, tufi, eternit con l’immancabile contorno di mobili ed elettrodomestici abbandonati, alcuni anche abbastanza pericolosi per l’ambiente, come ad esempio i frigoriferi dai quali i liquidi di raffreddamento fuoriescono inquinando il terreno.
Quindi, da una parte abbiamo le imprese operanti nel settore dell’edilizia che, vuoi per gli alti costi di smaltimento legale, vuoi per scarso rispetto dell’ambiente, abbandonano nelle campagne gli scarti delle lavorazioni, soprattutto nelle aree che sono sottoposte rispetto al livello delle strade che le attraversano, facendo supporre a chi guarda di trovarsi di fronte ad operazioni di riempimento per successivi utilizzi non propriamente agricoli. Dall’altra parte invece si assiste all’uso incivile da parte di cittadini indisciplinati e non rispettosi dell’ambiente di disfarsi dei rifiuti dove capita indiscriminatamente, pronti però a lamentarsi poi di eventuali disservizi presenti nella marina. Dal punto di vista della norma occorre fissare alcuni punti ben precisi.
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La qualificazione giuridica di discarica necessita della sussistenza di almeno due elementi:
a) secondo i giudici penali si configura una vera e propria gestione abusiva dei rifiuti in base al numero e al tempo dei conferimenti, che denota una sorta di organizzazione dell’attività. Tali operazioni di smaltimento sono sanzionate penalmente dall’art. 51 comma 1. Tale comma è applicabile a “chiunque effettui una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33.
Diverso è invece il caso che configura l’assoluta occasionalità dell’abbandono dei rifiuti e cioè: mancanza di ripetitività o abitualità dell’evento, anche se si tratti di rifiuti propri. Inoltre, secondo quanto stabilito dal Dlgs 36/2003, il deposito occasionale dei rifiuti deve rispettare i limiti temporali previsti.
b) Il territorio, interessato al reiterato conferimento illecito dei rifiuti, di fatto subisce una trasformazione anche se nello strumento urbanistico la destinazione d’uso di tale area resta invariata.
Il proprietario del terreno, ove insiste una discarica abusiva, se non è accertata la sua colpevolezza a qualsiasi titolo in merito all’abbandono dei rifiuti nel suo campo, non risponde del reato di cui all’art. 51 Dlgs 22/97.
Come previsto dall’art. 40 comma 2 del Cod. Pen., se il proprietario pur consapevole che sul proprio terreno vengono depositati regolarmente, in modo continuativo e ripetuto rifiuti, non intraprende azioni atte ad evitarlo, omettendo di denunciare la presenza della discarica, di fatto ciò non è sufficiente a far configurare il suo concorso di colpa nell’illecito altrui.
Pertanto il non impedire l’evento illecito (discarica abusiva) “… configura la colpa ma non è sufficiente a far sì che il proprietario del terreno risponda penalmente così come disposto dall’art.51 del Dlgs 22/97.
Indiscutibile il fatto che i responsabili di tutto questo sono le imprese che ripuliscono i cantieri in cui effettuano le lavorazioni, i privati cittadini che scaricano rifiuti e scarti dove loro è più comodo, infischiandosene del bene comune. Le Amministrazioni Comunali cercano di fare la loro parte e continueranno a farla si spera, impegnandosi maggiormente nella prevenzione e nella repressione di ogni abuso in materia ambientale; ma affinché l’obiettivo della tutela dell’ambiente possa essere centrato, è indispensabile ed essenziale la collaborazione dei cittadini. L’auspicio è che disinteresse, indifferenza e a volte anche incuria cedano il passo ad una maggiore sensibilità. La marina è di tutti, non rispettarla con un comportamento incivile arreca un danno alla generazione che quel comportamento non attua ma che purtroppo subisce.
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