Bruxelles – Una lunga maratona negoziale non è bastata ad evitare l’ipotesi più temuta. Il Comitato Ue per la salute delle piante ha adottato le misure anti-Xylella e tra queste è prevista l’eradicazione delle piante infette nonché l’eradicazione di qualunque specie vegetale nel raggio di 100 metri.
Nello specifico sono previste “rigide misure di eradicazione” con conseguente ” rimozione e la distruzione delle piante infette, e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute”. Inoltre si prosegue che l’Italia deve “applicare misure di contenimento nell’intera provincia di Lecce, dove l’eradicazione non è più possibile”.
Un verdetto drammatico per l’Italia e per il territorio salentino in particolare, che va a danneggiare non soltanto l’immagine del tacco italico ma soprattutto la già debole economia del territorio.
L’Italia all’interno del Comitato si è trovata isolata e le prime indiscrezioni racconterebbero che 20 Stati membri dell’ Unione Europea su 28 sarebbero stati favorevoli ad une decisione così invasiva. Tuttavia, anche se nessuno degli addetti ha voluto ammetterlo era difficile immaginare un esito differente. Era chiaramente arduo per la delegazione italiana convincere l’Ue a pervenire ad un esito differente se lo Stato italiano in primis non ha saputo dare ascolto non solo agli agricoltori ma anche ai tanti esperti del mondo scientifico che hanno prestato le proprie conoscenze per la causa.
Tra le misure è stato disposto anche il blocco delle attività vivaistiche insieme al divieto di piantare nuovi ulivi nelle zone in cui verranno effettuate le eradicazioni. A livello europeo è stato deciso invece che l’ “importazione e movimentazione di piante vive note per essere suscettibili alla Xylella nel mondo saranno soggette a strette condizioni”.