Che non fosse un momento d’oro per il territorio salentino lo si era intuito, ma che la situazione potesse precipitare in così poco tempo era difficilmente prevedibile. Il Governo, nella persona del ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, ha impugnato dinnanzi alla Corte Costituzionale la legge anti-speculazione sui suoli colpiti da Xylella Fastidiosa.
Con la legge 7/2015, proposta dal consigliere democratico Sergio Blasi, che ha emendato la legge 41/2014, la Regione intendeva tutelare il territorio colpito dalle disseccazioni degli ulivi da probabili speculazioni. In particolare, si vietava nei terreni interessati da espianti, abbattimenti e spostamenti di piante, il cambiamento di destinazione d’uso per i sette anni successivi agli interventi.
L’impugnativa si fonda sulla violazione dell’Art. 117 comma terzo della Costituzione, con riferimento alla “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” (con evidente riferimento al caso TAP), nonché dell’Art. 3 in relazione al principio di uguaglianza. Inoltre viene rinvenuta anche una lesione della libertà di iniziativa economica e della proprietà privata e quindi degli Artt. 41, 42 e 43.
Tuttavia la ratio legislativa è ben chiara, e si è moralmente imposta al fine di frenare una inevitabile cementificazione nella zona del gallipolino, dove sarebbero dovute sorgere abitazioni, discoteche e centri commerciali.
Pronta la reazione del governatore Emiliano che ha affermato: “Non incidiamo sulla pianificazione e quindi sulla potestà dei Comuni e non introduciamo un vincolo urbanistico, ma una prescrizione limitata nel tempo che rientra tra le potestà legislative temporanee”.
Sulla stessa linea di pensiero il consigliere Blasi, che si è dichiarato fiducioso sul lavoro che attende gli uffici regionali che potranno invocare l’applicazione del principio di precauzione. Ebbene sì, esattamente lo stesso principio, invocato dalla Corte di Giustizia UE che ha legittimato la decisione della Commissione Europea sull’abbattimento delle piante sane.