Nei giorni scorsi, aspre polemiche hanno attraversato il web, fonte primaria un articolo apparso su un giornale on line che riportava i nomi di 46 indagati per il blocco della stazione di San Pietro V.co (Br) del novembre scorso. Protagonisti i componenti del movimento spontaneo a difesa degli ulivi sorto per combattere contro le eradicazioni, etichettato con superficialità come espressione del Movimento Cinque Stelle.
Per capirne di più abbiamo incontrato Crocifisso Aloisi, uno dei componenti del Popolo degli Ulivi,a quasi tre anni da quando è ufficialmente emersa la faccenda Xylella. Tre anni in cui è accaduto di tutto, anche un’inchiesta da parte della Procura di Lecce, che ha portato prima al sequestro degli alberi candidati all’eradicazione ed in questi giorni al loro dissequestro con motivazioni più o meno valide.
Che cosa è precisamente il Popolo degli Ulivi ?
“Un insieme di cittadini e volontari, di diversa estrazione (sociale,culturale e politica) che hanno tre obiettivi comuni: difesa del Territorio, degli Ulivi e della Salute dei cittadini. Un movimento senza capi in cui molte decisioni vengono prese in assemblea. Ogni comitato spontaneo che si è costituito nei vari territori, ha avuto sempre una propria autonomia di azione : così è stato per i presidi permanenti di Veglie ed Oria, così è stato per i comitati di Torchiarolo, Oria,Veglie ecc. La caratteristica di questo movimento è che non c’è una elite statica che decide le azioni politiche e di informazione da intraprendere. E’ la rete, con le sue condivisioni, a decidere se un determinato soggetto, grazie ai suoi ragionamenti ed analisi, è da seguire oppure no. E questo è un aspetto fondamentale ed innovativo. Ci sono stati periodi in cui alcuni amici sono stati importantissimi, con i loro ragionamenti, per la nascita di questo movimento e che oggi invece, per motivi strettamente personali, sono completamente assenti in questa fase . Quindi apparentemente non sono più considerate delle guide, ma non è detto che non lo saranno nuovamente in seguito. Così ci sono oggi altre persone che, con le loro idee, stanno dando degli input a tutti quanti e ai cittadini in generale. Ma non è detto che sarà sempre così. Il movimento è molto dinamico, e questa è una sua forza, ma ripeto, non c’è mai stato un leader o un gruppo di persone che potevano ritenersi i capi del movimento. Però gli ultimi avvenimenti ci spingono a fare un’altra riflessione”.
Cioè ?
“Credo che siano maturi i tempi perché il movimento si doti di una sua , diciamo, ‘personalità giuridica’. Per poter incidere nei processi decisionali, per poter interloquire con le Istituzioni a tutti i livelli, è necessario dotarsi di un minimo di struttura organizzata. Non è possibile, ed oltremodo tatticamente non conveniente, lasciare a psudo-associazioni di categoria o movimenti che si proclamano (a parole) difensori degli ulivi, l’esclusività di incidere nel processo decisionale in questa delicata faccenda e di interfacciarsi con la politica. Inoltre strutturarsi in associazione o comitato formalmente costituito, dà migliori possibilità di difesa e migliori strumenti per difendere gli interessi del Territorio, che si ritengono danneggiati da comportamenti e decisioni prese in tutta la questione”.
Cosa non vi convince in questa storia (la xylella) ?
“Dovremmo parlare per diverse ore dei punti ambigui di quella che ho sempre chiamato “Storiella Xylella”. Credo fondamentalmente si tratti di una questione di politica economica che le istituzioni vogliono imporre al Salento (LE-BR-TA) con la forza della legge”.
Quindi ? Si spieghi meglio .
