Ad aggravare il tutto contribuiscono le immagini che giungono dal Paese asiatico, che sottolineano una situazione drammatica. Abbiamo tutti(o quasi) un cellulare, no? Sarà capitato a molti, in questi giorni, in giro per i social, di vedere video di afghani disperati, i cosiddetti “falling man” caduti nel vuoto dopo essersi aggrappati alla fusoliera di un aereo, tra loro anche un 19enne, promessa del calcio afghano, o ancora, foto di talebani intenti a cancellare i volti delle donne dai cartelloni pubblicitari, o video di decine di persone intente a fuggire da Kabul, o filmati che mostrano delle madri intente a “lanciare” i figli oltre il filo spinato dell’aeroporto. Quanta disperazione si coglie dietro questi gesti! Sì, perché la gente di Kabul non si aspettava di vivere nuovamente l’incubo vissuto dal 1996 al 2001, durante il precedente governo talebano e se lo aspettavano ancor meno tutti i giovani nati dopo il 2001, che non hanno mai vissuto gli orrori di quel regime. Eppure, in Afghanistan la storia sembra aver proceduto a marcia indietro.
E di fronte a una crisi umanitaria di tale portata, non si può fingere indifferenza. L’Europa si sta mobilitando. In Italia si è riacceso il dibattito politico relativo all’immigrazione e si sta vagliando l’ipotesi di creare i cosiddetti “corridoi umani” a sostegno delle donne e dei bambini afghani(le categorie attualmente più a rischio). I corridori umanitari sono uno strumento legale previsto dalla normativa europea, in particolare dal regolamento dei visti comunitari del 2009, che dà la possibilità agli Stati europei, di fronte a crisi umanitarie, di concedere dei visti per garantire diritti e protezione.
Spetta al governo decidere se attivare o meno i suddetti corridoi umanitari. Intanto, diversi comuni italiani, come Roma e Milano hanno manifestato la loro disponibilità ad accogliere profughi afghani. Anche la Puglia ha espresso il proprio sostegno. Il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi ha affermato che “Brindisi c’è, con la sua storia millenaria di accoglienza, con il suo porto crocevia di popoli con il suo cuore grande.” e- ha continuato- “Non possiamo restare indifferenti dinanzi alla grande tragedia che si sta consumando in queste ore in Afghanistan. Donne e bambini lasciati ad un destino indicibile nelle mani dei talebani pronti a restaurare un califfato medioevale”. Anche la città di Otranto ha aperto le porte ai profughi afghani. Nella notte tra il 15 e il 16 Agosto sono stati accolti presso il centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” 16 migranti afghani intercettati dalla Guardia Costiera lungo la costa di Tricase e, nella giornata di oggi, 20 Agosto, il presidente del consiglio comunale di Lecce, Carlo Mignone, ha espresso “sostegno e solidarietà alle donne ed ai bambini afghani, che in queste ore drammatiche sono in fuga dal loro Paese” e ha chiesto al sindaco Salvemini “di esprimere la piena disponibilità a conferire aiuti e sostegno alle donne e bambini in fuga dall’Afghanistan e di rimanere a disposizione delle determinazioni del governo, nello spirito di accoglienza ed integrazione che da sempre connota la nostra città”. Gli enti locali provano in questo modo a dare il proprio contributo di fronte all’emergenza afghana, attendendo direttive certe dall’ “alto” e sperando di intravedere un briciolo di umanità e spirito di fratellanza da parte delle istituzioni.