Fine vita, arriva l’atteso via libera della regione Puglia

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Bari – La Puglia regolamenta il fine vita: il Comitato etico del Politecnico di Bari esaminerà le richieste di suicidio medicalmente assistito dei malati. Questo è quanto emerge dalla delibera di giunta approvata il 18 Gennaio 2023 dal governo regionale. Tale delibera stabilisce che le strutture sanitarie pugliesi, che sono tenute a dare attuazione in tutti i suoi punti alla sentenza della Consulta, dovranno “assicurare alle persone in condizioni corrispondenti a quelle enucleate dalla Corte costituzionale” l’accesso alle procedure di suicidio medicalmente assistito “alle condizioni e modalità stabilite dalla medesima Corte”. La Regione procede spiegando che le aziende sanitarie sono tenute a dare ampia diffusione alla deliberazione approvata oggi e a fornire tutti i chiarimenti necessari a pazienti, familiari, associazioni e chiunque abbia interesse. Non è stato però stabilito un tempo massimo entro il quale il Comitato appositamente istituito per esaminare le richieste di suicidio medicalmente assistito potrà decidere, come invece richiesto dall’associazione Luca Coscioni, tuttavia la Regione assicura brevi tempi di decisione al fine di evitare ulteriori sofferenze fisiche e psicologiche ai pazienti.

L’approvazione di tale delibera rappresenta un passo avanti non poco significativo nell’ambito del fine vita,  da anni molto discusso in Italia,dove, il 10 Marzo 2022, la Camera ha approvato il testo contenente disposizioni in materia di “morte volontaria medicalmente assistita”. Il testo disciplina la facoltà di chiedere l’assistenza medica nel momento in cui il soggetto malato decide di porre fine alla propria vita, purché in presenza di determinati presupposti:essere maggiorenne al momento della richiesta; essere capace d’intendere e di volere e di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli; essere stato adeguatamente informato; essere stato coinvolto in un percorso di cure palliative per alleviare il suo stato di sofferenza e averle esplicitamente rifiutate o interrotte volontariamente; essere affetto da una patologia attestata dal medico curante e da uno specialista come irreversibile e a prognosi infausta o essere portatore di una condizione clinica irreversibile e che tali condizioni cagionino sofferenze fisiche e psicologiche che il richiedente trova assolutamente intollerabili; essere tenuto in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente. In soldoni, il soggetto interessato, pur malato, deve essere pienamente consapevole della decisione. Le condizioni e le modalità di esecuzione del proposito devono essere sottoposte al preventivo controllo di una struttura pubblica del servizio sanitario e la decisione deve essere avallata dal parere preventivo di un Comitato Etico competente territorialmente.

Tuttavia, ad avere grande incidenza sul tema del fine vita e a voler cambiare le carte in tavola è da tempo l’associazione Luca Coscioni, un’associazione no profit di promozione sociale che si impegna nell’affermazione delle libertà civili e dei diritti umani, tra cui le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.

Tale Associazione ha presentato online, in tempi  recenti, una proposta di emendamenti ritenuti indispensabili per fare un passo avanti rispetto allo scenario attuale. Questi emendamenti fanno riferimento alla rimozione delle discriminazioni tra i malati per consentire il suicidio assistito anche a coloro i quali, pur non essendo collegati a macchinari o non necessitando di trattamenti sanitari di sostegno vitale, vogliano richiedere il suicidio assistito a causa delle terribili sofferenze patite; alle cure palliative, alla possibilità di fissare tempi certi per la risposta da fornire ai malati, al fine di evitare loro ulteriori pene e alla creazione di una lista degli obiettori di coscienza.

La proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni per regolamentare, per quanto di competenza regionale, il suicidio medicalmente assistito, è stata presentata dal consigliere del Pd Fabiano Amati alla regione Puglia ed  è stata bocciata il 4 Ottobre 2022 poiché è stato ritenuto impossibile legiferare in una materia così delicata, in cui è lo Stato a dover costruire un impianto generale.

Il via libera di oggi all’iter di valutazioni delle varie richieste di suicidio medicalmente assistito tenta di porre rimedio all’incauta bocciatura grazie alla delibera di Giunta, che a dire del consigliere, è “pronta a riparare al suo stesso pasticcio, fatto di sottovalutazione, disattenzione e modalità politicanti”.

Intanto, nonostante ciò che si è concretizzato,  l’avvocatessa e segretaria dell’associazione Luca Coscioni Filomena Gallo continua a fare leva sull’incertezza dei tempi e ritiene che, affinché l’obiettivo sia pienamente centrato, è fondamentale che tali tempi di valutazione non superino i 20 giorni dalla richiesta effettuata, per colmare l’attuale ritardo nelle richieste dei malati e resta sempre in attesa di una legge regionale di natura maggiormente vincolante, che possa regolamentare un tema così scottante e far comprendere che la garanzia suprema del diritto di ogni cittadino a realizzare la propria volontà sulla sua personale esistenza coincide con il diritto all’autodeterminazione e all’autonomia individuale.