Il primo termine del titolo sembrerebbe forzatamente al plurale, in realtà l’arte “raccolta” presso la Cappella delle Anime Sante a Trepuzzi è di diverso impatto. Inaugurata la mostra organizzata dal “L’Accademia del Santino” ora ribattezzata “Dei collezionisti”, come precisa la presidente, prof.ssa Anna Blasi che ha aperto la prima edizione dell’allestimento artistico del 2023, un appuntamento con il tema della Passione di Gesù.
L’argomento cristologico è presentato dal diacono Don Mario Renna, nonché commissario della rispettiva Confraternita che, benedicendo oggetti e artisti, puntualizza che più che contemplare sarebbe edificante imitare sempre con l’umana opera l’esempio del Signore, testimoniandolo.
Intervenute nell’occasione le consigliere Katia Orlandi e Alessandra Nicolaci insieme al critico d’arte sacra prof. Salvatore Elia che fa un excursus sulla rilevanza e significanza dello scibile artistico, proposto sempre e comunque in veste “democratica” essendo, afferma, “le illustrazioni letterature degli illetterati”.
La location in cui si è espresso il noto scrittore di storia patria la Cappella, decorata dall’artista trepuzzino Antonio Valzano, autore di vari dipinti e affreschi del luogo e del territorio salentino, è risalente all’inizio del XX secolo. La collettiva ospita lavori, realizzati negli ultimi anni da tre soci autodidatti, dalla valenza specialistica. Si passa dall’artigianato, sulla cui accezione Elia si sofferma allertando a considerare il binomio artigiano-artista, poiché generalmente non vi è artista se non primariamente sia stato artigiano. E dunque le creazioni, entrando nella Chiesetta davanti ad uno sfondo di stampe retrò ispirate alle Stazioni della Passione, originali e colorati ricami e produzioni all’uncinetto che riportano figure stilizzate su quadri messi in opera con la tecnica del “puntu rretu-puntu” a firma di Cinzia Pezzuto. Disegni che immortalano angeli, la Madre Celeste e così configurata e prevalentemente il Cristo, Protagonista nella storia del dolore. Consacrato dalle sculture di Luigi Palma spesso rappresentato in croce a mezzo busto, forgiato con legno d’ulivo e alluminio intrecciato ed elementi in ferro zincato con ai piedi della croce, sollecitando la fantasia, la biancastra ghiaia. Ma la Passione continua la sua linea d’espressione in pirografia, un’arte ad alcuni conosciuta in passato e di cui padre autoctono, Aldo Caracciolo che si dota di un pennino ad alimentazione elettrica, incidendo la drammaticità delle scene in chiaroscuro e ondeggiate ovvero la tangibilità dell’Evento ora angoscioso allora eufemisticamente straziante, il sacrificio perfetto. Si avverte un senso di “presenza” nelle figure che messe lì non chiedono se non di essere osservate e immesse nella memoria non solo della tradizione religiosa ma nell’ampiezza del pre e post Crocifissione, di innegabile messaggio universale presente e futuro.
La rassegna è aperta al pubblico dalle ore 17 alle 20 fino al 16 aprile.