Un Santo ed una messa a fuoco non indifferente, il risultato dell’ultimo lavoro firmato dall’associazione Nova LiberArs, a conclusione del cartellone di eventi dedicati al Santo Patrono di Novoli, l’Abate Antonio che, in questo lembo di terra, da sempre rappresenta l’icona sacra più amata e venerata. Una festa, senza chiasso, senza clamore, senza quell’odore pungente di arrosti e salsicce, il clangore di piatti, il profumo di moscato, il pizzico d’allegria… Al consueto rito religioso non è mancata la tradizione delle luminarie, dei fuochi d’artificio, di un piccolo falò modesto, semplice, giunto in gran parata sulla minuta piazza, il vero centro della festa.
Una festa tutta digitale questa edizione memorabile del 2021, in cui sulla scia planetaria dei social, si è voluto ricreare uno spazio virtuale, con un pubblico seduto in una platea immaginaria di un teatro vuoto, ma al contempo saturo di suoni; nell’aria solo l’eco di voci di operatori e maestranze intente a tenere insieme tanti piccoli dettagli di uno spettacolo da imbastire con cura, in silenzio, per catturare istanti di bellezza da affidare al tempo, alla memoria.
E’ grazie all’Amministrazione Comunale di Novoli, al Sindaco Marco De Luca, all’Assessore alla Cultura Sabrina Spedicato, alla Presidente di Nova LiberArs, Emmanuela Rucco ed al Direttivo tutto, che si è potuto realizzare il progetto: Antonio. Un Santo. Una Messa a fuoco differente, nell’intento di restituire, almeno in parte, l’archetipo di una festa senza tempo.
Tante immagini a fare da sfondo alle nostre vite, a raccontarci scampoli di un passato ormai lontano, rimasto scolpito solo sui vecchi volti contadini; ed in questo continuo gioco di sequenze ormai sbiadite, è rassicurante persino inciampare nei ricordi…
Leggere alcune tra le tante pagine della letteratura internazionale del passato e del presente, dedicate alla peste ed al fuoco, per fermarsi a riflettere su questo tempo nuovo, caduco, sospeso.
All’orizzonte c’è sempre la musica, un porto sicuro in cui trovare conforto e pace.
Tra passaggi di fuoco e sentieri di peste, si annida la voce di Agnese Perrone, più malinconica e disperata quella della fisarmonica di Vince Abbracciante e del sax baritono di Fulvio Palese. Non è mancato il rituale della danza del fuoco di Manuel De Falla affidata al pianismo di Vanessa Sotgiu, puntuale anche nelle rocambolesche performance di Simona Gubello che approda con chiaro ottimismo su “Je veux vivre”! Un accorato desiderio di tutti quello di ritornare a vivere, che presto torni a bruciare il fuoco della passione, del teatro dal vivo, dell’emozione di sentirsi ancora addosso uno scrosciare di applausi.
E se il fuoco non è ancora del tutto spento… Sant’Antonio ascoltaci e liberaci dal male! Amen.