Colori, suoni, danze e balli. A Novoli è tutto pronto per la sfilata di Carnevale dei bimbi

1
1397

Il carnevale dei piccoli a NovoliNovoli (Le) – Colori, suoni, danze e balli; sono giorni di spensieratezza per i bambini novolesi che stanno vivendo il Carnevale nei veglioncini come quello di giovedì dal titolo “Mask Carnwal” e si preparano a “invadere”, animando di vita e sorrisi, il centro cittadino con la sfilata in maschera di sabato 6 febbraio.

L’appuntamento è per le 15:30 e saranno gli alunni delle classi della scuola dell’Infanzia e della scuola Primaria che daranno il via alla sfilata in maschera e che, partendo dal plesso in via dei Caduti, si diramerà tra le vie del centro fino ad arrivare in Piazza Regina Margherita. Sarà proprio lì, nel cuore del paese, che Bianca Milli (maestra del Centro Danza “Il Sogno”) guiderà i bambini nella loro esibizione di canti e balli per un pomeriggio diverso all’insegna dell’allegria.

L’evento, che nasce dal progetto “Bailando”, è promosso dal locale Istituto Comprensivo e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Novoli, in stretta collaborazione con il Centro Danza Il Sogno e l’Associazione Turistica Pro Loco.

1 COMMENTO

  1. Il Carnevale a Novoli qualche anno fà
    20 Gennaio 2019Torino

    di ErsilioTeifreto ricordi, pensieri e riflessioni

    Della mia infanzia ricordo che mio Padre “mesciu Ucciu leccese- l’artiere” e la Mamma “la Rusina sciappò-tabacchina”, dopo il 17gennaio finita la festa della Fòcara di S.Antonio Abate,organizzavano durante
    il carnevale una festa nella nostra abitazione. Il giradischi negli anni 50 era ormai alla portata di tutti.
    Il Festino organizzato= “Festum” era il luogo dove si poteva ballare sino a tarda notte, purchè non
    arrecasse fastidio al vicinato. Poteva essere adibita a festino la camera più grande della casa per un numero limitato di invitati.
    Ogni festino aveva un nome il nostro si chiamava “Shiappò”era organizzato dal padrone di casa o da una persona di sua fiducia.
    L’ingresso era presieduto dal ”portinaio” (lu purtinaru) persona di fiducia
    dell’organizzazione, responsabile dell’ingresso degli invitati e delle compagnie mascherate. L’ordine e la disciplina erano tenute in sala dal “caposala”, Sig.Cesarino Godi
    il quale animava e coordinava tutta la serata.
    Lui decideva i balli e chi doveva ballare, nonchè il momento dell’ingresso
    e dell’uscita delle compagnie mascherate oltre al momento in cui fare espletare i giochi.
    La Mascherata era costituita da una o più persone ,tutte coperte in viso (veli, mascherine, maschere,ecc.). Garantiva per le maschere il “conduttore”,
    persona maggiorenne,uomo o donna, ma comunque conosciuta in loco.
    Questi era responsabile delle maschere e della mascherata sia per strada che nel festino. Il conduttore unitamente alle maschere ,si portava all’ingresso dei festini e, dopo essersi fatto riconoscere presentandosi chiedeva ospitalità per la compagnia da lui guidata: Chiedeva ”Cè permèssu pe le maschere?”.
    Il capo sala tramite il portinaio consentiva o meno l’ingresso alla compagnia.
    Al conduttore veniva chiesto dal caposala quali balli preferisse. Nel festino entrava una compagnia per volta , alla quale era riservato un posto fisso e tutte le attenzioni di ospitalità, accogliendola con applausi. A musica
    iniziata il caposala invitava maschere e conduttore al ballo:
    “Maschere e conduttore possono invitare”.Le maschere solo dopo essere state autorizzate potevano invitare al ballo i cavalieri del festino e solo questi; il conduttore ,dopo le maschere,invitava al ballo una dama se uomo,un cavaliere se donna. I componenti del festino non potevano rifiutare il ballo né alla maschera né al conduttore .Il capo sala a propria discrezione decideva quanti balli
    concedere alla compagnia;comunque al momento di congedarla, ringraziava la stessa con la fatidica frase:”Ringraziamo maschere e conduttore”.
    Seguivano applausi a ritmo e suon di musica. Alle ore 24 dell’ultimo giorno (martedì) il capo sala esclamava
    ”Chiangiti lu carnevale è muertu”.
    Il primo sabato e domenica di Quaresima “Ncete le pignata”.
    Gli stessi componenti del festino, ormai libero da vincoli di ospitalità per le maschere ,si trovavano tra giochi e balli a vivere il clima carnevalesco attorno
    ”A na pignata”.
    La “Pignata” era un recipiente di creta,per l’occasione contenente ceci, biscotti,cioccolatini nonchè per la sorpresa degli invitati ,qualche volatile o coniglio, unitamente a coriandoli e stelle filanti.
    La pignata veniva preparata dalle dame per i cavalieri ed un’altra dai cavalieri
    per le dame;. I candidati si avvicendavano alla “rottura” bendati e muniti di un bastone;essi dovevano individuare la collocazione della pignata guidata dall’intensità della musica e, con un colpo dall’alto verso il basso, rompere la stessa. Mia moglie Pina Sorrenti”La Canosina” , deceduta improvvisamente nel 2009 a soli 57 anni , mi raccontava che anche nella zona di Canosa i genitori organizzavano questo tipo di feste per creare occasioni di matrimonio per le loro figlie. Gli uomini non potevano sedere vicino alle donne. Era compito del capo sala, tenuto a far rispettare le regole, decidere quali e quanti cavalieri potevano invitare le donne al ballo. Aveva il potere di allontanare dal festino chi non avesse un comportamento consono.
    Oggi i tempi sono cambiati e anche a Novoli con il C.N.G.E.I nella “Casa del fanciullo) per le strade il carnevale si festeggia con le sfilate di carri allegorici.
    Proverbio Novolese
    Li uai te la pignata li sape la cucchiara ca li ota
    I guai della pentola li conosce il cucchiaio che li gira

    Autore Ersilio Teifreto Novolese D.O.C.G classe 47

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleUn viaggio nel prog con gli O.R.k. – Inflamed Rides
Next articleIl Brasile chiama ed il Salento risponde … col vino