Giornata dell’arte e della cultura 2021: libertà di stampa e lotta contro le mafie con Marilù Mastrogiovanni

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Organizzata dalla Consulta Provinciale degli studenti di Lecce, organo di rappresentanza degli studenti e delle studentesse di tutte le scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie, con il sostegno dell’Ambito Territoriale per la provincia di Lecce Ufficio VI – USR Puglia, del Dirigente dott. Vincenzo Melilli e della Referente provinciale per la Consulta prof.ssa Tiziana Montinaro, si è svolta in streaming, nella mattinata di Venerdì 7 Maggio 2021, la Giornata dell’Arte e della Cultura. Versioni al futuro.
Come ogni anno, l’obiettivo era quello di promuovere la cultura e la consapevolezza sull’impatto che le forme artistiche hanno sulle nostre vite. Quest’anno, sono stati inoltre aggiunti interventi relativi all’attualità, all’economia e alla società, resi possibili grazie alla partecipazione di varie personalità, tra le quali Marilù Mastrogiovanni, in collegamento dalla Namibia, nativa di Casarano, giornalista d’inchiesta, fondatrice del periodico d’inchiesta “Il tacco d’Italia”, semiologa e docente, protagonista, insieme a Maria Luisa Impastato, nipote di Peppino, dell’incontro relativo alla libertà di stampa e alla lotta contro le mafie.
Marilù si impegna sin dal 2003, anno della fondazione del suo giornale, a smascherare le connessioni tra i clan della Sacra Corona Unita, organizzazione mafiosa pugliese e l’imprenditoria nel settore delle speculazioni, portando avanti inchieste con “Il Tacco d’Italia” e raccogliendole in libri come “Il Sistema – l’intreccio di interessi economico-politici all’ombra dell’omicidio di Peppino Basile” , il suo libro più celebre, pubblicato con lo scopo di denunciare la collusione tra amministratori pubblici, imprenditoria e mafia nel territorio ugentino, che ripercorre cinque anni di grandi inchieste de “Il Tacco d’Italia” sul fil rouge delle battaglie del consigliere dell’Italia dei valori Peppino Basile, trucidato da ignoti il 15 giugno 2008 e in seguito riconosciuto vittima innocente della mafia, e li arricchisce con ulteriori indagini e documenti inediti. Il sistema descritto dalla Mastrogiovanni nel libro era un sistema in cui la mafia agiva da welfare, prestando denaro a chi era in difficoltà. Non si trattava di usura, era semplicemente una modalità per ottenere consensi, una sorta di pace mafiosa che consentiva ai clan di essere tollerati e garantiva loro libertà di azione sul territorio. Un’inchiesta giornalistica che ha scardinato tale sistema, ponendolo improvvisamente alla luce del sole. L’autrice afferma però di aver pagato il prezzo per aver “pubblicato molto quando tutto era ignoto”. É infatti da sempre oggetto di numerose intimidazioni, giunte al culmine proprio nel 2009, in seguito alla pubblicazione del libro.
Sin dal 2007 è sotto «vigilanza dinamica» da parte delle forze dell’ordine a tutela della sua incolumità. É stata più e più volte querelata e  il suo giornale è stato posto sotto sequestro, seppur andando contro ciò che impone la Costituzione Italiana, per 45 giorni a causa di una denuncia sporta da una holding con appalti pubblici in tutt’Italia, a seguito di un’inchiesta che aveva portato alla luce l’infiltrazione della mafia proprio in questa holding. Grazie all’assoluzione ottenuta dalla giornalista, il Tribunale del Riesame ha ordinato il dissequestro del periodico.
Numerose le inchieste condotte dalla Mastrogiovanni, incentrate prevalentemente sulla penetrazione delle mafie negli impianti di compostaggio dei rifiuti e sul coinvolgimento di amministratori pubblici in affari loschi. In particolare, un’inchiesta ha portato allo scioglimento della Giunta comunale di Parabita, eppure, la collusione tra mafia, imprenditoria e amministrazione pubblica persiste nell’indifferenza generale.
Al termine dell’incontro, Marilù Mastrogiovanni si è detta felice dell’interesse mostrato dai giovani, interlocutori privilegiati. L’obiettivo, suo e di tutti coloro che lottano contro le mafie è quello di provare a far nascere germogli dai semi che, attraverso il loro impegno, hanno piantato nel corso degli anni.

E di fatto, la sua battaglia e quella di chi, come lei, combatte contro la criminalità organizzata, denunciando sistemi corrotti, mantenendo vivo il ricordo delle vittime innocenti e cercando di ottenere giustizia, non deve rivelarsi vana. Stiamo assistendo a un necessario passaggio del testimone. La memoria e la lotta, per i giovani, non devono essere solo un impegno, ma un dovere, per costruire una sempre più radicata cultura della legalità e della giustizia e sensibilizzare la comunità ad agire con determinazione contro chi intende inquinare la società e l’economia.