Negli ultimi mesi, di apparente silenzio, in tanti hanno sperato che il batterio killer degli ulivi sia stato soltanto un brutto sogno o una montatura thriller organizzata a dovere da chissà chi. Gli operatori del settore, invece, che vivono ogni giorno sulla loro pelle la malattia delle loro piante il senso di angoscia purtroppo non li ha mai abbandonati. Indipendentemente dal modo con cui questo batterio possa esser arrivato nel Salento, il dato di fatto è che c’è ed i suoi effetti sono visibili.
Nella giornata di ieri è arrivata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea una pronuncia pesantissima che mette a rischio l’intero patrimonio floro-faunistico della penisola salentina.
Nella pronuncia la Corte afferma che “La Commissione può obbligare gli Stati membri a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate da xylella fastidiosa, ancorché non presentanti sintomi d’infezione, qualora esse si trovino in prossimità delle piante già infettate”. In poche parole, Bruxelles può legittimamente imporre l’eradicazione delle piante sane nel raggio di 100 metri dalle piante malate, anche se queste non manifestino sintomi evidenti ma dalle analisi risulta la presenza del batterio.
La Corte di Lussemburgo ha proseguito motivando la decisione come segue “Questa misura è proporzionata all’obiettivo di protezione fitosanitaria nell’Unione ed è giustificata dal principio di precauzione, tenuto conto delle prove scientifiche di cui la Commissione disponeva al momento della sua adozione”. Dunque, alla luce di un principio di precauzione pur non essendovi un sicuro nesso causale tra batterio e disseccamento rapido ma una “correlazione significativa tra tale batterio e la patologia di cui soffrono gli ulivi” sarebbero giustificate le misure imposte dalla Commissione Europea all’Italia.
Questa pronuncia, da brividi per il territorio salentino, lascia presagire una nuova e difficile stagione di abbattimenti. Ora la parola passa al Tar Lazio che seppur nei mesi scorsi ne aveva ordinato una sospensione, è chiamato a rivalutare la vicenda tenendo conto della pronuncia della Corte di Lussemburgo.
Al momento sarebbero esenti dai tagli solo le 3000 piante sotto sequestro dalla Procura di Lecce, la quale è comunque tenuta a confermare o revocare la misura del Dicembre scorso.