Una puntata di “Mi curo di te”, quella del 20 gennaio scorso, che capta l’interesse a 360° in ordine ad alimentazione, nutrizione e i loro correlati. Antonio Soleti nella sua rubrica settimanale di Puglia Sanità trasmessa da Radio Portalecce, gruppo facebook Portalecce e Radio One, ospita il dottor Stefano Spagnulo.
Biologo dell’alimentazione, nutrizionista impegnato in prima linea nello studio del mondo umano, animale e vegetale, ha conseguito la doppia laurea, master specifico e in continuo aggiornamento. Oltre che collaboratore della testata scientifica Puglia Sanità, invitato a tirare fuori la” lente” che facilita la visualizzazione di gap tra la conoscenza medica e il “sentito dire”, propone soluzioni e riflessioni. Primariamente l’invito del conduttore a ragguagliare in modalità precipua il suo iter scientifico di base e che poi lo ha condotto a livelli esperienziali e di specialità riconosciute a tal punto che il dottor Spagnulo riesce anche ad emozionarsi collegandosi ai suoi diversi successi sui pazienti trattati.
Interpretando le curiosità degli ascoltatori il direttore di Puglia Sanità rivolge all’intervistato per entrare nel vivo della materia domande riguardo una foggia di prontuario di nozioni relative al comportamento alimentare, proiettandosi verso la stagione estiva che, seppur lontana e a lunga gittata, è in fase preparatoria. Infatti il conduttore parla di una forma di “psicosi” per i più perfezionisti. A tal proposito Spagnulo sollecita chi ascolta a predisporsi all’”educazione al cibo”, facendo chiaro riferimento alla dieta mediterranea, il cui termine altro non rappresenta che la parola “chiave” per uno stile di vita sana. Un’interessante disquisizione è stimolata da Antonio Soleti circa la correlazione che spesso erroneamente si fa tra alimentazione e nutrizione. Più incredibile è scoprire che, beninteso che il primo vocabolo sta a significare l’introduzione di alimenti in forma qualitativamente indifferenziata e il secondo comprende i processi che permettono l’assorbimento delle sostanze nutritive, esiste un appagamento mentale detto tecnicamente “fase encefalica della nutrizione” che prepara all’assunzione della vivanda. E c’è di più, la particolarità chiama in causa le discipline psicoterapiche come il programma di terapie comportamentali che evidenziano quale fattore positivo la predisposizione a ricevere con gusto la pietanza. A tal fine è bene tener presente l’aspetto conviviale che fa sì che soma e psiche siano uniti sempre e diano gli effetti corrispettivi risultanti.
Per ciò che concerne le degustazioni, con distinguo fra tradizionali e dell’ultimo momento storico, il dott. Spagnulo, si sofferma alle domande di Soleti precisando tra false convinzioni su: farina di grillo, sushi e quant’altro possa lasciare nello sbalordimento e nella rinunciatarietà aprioristica o ad una inclinazione manichea del cibo. Al centro inoltre il problema della sostenibilità ambientale e rispetto per flora e fauna. Ma il professionista della salute fisica, organica che investe anche quella mentale, data l’unità psicosomatica della specie uomo, sempre grato per i quesiti che vertono anche sul contesto pure se umanizzato degli amici a quattro zampe, non fa mancare in questa dotta trattazione aspetti rilevanti, mossi dal suo essere proclive anche all’amore per il creato come la vegetazione . Non ultimo e sicuramente urgente l’effetto/virus da covid 19, la compliance professionale in relazione a patologie oncologiche e senso intimo delle tante malattie del benessere, tra le quali spicca la vigoressia, che comporta l’eccessivo esercizio fisico per alcune persone, data talvolta la sperequazione nel rapporto con il proprio organismo. Ma dicevamo corpo e anima uniti, come spiega la vecchia filosofia che il caro dott. Spagnulo metamorfosa in composizioni musicali, non a caso l’illustre medico ha anche la passione per la sua chitarra elettrica. La conversazione si conclude con un cenno agli scritti, ovvero testi divulgativi di cui tra l’altro il dottore è autore e, come sottolinea, destinati ad un target di lettori non solo accademici, ma “affamati”, è il caso di dire, semplici appassionati dell’onnicomprensivo sapere, per citarne uno, emblematico, “Mi rispecchio nel frigorifero”.