Un ministro che ha l’ambizione di “nutrire il pianeta” con Expo e non si accorge che rischia di affamare il Salento, con la sua inerzia, è per la Voce dell’Ulivo semplicemente inadeguato. Dal comitato: “Chiediamo l’intervento del premier Matteo Renzi, affinché, attraverso l’abolizione del divieto di impianto degli ulivi, dia un futuro olivicolo al Salento, ciò che il suo ministro non è ancora riuscito a dare. Da oggi in poi riterremo il premier Renzi responsabile del destino del Salento”.
Ancora dal Direttivo: “Il Ministro Martina oggi è impegnato a consegnare su un vassoio d’argento, all’UE, la testa di circa 4000 piante di ulivo del Salento, utili solo a dimostrare sudditanza e obbedienza alla Comunità Europea, dimenticando che sono a rischio concreto di disseccamento altri venti milioni di piante di ulivo”.
Dalla Voce dell’Ulivo fanno ancora sapere: “L’errore lo sta facendo anche il territorio, oggi concentrato sulle eradicazioni nel Nord Salento, quasi dimenticandosi che le piante stanno continuando a seccare anche nel restante 98% del territorio salentino, con rischio concreto di desertificazione dello stesso. Numeri questi che ad oggi purtroppo possono solo crescere”.
Ancora dal comitato: “Bisogna tornare alla realtà, non si deve dimenticare che nel Salento ci sono aree, come il Gallipolino, completamente essiccate. Bisogna ripartire da lì! Bisogna avere il coraggio di ripensare quei territori, sostituendo le piante morte con piante che possano ricostituire quel polmone di ossigeno fatto di alberi di ulivo verdi e produttivi che esisteva fino a pochi anni fa, per garantire salubrità agli abitanti, bellezza al territorio e dignità agli olivicoltori. Quindi dopo essere stati antesignani nel parlare di cultivar tolleranti, nel parlare di deroga al divieto di impianto, oggi vogliamo essere antesignani nel chiedere di sostituire le piante morte del Salento. È impensabile continuare a vedere per un altro anno territori come il Gallipolino, uno dei simboli della bellezza del territorio salentino, ridotto in un cimitero di ulivi dove l’unica cosa che sta crescendo è l’immondizia sui bordi delle strade”.
In fine dalla Voce dell’Ulivo: “Dopo il fallimento di tutti i tentativi di salvare gli alberi, a partire da quelli con calce rame e zinco ecc…., la strada maestra, per evitare la desertificazione del Salento e per garantirne un futuro olivicolo, rimane quella della ricerca delle cultivar tolleranti/resistenti. Mentre per salvare i nostri alberi secolari e soprattutto millenari, la pratica agronomica dell’innesto può rappresentare la vera chiave di volta. Gli innesti praticati da noi su piante millenarie, ad oggi, stanno dando risultati più che promettenti”.