La mano robotica che si muove su impulso dei muscoli

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Lecce – Quel che appariva fantascienza è divenuto realtà: una mano artificiale che si muove per impulso dei muscoli. “Hannes”, infatti, è la protesi di mano robotica poliarticolata a controllo mioelettrico realizzata dal laboratorio congiunto Rehab technologies Iit – Inail, partorita dal lavoro in collaborazione dell’Istituto italiano di tecnologia e del Centro protesi Inail di Budrio (provincia di Bologna).

Questa innovazione è stata presentata nei giorni scorsi a Lecce dal professor Lorenzo De Micheli, direttore del Rehab technology lab e dal professor Piero Paolo Pompa, che dirige il laboratorio Nanobiointeractions & nanodiagnostics, entrambi per conto dell’Istituto italiano di tecnologia. L’illustrazione si svolgerà in una riunione conviviale, organizzata dal Rotary club di Lecce. Il tema: “Healthcare robotics: dalla robotica umanoide all’uomo”.

Una mano protesica che sfrutta gli impulsi elettrici impressi dalla contrazione dei muscoli dell’arto naturale. «L’impulso viene tradotto dall’elettronica del dispositivo nell’apertura o chiusura della protesi secondo le necessità del paziente – spiega il professor De Micheli -. La mano poi si adatterà all’oggetto da afferrare in modo naturale, senza che il paziente debba pensare ad altro. Il punto di forza di questa tecnologia, infatti, è proprio la naturalezza. I pazienti ricominciano a pensare come se avessero entrambi gli arti».

L’ispirazione è stata tratta dalla natura, ma anche algoritmi di intelligenza artificiale contribuiscono a questa invenzione. Per mezzo di questa creazione si potrà recuperare più del novanta per cento della funzionalità. La robustezza e il peso della protesi renderanno questa molto somigliante alla mano umana.

“Hannes” è caratterizzata da un controllo di tipo mioelettrico, quindi per renderla fruibile non occorreranno trattamenti chirurgici invasivi. Tale innovazione è stata contrassegnata dal marchio Ce come dispositivo medico di classe 1. Sarà in commercio nel 2019, a un prezzo che farà risparmiare circa il trenta per cento rispetto al prezzo fissato dalle aziende concorrenti. In Italia l’acquisto di “Hannes” sarà sostenuto dal Sistema sanitario nazionale.

Sulla scia di questa invenzione il Rehab technologies sta realizzando un esoscheletro per gli arti inferiori, un robot per la riabilitazione degli arti superiori, una protesi robotica di arto superiore e una di arto inferiore. Un successo a cui contribuisce la combinazione di calcolo computazionale, neuroscienze, dei nuovi materiali e, tra le altre specialità scientifiche, della nanomedicina.

«Il Rotary international – sottolinea Vito Francesco De Pace, presidente del club rotariano di Lecce – da sempre si interessa dell’uomo e ne fa il fine del suo servizio per cambiare vite e cercare di migliorare il mondo. In un prossimo futuro l’uomo conviverà con macchine antropomorfe, da questo ambito di ricerca già oggi derivano tecnologie di grande utilità per l’uomo: nuove protesi, esoscheletri e dispositivi che stanno rivoluzionando la riabilitazione e la cura della nostra salute».

A Lecce sorge uno degli undici laboratori di ricerca dell’Istituto italiano di Tecnologia presenti su territorio nazionale. «L’Istituto italiano di tecnologia – sottolinea il professor Pompa – conta quindici laboratori congiunti con imprese e istituzioni nazionali e internazionali e quasi settecento brevetti».