“Sembra che le autorità pubbliche, istituzionalmente preposte a contrastare e risolvere problemi fitosanitari, abbiano da sempre concentrato gli sforzi più a contenere il batterio che a risolvere il disseccamento degli ulivi. E’ come se non volessero approfondire a dovere le varie cause che stanno provocando i disseccamenti (in effetti si parla di Complesso di fattori che provocano i disseccamenti, lo ammettono loro stessi) e si stanno concentrando solo sull’aspetto xylella. In questo modo, poiché il batterio è inserito in una lista di organismi nocivi da quarantena, si può imporre lo sradicamento delle piante che dicono essere sensibili al batterio (anche se non è ancora dimostrata la patogenicità della xylella sugli alberi di ulivo con test scientifici indipendenti ed autonomi fatti da un ente scientifico terzo), per essere sostituite con varietà che le stesse istituzioni dicono essere resistenti al batterio. E, guarda caso, si tratta di varietà che ben si prestano ad una olivicoltura intensiva. Ma come si può sostenere che una certa varietà è resistente al batterio se poi non è stato dimostrato che le cultivar autoctone(che si vogliono sradicare per sostituirle con altre piante) stanno morendo irrimediabilmente per colpa del batterio ? Questo nuovo modello che si vuole imporre, credo sarà potenzialmente molto impattante ed influenzerà non solo il comparto agricolo, ma anche l’aspetto culturale, storico, turistico del nostro Salento. Ma prima ancora rischia di aggravare alcune situazioni già fortemente compromesse : salute dei residenti e uso incontrollato delle residue risorse idriche a causa del modello, di agricoltura intensiva che si vuole proporre”.
Perché negate che ci sia una vera epidemia del batterio e che sono stati lanciati allarmi pericolosi ?
“Guardi, a luglio 2015 il Ministero delle Politiche Agricole ha comunicato all’UE i dati sulla situazione italiana del contrasto alla Xylella aggiornati fino a giugno 2015. A pag.33 della relazione vi è una tabella riepilogativa in cui c’è scritto che su circa 27.000 alberi controllati il batterio era presente solo su 612 piante ! Cioè il 2,5 % del campione. Secondo lei questa può considerarsi una epidemia ? Eppure da oltre un anno qualcuno, irresponsabilmente, parlava già di un milione di piante infette senza aver però mai indicato quali fossero e, soprattutto, senza aver mai prodotto un milione di test positivi. La tabella in questione però ci dice due altre cose importanti : la prima è che su circa 1.200 piante che presentavano sintomi di disseccamento, la metà non presentava tracce di xylella ma comunque i sintomi del disseccamento si. Quali sono allora le cause di questo disseccamento ? Ancora nessuna risposta, eppure sarebbe utile saperlo (potrebbe essere, come molti altri scienziati e tecnici sostengono, altre cause che nulla hanno a che fare con il batterio della xylella ma che stanno danneggiando gli alberi, come ad esempio il verticillum. Però indagare su queste cause porterebbe a scenari diversi, forse più importanti per vincere la lotta contro i disseccamenti, ma sicuramente non quelli che qualcuno vorrebbe raggiungere insistendo con la xylella) . L’altro aspetto importante di questa tabella è che i saldi delle colonne non corrispondono alla somma degli addendi ! E’ come se i dati forniti all’UE fossero palesemente sballati che le Autorità Europee hanno recepito senza battere ciglio. Allora ci chiediamo : ma cos’altro sono andati a raccontare all’ Europa le nostre istituzioni scientifiche, politiche e fitosanitarie regionali e nazionali ?”
Ci sono stati momenti di forte criticità e tensione in questi tre anni ?
“Si, in particolare durante marzo-aprile ed ottobre-novembre 2015 : in quel periodo molto bollente (con le ruspe nelle campagne) e in un clima surreale, al di fuori di ogni possibile previsione ed in condizioni psicologiche molto svantaggiose, i cittadini sono stati sottoposti ad uno stress enorme per opporsi ad un piano che, non scordiamolo mai, è stato ripetutamente bocciato da Tar e Consiglio di Stato fino all’inchiesta della Procura di Lecce. Vi ricordate gli anziani che piangevano ? i volti dei ragazzi e ragazze che si arrampicavano sugli alberi come estremo atto per impedirne lo sradicamento definitivo ? e le testimonianze (ancora presenti in rete) di come avvenivano le assurde notifiche degli atti di eradicazione a Torchiarolo ?”
