Dopo 50 anni si ritrovano per una cena: molti non si vedevano da quell’esame in 5^ elementare

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Novoli (Le) – Si sono ritrovati dopo 50 anni, nel 1974 erano studenti della primaria nell’ormai ex istituto “V. Tarantini” (in via Lecce, a Novoli).

L’emozione è stata grande, molti non si vedevano da allora; superato il “Chi sei? Io sono…” la serata è stata all’insegna dei ricordi. Particolare è stato il pensiero a chi non c’era o non poteva essere con loro ed alla Maestra, Suor Ermelinda, che li ha accompagnati fino all’esame di quinta elementare.

L’appuntamento il 22 agosto scorso, proprio in quelle aule che li aveva visti fanciulli alle prime armi con l’abecedario e che avrebbero “abitato” fino al 1979 per poi passare alla “Scuola Media”.

22 amici (su circa 40 sul registro di classe), hanno risposto positivamente all’appello partecipando ad una insolita rimpatriata che registrava diverse fisiologiche assenze (alcuni non sono più in vita, altri non stanno bene in salute o sono irreperibili). 22 bambini ora divenuti adulti, quasi sessantenni, genitori, nonni, ma tutti – in quel tempo – accomunati dall’ansia dell’ignoto, dal timore di non riuscire a stare lontani per più di qualche ora da quel virtuale cordone che li teneva ancora legati alla gonnella della mamma o all’abbraccio del papà in cui si rifugiavano per sentirsi al sicuro dalle insidie del mondo.

“Ci siamo persi in tanti. Tranne qualche incontro casuale nel corso di questi anni non ci siamo mai più rivisti” racconta Peppino De Tommasi, fra i promotori di questa rimpatriata, insieme a Donato Guerrieri, Annarita Mangeli e Fabio Mazzeo.

Rimpatriata, proprio così: in America si chiama reunion ed è quasi una scienza. Da noi ritrovarsi con i vecchi compagni di scuola è (ancora) un evento abbastanza informale, ma le ripercussioni sociali ed emotive sono moltissime…

E, proprio come accade nei film, muovendo i primi passi da una foto di classe ormai consunta, è cominciata la ricerca dei compagni. Una “fatica” durata più di sei mesi scoprendo che alcuni erano all’estero, altri purtroppo deceduti ed altri ancora assenti per ragioni di salute. Più che una ricerca, si è trattato di una vera e propria indagine che non ha lasciato nulla al caso, scavando nella memoria, facendo appello agli amici degli amici, tornando a visitare strade e case dove un tempo erano stati residenti. Ovviamente un grande contributo è stato offerto loro dai social, Facebook in primis: alla fine, complice anche una certa dose di fortuna, sono riusciti a rintracciarne una ventina (oltre i promotori, ovviamente).

Il ricordo di quei giorni e quegli anni trascorsi insieme ha fatto riemergere particolari e spezzoni di una vita ormai declinata al passato remoto; è stato oltremodo emozionante sapere qual è stata la loro vita, le strade percorse, le mete raggiunte ed i sogni ancora giacenti nel cassetto. C’è chi è diventato imprenditore, chi affermato professionista, chi un dipendente pubblico e chi già in pensione. L’incontro è stato “condito” da aneddoti e racconti a tratti segnati dalla nostalgia di un tempo che fu.

“Rivedere i compagni di scuola di 50 anni prima è più interessante di quanto avrei creduto – ci racconta una di loro -. Rivela, per esempio, il livello di soddisfazione rispetto a noi stessi, dall’aspetto fisico (mi sono conservata bene?), al lavoro (ho realizzato i miei sogni?), alla famiglia (mi va di raccontare che ho divorziato?). Può farti comprendere chi sei diventata. Più curiosa di scoprire che cosa ti lega ancora a quel gruppo di persone con le quali hai trascorso migliaia di ore della tua vita, o più impaziente di mostrare il marito belloccio e la borsa da invidia che sei riuscita a comprare”.

Questo e molto altro ancora in una conversazione che non ha avuto un copione studiato a tavolino ma che ha trovato il suo epilogo intorno ad una mensa imbandita per l’occasione e per spegnere le prime 58 candeline di uno degli ex compagni di classe. Con il proposito di non perdersi nuovamente di vista e dandosi appuntamento fra 50 anni. Stesso posto, stessa ora.