Cresce la preoccupazione per l’andamento pandemico in Italia, con la crescita dei dati nelle ultime settimane. Preoccupazione in qualche modo vidimata dai più recenti dati sull’indice di contagio Rt o indice di trasmissione nazionale.
Ma cos’è esattamente l’Rt?
Si tratta del calcolo sull’indice di riproduzione di una malattia, elaborato attraverso complessi algoritmi e valutato in un periodo congruo di tempo, per esempio a livello settimanale. All’inizio della pandemia invece si parlava di “R con zero”, o R0.
Si tratta sempre dell’indice di riproduzione di un virus, ma solo nelle fasi iniziali, quando normalmente non sono effettuati specifici interventi (farmacologici e no) per il controllo del fenomeno infettivo.
Per calcolare R0 o Rt non è necessario conoscere il numero totale di nuove infezioni giornaliere per due motivi sostanziali: il primo è che Rt, valutando un trend su più giorni rispetto al dato acquisito precedentemente, rischia di essere sovrastimato in aree a bassa incidenza, dove un rialzo anche di scarsa entità può far impennare il valore indice, come successo nei mesi scorsi a regioni praticamente Covid-free ma vittime di alcuni focolai sporadici.
La seconda criticità, come spiegato dall’Iss, è che Rt viene calcolato solo sui casi sintomatici.
Per questo nelle ultime settimane il valore è tornato sopra 1, pur essendo ormai oltre un mese che si assiste a una crescita sostanziosa di casi in tutta la Penisola.
Un criterio di calcolo che, se poteva andar bene all’inizio, quando sostanzialmente si diagnosticavano solo casi sintomatici se non addirittura gravi, segna il passo ora che la stragrande maggioranza dei nuovi positivi sono asintomatici o tutt’al più paucisintomatici.
Il motivo dell’utilizzo di questo criterio risiede nel fatto che il metodo statistico di calcolo di Rt è robusto se viene calcolato su un numero di infezioni individuate secondo criteri sufficientemente stabili nel tempo.
Regione per regione, i criteri con cui vengono individuati i casi sintomatici o con cui vengono ospedalizzati i casi più gravi sono costanti, e il numero di questo tipo di pazienti è quindi strettamente legato alla trasmissibilità del virus.
Al contrario, l’individuazione delle infezioni asintomatiche dipende molto dalla capacità di effettuare screening da parte dei dipartimenti di prevenzione e questa può variare molto nel tempo.
Malgrado questi difetti a monte, l’indice Rt rimane comunque un dato considerato indicativo.