Cosa rimprovera lei alla classe politica locale ?
“Essersi disinteressata, concretamente e trasversalmente, del destino dell’olivicoltura meridionale.
Chi viene oggi in Salento e sponsorizza la riconversione olivicola autoctona (con la scusa della xylella), cosa ha fatto, in concreto, per aiutare le migliaia e migliaia di piccoli proprietari e produttori di olio nella sua carriera politica o da rappresentante delle presunte associazioni di categoria ?
Perché le istituzioni politiche nazionali, con grandissime responsabilità dei parlamentari, europarlamentari, ministri ed ex ministri meridionali e locali, hanno di fatto consentito che venissero approvati accordi commerciali che hanno penalizzato l’olivicoltura meridionale sull’altare di accordi internazionali ?
Quali sono state le contropartite economiche che l’Italia ha avuto in cambio ? Quali economie del nostro paese sono state avvantaggiate da queste contropartite ?
Perché si è voluto aiutare, per esempio con la Pac 2014/2020, le produzioni agricole che per caratteristiche particolari sono quasi tutte concentrate al Nord ?
In fondo le migliaia di piccoli produttori e proprietari di uliveti salentini sono anche custodi di storia, cultura e paesaggio . Bisognava e bisogna aiutarli in tempo e non invece favorire l’abbandono delle campagne con la successiva eradicazione, anche volontaria sempre per la scusa xylella, degli ulivi.
A questo punto quale sarà lo scenario dei prossimi anni, per il Salento ?
Entrerà prepotentemente in gioco anche la ‘Banca della Terra’ così, oltre alle cultivar autoctone, si cambiano anche i proprietari effettivi dei nostri terreni ?”
La Procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta per il blocco ferroviario di San Pietro Vernotico del 10 novembre 2015. E’ scoppiata una polemica con la testata online Corrieresalentino.it per l’articolo pubblicato con la lista dei nomi, residenza ed età degli indagati . Cosa ha da aggiungere lei ?
“Ho letto l’articolo in questione, mi convince poco il titolo usato dal giornalista che sembra dare per certo che i 46 soggetti ( in realtà sono 47 con l’aggiunta di un professore universitario, che probabilmente era sul posto per condurre studi antropologici sul movimento del Popolo degli Ulivi ) fossero tutti presenti quel giorno per partecipare al blocco ferroviario. E mi convince ancora di meno il fatto di aver pubblicato le generalità dei soggetti : a volte è stata garantita di più la privacy a truffatori e delinquenti. Anche se formalmente corretto, credo sia stato superfluo, ai fini della notizia da dare, aver pubblicato le generalità complete (siamo sicuri che la notifica sia stata fatta a tutti i 47 prima di procedere alla pubblicazione dei nomi ?)”.
Cosa si augura accada ?
“Mi auguro che la Regione Puglia adotti un Piano specifico per risolvere il problema del disseccamento e dell’abbandono degli uliveti, le due cose sono strettamente correlate. E’ assolutamente necessario invogliare ed incentivare i piccoli proprietari ad adottare le pratiche agricole giuste per la salvaguardia degli alberi, come accadeva fino quaranta anni fa , prima dell’arrivo della chimica in agricoltura. Come ho detto prima le migliaia di piccoli produttori e proprietari di uliveti salentini sono anche custodi di storia, cultura e paesaggio del nostro meraviglioso Territorio. Il tempo per agire è già scaduto da un pezzo e le conseguenze le vediamo in continuazione intorno a noi : i veleni e le devastazioni sono dappertutto e non è più tollerabile che si continui a sottovalutare o ad vedere comportamenti ambigui da parte di chi istituzionalmente ha il compito della salvaguardia della Salute e del Territorio”.