Annata negativa per la produzione di angurie nel Salento che registra un crollo del prezzo di mercato. La situazione climatica anomala, con un’estate insolitamente fredda nel nord Europa e anche nel settentrione italiano, ha determinato un calo della richiesta del frutto tipicamente collegato al caldo e alla bella stagione per le sue proprietà dissetanti. Una contrazione della domanda che si sta trasformando in un crollo drammatico dei prezzi di mercato per i coltivatori del Salento, con “svendite” del prodotto sino a 5 centesimi al chilo rispetto ai 20 centesimi degli scorsi anni.
Una situazione critica per i produttori, soprattutto quelli dei comprensori di Nardò e Copertino, dove si concentra la produzione di angurie. Sono circa 1.500 gli ettari coltivati in provincia di Lecce per una produzione totale di 100mila tonnellate di angurie. Le varietà principali sono Esmeralda e Mini-rossa, prevalentemente utilizzate per l’export, e poi le cultivar Ruby e Melania, quest’ultima quella con maggiore estensione colturale.
“Siamo fortemente preoccupati per la situazione – dicono il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno e il direttore Giuseppe Brillante – raramente abbiamo assistito ad un’annata così negativa come quotazione di mercato. Vendere un chilo di angurie a 5 centesimi significa per il produttore non riuscire nemmeno a coprire i costi. E noi abbiamo più volte denunciato i rischi di ciò perché fenomeni di illegalità, di caporalato e di comportamenti illeciti in generale trovano facile terreno proprio laddove i costi di produzione non riescono ad essere coperti poi dalla vendita del prodotto”.
L’annata in realtà era partita bene, fanno sapere i produttori, con un’impennata delle vendite di Esmeralda e Mini rosse già a fine maggio e con prezzi record. Poi però la situazione è andata a decrescere a causa della contrazione della domanda, dovuta alle temperature ma anche alla massiccia immissione di prodotti sul mercato anche da parte di Paesi, in primis Grecia e Spagna. Attualmente nelle campagne di Nardò si assiste alla triste immagine di quintali di prodotto non raccolto. “Se per produrre un chilo di anguria occorrono 10 centesimi e la quotazione dello stesso è di 5 centesimi i conti sono presto fatti ed è normale che a questo punto il coltivatore non rientra neanche delle spese ma ci va a perdere”, sottolinea Coldiretti Lecce. “Una situazione grave che penalizza uno dei fiori all’occhiello della nostra produzione ortofrutticola”.