La Guardia Costiera sostiene la campagna della Fondazione DAN Europe tesa a sensibilizzare i diportisti, al fine di prevenire gli incidenti da elica ai danni dei sub. Si tratta di una campagna storica, che quest’anno si è arricchita di alcune importanti partnership istituzionali: oltre alle Capitanerie di Porto, hanno aderito al progetto anche la Croce Rossa Italiana e i nuclei OPSA della stessa Associazione.
Presso le imboccature di diversi porti turistici sono stati collocati grandi striscioni che invitano i diportisti a rispettare la distanza di sicurezza di 100 metri dalle bandiere che segnalano la presenza del sub in immersione. Tutti coloro che effettuano immersioni sono obbligati a portare una boa segna sub, un segnale di avviso e protezione, usato in acqua per indicare che c’è un subacqueo in immersione, in modo che gli stessi siano visibili alle imbarcazioni (navi, barche, surf, ecc.) e che le stesse possano tenersi a distanza.
La bandiera può essere sia blu e bianca, divisa verticalmente al centro (Alfa), sia rossa con striscia bianca diagonale. Nel caso di più subacquei ognuno deve essere dotato di un pedagno o pallone di superficie gonfiabile che possa essere “sparabile” in immersione, di colore ben visibile e munito di sagola di almeno cinque metri, da utilizzare, prima di risalire in superficie, in caso di separazione dal gruppo. Il subacqueo deve operare entro il raggio di cinquanta metri dalla verticale del segnale segna sub.
Chi si immerge con una certa frequenza sa bene quanto sia pericoloso riemergere in superficie a causa delle troppe imbarcazioni che, molto spesso anche ad elevata velocità, incrociano nei pressi delle zone di immersione malgrado la presenza dei palloni di segnalazione e delle barche appoggio dotate di bandiera regolamentare.
A nulla valgono le grida ed i gesti di “attenzione!” da parte di chi è rimasto in barca a monitorare i compagni in acqua, poiché molto spesso i rumori emessi dall’imbarcazione in avvicinamento coprono le grida di avvertimento o, piuttosto, perché chi è alla guida poco se ne cura… Così ogni anno, purtroppo, si devono registrare casi di subacquei travolti dalle eliche delle imbarcazioni da diporto e molti di più sono i casi di incidenti appena sfiorati. Questo tipo di incidente deriva quasi sempre dalla distrazione o dalla ignoranza da parte dei conducenti delle imbarcazioni dei segnali di sub in immersione e delle norme da rispettare per evitare collisioni ed incidenti; probabilmente ciò è dovuto anche al fatto che in Italia chiunque può porsi alla guida di un mezzo spinto da un motore con potenza fino a 40 cavalli, a patto di essere maggiore di anni 16 e di navigare entro le 6 miglia, anche se non si è a conoscenza delle norme che regolano il transito delle imbarcazioni.
L’unico modo per provare a ridurre il bilancio di questi tragici incidenti è una campagna di sensibilizzazione e diffusione della regola della distanza, in modo da far sì che un sempre maggior numero di conducenti di imbarcazioni sia cosciente del fatto che il pallone e/o la bandiera rossa con striscia diagonale bianca esposta significa che in quella zona vi è almeno un sub in acqua e che quindi, per evitare di investirlo con la barca o, peggio, con le eliche del motore, è necessario transitare ad almeno 100 metri di distanza. L’adesione al progetto da parte della Guardia Costiera rientra a pieno titolo nella sua missione istituzionale di garantire la sicurezza della balneazione e la salvaguardia della vita umana in mare.